Revival vol. 1 di Tim Seeley e Mike Norton – una recensione

Pubblicato il 29 Gennaio 2015 alle 10:15

“Sicuro come la morte”, si è soliti dire. Revival, la serie carica di azione e mistero che è già diventata un caso editoriale negli Stati Uniti, distrugge anche quest’ultima certezza, ponendoci dubbi di fronte ai quali alto è il rischio di follia: cosa faremmo se le persone che credevamo defunte tornassero improvvisamente in vita?

Revival 1_cover

“Capita una sola volta di scoprire il proprio nuovo fumetto preferito, perciò assaporate questo momento. Io l’ho fatto.”

Queste sono le parole che chiudono la prefazione a Revival, volume 1 – Sei tra amici, giunto finalmente in Italia dopo una lunga attesa grazie all’impegno editoriale di Saldapress e disponibile in libreria. Il fatto che a scriverle sia Jeff Lemire, autore di fumetti di fama internazionale ( Essex County Trilogy, Sweet Tooth, The Nobody, Animal Man…) è un chiaro segnale di quanto forte, geniale e profonda sia l’opera che ci troviamo di fronte. E Saldapress, che ne ha curato edizione italiana e traduzione, potrà ben presto dirsi soddisfatta di un progetto che non mancherà di suscitare l’entusiasmo e la meritata approvazione del grande pubblico.

Revival scaraventa il lettore nella gelida notte invernale del Midwest, resa però incandescente dall’evento più sensazionale di cui il mondo potesse mai essere testimone: il ritorno dalla morte di decine di persone, con le loro memorie spezzate e le loro anime lacerate.

La piccola cittadina di Rothschild, Wisconsin si trova d’un tratto sotto gli occhi del mondo intero. Sorvegliata, isolata, rinchiusa in una ferrea quarantena perché “l’anomalia” non si diffonda, dovrà fare i conti con orde di curiosi, fanatici religiosi, giornalisti e federali e, cosa più importante di tutte, dovrà imparare a convivere con i suoi nuovi-vecchi abitanti: i risorti. Non tutti coloro che hanno fatto ritorno sono in grado di riprendere le loro esistenze da dove sono state interrotte, infatti. Anzi. La loro psiche ed emotività è ancora più turbata di quello dell’attonità comunità dei vivi. E proprio qui si trova i cuore pulsante, il fulcro dell’originalità di Revival: per la prima volta ci troviamo di fronte non a cadeveri decomposti, claudicanti e decerebrati, ma ad esseri umani veri e propri, con la loro personalità e coscienza, sebbene resa fragilissima da un evento innaturale come il ritorno dalla tomba.

E così c’è l’anziana risorta incapace di accettare la sua rinascita e per questo resa folle dal bisogno di verità e di una fine certa. E c’è la giovane Martha Cypress, sorella minore dell’agente Dana della polizia cittadina, assassinata anni prima senza che mai nessuno fosse riuscito a scoprire la verità. Una ragazza enigmatica, sensibile, piena d’ombre e di misteri su cui lei stessa non riesce a fare luce, che tenta faticosamente di ritrovare il suo posto nella famiglia e nella società. Sarà proprio la sorella Dana, neo eletta a capo della SGCR, Squadra Gestione Cittadini Risorti, ad impegnare tutta la sua determinazione e talento investigativo per cercare di trovare il filo d’Arianna che porti fuori dal labirinto innevato delle risurrezioni e delle morti atroci che stanno insanguinando la sua cittadina.

Nel frattempo, mentre la logica arranca alla ricerca di una risposta, la giovane reporter May Tao, la prima ad occuparsi delle miracolose rinascite, segue un’altra pista, che conduce là dove il mondo reale si confonde con il sovrannaturale. Ed è proprio su quella frontiera indistinta che si muove un’eterea, spettrale presenza. Tra la neve e gli scheletri d’alberi spogli, la sua voce si alza in gemiti raccapriccianti e non c’è più luogo che possa dirsi sicuro. Perché la caccia è cominciata.

Che cos’è quella luminescente, inquietante creatura? Da dove viene? Cosa cerca? Chi ha assassinato Martha? E, soprattutto, perché i morti di Rothschild rifiutano la pace eterna?

