Animal Man di Tom Veitch n. 3, Recensione Vertigo Classic n. 35 RW Lion

Pubblicato il 11 Gennaio 2015 alle 10:15

Si conclude la run di Animal Man firmata da Tom Veitch e tutti i nodi vengono al pettine! Buddy Baker dovrà affrontare un’entità ancestrale che potrebbe distruggere l’intera realtà! Non perdete questo volume illustrato da Steve Dillon!

animal man veitch 3

Quando si riflette sulla serie anni ottanta di Animal Man in genere si citano i primi ventisei episodi scritti dal geniale Grant Morrison. Il pazzoide di Glasgow, infatti, delineò una story-line rivoluzionaria, infrangendo tutti i canoni della narrativa supereroica. Ma si tende spesso ad ignorare le run successive firmate da autori di notevole talento. Lion ha deciso di proporre queste storie finora inedite in Italia, iniziando con la gestione di Peter Milligan e proseguendo con quella di Tom Veitch. Siamo giunti ora al terzo volume che conclude la saga ideata dal fratello di Rick.

I precedenti tp, pur apprezzandoli, mi avevano suscitato qualche perplessità. Ma questo che include i nn. 44-50 del comic-book originale mi ha estasiato e devo ammettere che tutti gli elementi introdotti nei primi due volumi acquisiscono un senso preciso formando una story-line visionaria, inquietante e avvincente come non mai. Veitch aveva iniziato la sua run descrivendo Buddy Baker come un uomo confuso, anche a causa dei suoi poteri impazziti, e tormentato da problemi con la moglie Ellen e i figli Cliff e Maxine. Responsabili dei suoi guai parevano essere alcuni misteriosi sciamani indiani ma pure l’infida compagnia S.T.A.R. sembrava essere implicata.

Ora Veitch dà tutte le spiegazioni recuperando un personaggio della gestione Morrison, B’wana Beast, e l’aggressiva Vixen. Buddy non sospetta che è in corso una guerra ancestrale che coinvolge un’entità potentissima che intende distruggere l’intera esistenza. Sarà quindi compito suo affrontare questa minaccia. Senza spoilerare, specifico che Veitch si concentra sulle origini di Animal Man, modificandole, e analizza il rapporto difficile che Buddy ha avuto con suo padre, dettaglio finora trascurato.

Veitch si fa influenzare dalle suggestioni psichedeliche degli anni sessanta, dalla narrativa cyberpunk, dal tecno-sciamanesimo di autori controversi come Terence McKenna e persino dai fumetti imperniati su vigilanti ipertrofici stile Punitore, prendendo in giro la Marvel. E le sceneggiature sono fortemente inventive, a tratti meta-narrative. Capita quindi che il fittizio comic-book del giustiziere Penalizer, citato nei capitoli precedenti, assume rilevanza ai fini della storia tramite il personaggio di Les, il suo ideatore. E Veitch inserisce stralci di appunti di uno sceneggiatore hollywoodiano che intende realizzare un film su Buddy. Il risultato è quindi imprevedibile e intrigante.

Gli episodi sono quasi tutti illustrati da Steve Dillon che rende giustizia agli script con il suo tipico tratto fluido ed elegante, efficace sia nelle sequenze più tranquille e ordinarie sia in quelle incentrate sull’azione e sugli sconcertanti trip visivi sperimentati da Buddy e dai suoi alleati. Caratterizza egregiamente ogni personaggio, da Ellen che assume un’aura più sensuale, alla piccola Maxine, al fumato hippy Travis che ha un ruolo cruciale nella vicenda e così via. Un numero è disegnato da Brett Ewins dal tratto più grezzo ma efficace. E lo splendido capitolo imperniato sul passato di Buddy e di suo padre è invece appannaggio di Steve Pugh che si dimostra anche lui all’altezza. Insomma, questo terzo e conclusivo tp dell’Animal Man di Tom Veitch è imperdibile e vale assolutamente la pena provarlo.

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