Recensione Alice in Heartland vol. 1 (di 6) – Gp Publishing

Pubblicato il 11 Novembre 2010 alle 10:38

Autori: QuinRose (testi), Soumei Hoshino (disegni).
Casa editrice:
GP Publishing.
Provenienza:
Giappone.
Note: 176 pagine in b/n, con sovracopertina, solo per fumetterie, bimestrale da aprile 2010.
Prezzo:
5,90 Euro.


Ennesima riproposizione della famosissima favola di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, che dopo il recente blockbuster di Tim Burton è tornata alla ribalta, anche se a onor del vero questo manga non solo è del 2008, mentre il film è del 2010, ma è a sua volta tratto da un videogioco ideato dallo stesso QuinRose; particolare è la declinazione in chiave “romantica” dell’opera, con i personaggi originali del romanzo trasformati in ragazzi (soprattutto) più o meno affascinanti e aitanti, da cui forse la spiegazione del differente titolo, da “Alice in Wonderland” a Alice in “Heart” (Cuore, appunto) “land”.

A rendere però ancora più singolare il tutto, va aggiunto quel tocco di oscurità (e di atmosfera quasi malata), che permea quasi tutti i protagonisti e anche questo nuovo “mondo meraviglioso” pieno di insidie e malvagità, nonchè la caratterizzazione della stessa Alice, intenta spesso a interrogarsi su quali siano i suoi reali desideri e aspirazioni, cercando di far luce interiormente dentro sè stessa, presa nel vortice della sua nuova condizione.

La giovane ragazza, probabilmente una lady dell’Inghilterra vittoriana, un giorno si addormenta in giardino e viene rapita da uno strano “Bianconiglio”, in realtà un curioso individuo di nome Peter dotato di un vistoso e grosso orologio, nonché di due bizzarre orecchie da coniglio; trasportata in un altro luogo attraverso un buco nel prato, verrà lasciata sola a vagabondare per quei nuovi paraggi solo dopo aver bevuto (tramite un forzato bocca a bocca!), una pozione che la legherà a lungo (forse per sempre), a quel posto surreale.

L’unico modo per far ritorno a casa sarà quello di incontrare abbastanza personaggi del posto, in modo che la fiala contente la pozione, che inizialmente l’ha legata a questa nuova realtà, si riempia nuovamente; Alice dovrà fare attenzione però a numerosi pericoli, non solo provenienti dal bizzarro contesto, dove la notte e il giorno si susseguono senza senso, ma popolato proprio da quegli abitanti fondamentalmente necessari per il suo ritorno, quanto altrettanto potenzialmente pericolosi.

Oltre a un Cappellaio capo-banda, Blood Dupre, galante ma mafioso (!?), e i suoi “simpatici” sgherri, i gemelli sanguinari Dee e Dum (bloody twins appunto) e un (altrettanto poco raccomandabile) “Tontoniglio”, abbiamo l’immancabile Regina di Cuori (chiamata Vivaldi, per ora apparentemente la più normale di tutti!) e il suo cavaliere Ace (incapace di orientarsi, solare e gentile ma forse uno psicopatico assassino!!); chiude il cerchio, almeno per questo primo volume, il bizzoso Mary Gowland, strimpellatore di violini e in realtà un maschio che diventa molto irascibile quando viene chiamato per nome (per il quale infatti tutti lo deridono, rischiando di incorrere nella sua ira), a capo del Parco Divertimenti.

Tutti sono in guerra tra loro, con in mezzo la Torre dell’Orologio come territorio neutrale, custodita dal misterioso Julius, ma il più insidioso resta Peter, ovvero lo strano “Bianconiglio” che ha rapito inizialmente Alice, in quanto innamorato di lei in maniera assolutamente possessiva, e deciso a tenerla con sé a qualunque costo (per ora si accontenta che sia nel suo mondo impossibilitata a fuggire); solo seguendo le regole del “gioco” Alice potrà sperare nel ritorno, ma per fortuna, proprio per via di queste assurde regole, che ancora non conosciamo nel dettaglio, tutti non possono far altro che innamorarsi di lei (il che non è detto sia così vantaggioso per la sua incolumità)!

Trovate bizzarre, qualche tocco surreale, su tutto rimane interessante l’idea di ammantare il mondo e i personaggi di Alice coi toni cupi di una guerra fra malavitosi e criminali, così come la reinterpretazione di alcuni personaggi in chiave sociopatica (tutt’altro che disprezzabile), visto che abbinati al tema amoroso/sentimentale creano un contrasto molto intrigante e indubbiamente insolito (non per nulla il manga ha scalato le classifiche dei più venduti sia negli Stati Uniti che in Francia); resta il dubbio che poi i personaggi e le relazioni con Alice vengano sviluppati in maniera convincente e compiuta e si stacchino dalle (più semplici) dinamiche del videogioco, cosa che a sentire chi ha letto qualche volume in più, pare non del tutto riuscita (e in tal senso il voto al primo volume, sulla fiducia di un buon sviluppo nel prosieguo, potrebbe essere smentito).

Buoni i disegni dell’esordiente Soumei Hoshino, raffinati, dettagliati, forse però un po’ troppo stereotipati nel disegnare volti e espressioni dei diversi personaggi; edizione GP con la vecchia carta “giallina”, molto sfogliabile ma poco apprezzata dai lettori agli esordi della casa editrice (e infatti ormai quasi del tutto abbandonata dall’editore), qualche redazionale in più invece di lasciare ben cinque pagine tutte nere al fondo, non avrebbe guastato.


Voto: 7

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