Made in Italy # 5: Verticalismi

Pubblicato il 14 Marzo 2011 alle 12:18

Più volte ho avuto modo di sottolineare quali siano le difficoltà che le realtà indipendenti del fumetto italiano trovano oggi: mancanza di sponsor adeguati, pregiudizi intellettuali, indifferenza, scarsità di visibilità e di risorse.

E questo, purtroppo, nonostante buone idee ce ne siano.

Verticalismi è una meravigliosa eccezione: una bella iniziativa ed un lavoro ben fatto, oltre che profondamente innovativo, di cui ci siamo già occupati precedentemente qui su mangaforever.

Partito con un contest già di alto livello, generato da un’idea geniale quale è quella dello sviluppo della tavola in verticale (che perfettamente si attaglia all’utilizzo della tecnologia e di internet verso cui il fumetto, pur a piccoli passi, sta migrando) Verticalismi è divenuto un laboratorio di fumetto, un centro culturale stabile aperto agli autori professionisti che amano mettersi in gioco, ma anche ai novizi che cercano visibilità e sfide “diverse”.

Trovo che il fumetto verticale possa aspirare a divenire un vero e proprio genere autonomo che a me piace chiamare “la striscia del nuovo millennio”.

Non precisamente d’accordo con me è il direttore artistico di Verticalismi, Mirko Oliveri che ho conosciuto poco tempo fa ma con il quale c’è stata subito un’intesa profonda dovuta ad una condivisione in molti ambiti (ad esempio è anche lui un giurista). E’ una persona determinata ed intraprendente di cui qui di seguito troverete l’intervista rilasciata per i nostri lettori.

Quindi non vi anticipo nient’altro, lasciando che siano le sue parole a guidarvi in questa nuova prospettiva.

Armando Perna: Siamo in compagnia di Mirko Oliveri, direttore artistico di Verticalismi (www.verticalismi.it). Ciao Mirko.
Più che con una breve presentazione della vostra iniziativa sarei curioso di sapere qual è il momento, l’episodio a cui ne riconducete la nascita.

Mirko Oliveri: Ciao Armando e salve a tutti i lettori di “Made in Italy”. Verticalismi oggi è una vetrina dove autori professionisti e aspiranti si mettono in mostra realizzando dei fumetti il cui formato, non  adattabile alla stampa, esalta la lettura da display. Le origini di Verticalismi: correva l’anno 2009, il mio amico e fumettaro Roberto Palaia aveva organizzato la 24Hic presso la Piazza Duomo di Reggio Calabria, in quella occasione mi confessò il desiderio di voler realizzare un contest di fumetti, messi all’opera abbiamo pensato che l’unico modo per abbattere le spese (compresa l’iscrizione al contest e la spedizione delle tavole a carico dei candidati) era appellarsi al web 2.0 che ci piace tanto. Presa ispirazione dal blog Coreingrapho di Makkox(che figurava come giurato del contest) e Antonio Sofi, ci siamo rivolti all’amico Enrico Deleo (colonna portante di Lysergic Studio) che ha materialmente costruito e organizzato il sito-web. Chiuso il termine per partecipare al contest lo scorso giugno, continuavamo a ricevere fumetti digitali e verticali da parte di fumettisti che intendevano misurarsi con questa sfida anche se fuori dai giochi. Cosi da contest Verticalismi si è trasformato in un web-lab magazine permanente.

A me pare che l’uso del “verticale”, oltre ad attagliarsi perfettamente, oltre che esclusivamente, allo strumento elettronico, rappresenti un nuovo stimolo ed una diversa frontiera del fare fumetto. E ciò è confermato dal fatto che molti autori, anche non esordienti, hanno raccolto la vostra suggestione mettendosi in gioco in un campo quasi completamente inesplorato. Quanto siete consapevoli delle enormi potenzialità della vostra idea e fin dove aspirate a condurla (o a farvi condurre)?

Delle potenzialità date dal web ne è consapevole l’intero mondo dell’intrattenimento. Il panorama musicale e audiovisivo ha vissuto una rivoluzione enorme dovuta a questo diverso metodo di diffusione: facile reperibilità e prezzi bassissimi grazie alla smaterializzazione del prodotto. In Italia, in ambito fumettistico il web era terreno (quasi)vergine, i tentativi già visti (eccetto coreingrapho) apparivano goffi in quanto venivano riportati sul web fumetti realizzati per la pubblicazione tradizionale, imponendo un terribile e macchinoso tempo di lettura. Verticalismi non si pone il problema della adattabilità alla stampa, perché la stampa non ci interessa. Preferiamo una diffusione economica, immediata e un tempo tecnico di lettura il più scorrevole possibile. Le potenzialità sono enormi. Non esiste alcun tipo di limite e gli autori possono sperimentare come meglio credono, a volte con tentavi cosi spinti da creare un ibrido tra fumetto e altre arti.

Secondo me potremmo anche sbilanciarci nel parlare di un vero e proprio nuovo “genere” fumettistico: la “striscia” del nuovo millennio. Tu che ne pensi?