Una ridda di domande esplode nella mente del lettore come un festival di fuochi d’artificio e la fine di questo primo, elettrizzante capitolo è una vera pugnalata al cuore: davvero doloroso è il pensiero di dover aspettare per gettare un po’ di luce su questa intricatissima vicenda.

Tim Seeley, sceneggiatore di Revival, non è nuovo al genere action-horror. Sue creature sono G.I.Joe: A Real American Hero, Hack/Slash, ma anche la serie fantasy Forgotten realms: The Dark Elf Trilogy. Con Revival, raggiunge nuove vette di creatività e suspense, forgiando una storia che se, ad una rapida e frettolosa occhiata, potrebbe essere classificata come “zombie story”, o, banalmente, “horror”, è invece il risultato di un intreccio fittissimo ed elaborato di trame, spunti, suggestioni e tematiche.

Revival, infatti, offre al suo meravigliato lettore non solo motivi di riflessione riguardo al significato della morte, della decadenza dei corpi e della fragilità/persistenza della vita. Grazie ai perfetti e singolarissimi ritratti psicologici dei protagonisti, Dana, la sorella Martha, il biologo federale Ibrahaim, il corrotto esorcista Abel e dei tanti altri personaggi che si dividono la scena in quest’opera corale, il lettore entra in contatto con personalità tratteggiate a tutto tondo, mai stereotipate né scontate. Non c’è la bionda timida e indifesa, non c’è il rude boscaiolo sterminatore di zombie.

La penna di Seeley ha il potere di dare voce a personaggi talmente ben definiti da sembrare veri. Le dinamiche famigliari dell’agente Dana, l’amore per il figlioletto Cooper, i difficili rapporti con il padre sceriffo, la relazione interrotta con il padre di Cooper, i tentativi non sempre riusciti di comprendere la sorella Martha e di proteggerla dagli altri e da se stessa. E’ solo uno dei mille universi che si aprono all’interno di una sceneggiatura che solo apparentemente potrebbe suonare banale e già vista. In realtà, Tim Seeley compie con successo un’impresa che sembrerebbe a tutti disperata e audace al limite dell’insanità editoriale: dare nuovo respiro, nuova luce e un taglio sinceramente, pienamente originale all’eterno mito del ritorno dalla morte, così lungamente bistrattato dall’industria letteraria e cinematografica recente.

Vero è, come riconosce lo stesso Jeff Lemire nella sua introduzione all’opera, che a sostegno di una tale sceneggiatura, candidabile davvero ad un oscar del settore, ci sono disegni di pari, superba maestria. Mike Norton ne è l’artefice, disegnatore di punta DC, ma anche artista indipendente di grande successo, come dimostra il Best Digital Comic Eisner award conquistato grazie al suo webcomic Battlepug. In Revival, Norton dà il meglio di sé, sfoggiando un tratto meravigliosamente pulito e preciso, realistico e assolutamente non artefatto, capace di cogliere fino alla più piccola ruga del volto che scolpisce un’espressione umana e la differenzia da un’altra, eccellente nel rappresentare tanto le linee dolci ed eleganti di personaggi come Dana e Martha, quanto le forme raggrinzite e cadenti dell’anziana risorta signora Dittman. Non è difficile capire come una linea simile abbia conquistato l’esigente scuola DC. Conditi con colori limpidi e luci da fotografia targati Mark Englert, i disegni di Revival fanno pensare più ad una sofisticata opera di cinematografia in HD piuttosto che ad una penna scricchiolante sulla carta.

Si può parlare a lungo di questa sorprendente novità nel mondo delle serie dedicate ai non morti e affini. Quello che si può consigliare è di abbandonare ogni scetticismo: sì, ne abbiamo viste fin troppe, negli ultimi anni (o meglio, decenni) di tombe vuote, ma Revival NON è quello che sembra. Crepitante di tensione, coinvolgente dalla prima all’ultima vignetta, non potrà lasciare indifferente neanche il più consumato conoscitore della letteratura del genere. Lasciatevi catturare da questa moderna diatriba tra morte e vita; saranno i testi densi e ricchi di significato di Tim Seeley e i disegni impeccabili di Mike Norton a convincervi che avrete fatto bene a dargli fiducia.

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