Credo che più che un nuovo genere, Verticalismi rappresenti una nuova mentalità. Sul formato verticale (700pixel di larghezza e lunghezza desiderata dall’autore) sono rappresentabili tutte le storie immaginabili, dalla Bibbia al Piccolo Principe. E’ il modo di organizzare lo spazio fumetto che cambia. Verticalismi vuole rappresentare un passaggio interno alla storia del fumetto, senza  alterare le caratteristiche proprie della nona arte.

Avete pensato di sviluppare l’idea per realizzare veri e propri fumetti multimediali da vendere su piattaforme, tipo iTunes, magari come fanno già in altre parti d’Europa, per esempio in Francia?

Esiste già un progetto in merito, anche se per lo sviluppo materiale di un applicazione siamo alla ricerca di uno sponsor, infatti l’applicazione “Verticalismi” dovrà essere gratuita per conservare lo spirito “open”.

C’è, secondo te una nuova generazione di autori di fumetti in Italia che si sta formando, anche grazie ad iniziative come la vostra?

Si certamente, è innegabile l’esistenza di un nuovo trend fumettistico italiano. Gli USA e la Francia se ne sono accorti prima dell’Italia ma i nuovi autori italiani hanno raccolto influenze dal miglior fumetto internazionale creando un meltin’pot culturale ancora troppo poco presente nelle librerie del Bel Paese.

Quanto è difficile (se lo è) gestire una realtà indipendente quale voi siete?

Si, ci sono delle evidenti difficoltà nel gestire un portale come Verticalismi. Difficoltà economiche dovute alla latitanza di sponsor che investano denaro per supportare le spese di gestione e aggiornamento del sito. Difficoltà culturali, perché una enorme fetta del pubblico di appassionati rifiuta totalmente il supporto digitale, relegandoci a una nicchia nella già piccola estensione della cultura del fumetto in Italia. D’altra parte ho incontrato anche tanti artisti e addetti ai lavori che hanno con entusiasmo sposato la causa di Verticalismi mettendosi al lavoro gratuitamente per la gioia della sperimentazione e l’amore per la nona arte.

Cosa auspichi per il fumetto italiano nel prossimo decennio e quali credi siano gli obiettivi da perseguire?

Auspico l’avvento dell’editoria digitale, una industria ecologica e tascabile. Auspico la Rivoluzione Verticale: un modo fresco di leggere e creare fumetto, con la consapevolezza totale di esprimersi mediante un media affascinante. Auspico che i colossi del settore trovino interesse per vie editoriali ancora inesplorate. Auspico che il fumetto venga inteso un’ arte dignitosa quanto le altre.  Auspico che la nuova generazione di fumettisti riceva finalmente i meriti che sono dovuti a degli artisti. Sarei contentissimo se Hollywood facesse il film di Verticalismi e che sul sito possiate trovarne la versione ufficiale a fumetti.

Qual è il rapporto che vi lega a L’insonne e ad Edizioni Arcadia?

Un rapporto di stima reciproca, Arcadia si è fidato di Verticalismi concedendo agli utenti del sito la gestione “creative commons” della testata ammiraglia del suo catalogo. Il risultato è stato tanto buono da convincere Giuseppe Di Bernardo a pubblicare degli episodi inediti de L’Insonne realizzati da lui e dal team creativo ufficiale.

Ti riterrai completamente soddisfatto del tuo operato nel progetto “Verticalismi” quando…?

Quando la cultura “open”, la rivoluzione tecnica e soprattutto culturale che Verticalismi promuove nel mondo del fumetto sarà sdoganata e condivisa. La strada è molto lunga ma non c’è  fretta.

Ci fai qualche nome di autore “verticale” e non?

Di certo Tommaso Spugna, il vincitore del contest ha dimostrato un approccio freschissimo al nuovo mezzo. Non di meno ha fatto Simone Campisano. L’approccio di Verticalismi ai vari generi è il più trasversale possibile e di fianco alle “graphic novel” naif di Roberta Sakka si possono trovare anche fumetti dal gusto manga (in primis Salvatore Nives), dal taglio argentino (Stefano Palma) o un approccio satirico fortemente grafico come quello di El Moro. Ma sono tanti gli artisti che meritano di essere menzionati: Pierz, Agni, Bicco, Acquaraggia, Elisei e tanti altri ancora.

So che avete organizzato molte iniziative, vero?

Si, spesso su Verticalismi si tengono dei laboratori dove in un limitato lasso di tempo gli utenti si confrontano direttamente con artisti affermati, ottenendo consigli e impagabili “lezioni”. Per il Comics Day 2010 gli utenti di Verticalismi hanno realizzato le tavole per una sceneggiatura di Diego Cajelli. Un altro esempio è la 24H online con GiacomoBevilacqua che ha visionato le opere realizzate in 24 ore e postate sul sito dagli utenti, realizzando in contemporanea un fumetto digitale-verticale. Il momento più spassoso della vita di Verticalismi coincide con la rinascita di Braccio di Culo di Emanuele Tenderini, resuscitato dallo stesso autore in formato verticale e dato in pasto agli utenti del sito.

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