Devil Redenzione, recensione di Supereroi Il Mito n. 18

Pubblicato il 24 Marzo 2014 alle 19:30

Cosa succede quando Matt Murdock deve difendere tre ragazzi ingiustamente accusati dell’omicidio di un bambino? La risposta ce la fornisce David Hine in Redenzione, una delle miniserie più inquietanti di Devil, illustrata dall’ombroso Michael Gaydos!

Supereroi Il Mito 18 devil redenzioneSupereroi Il Mito n. 18 – Devil Redenzione

Autori: David Hine, Dennis O’Neill (testi), Michael Gaydos, David Mazzucchelli (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Supereroi

Provenienza: USA

Prezzo: € 9,99, pp. 224, col.

Data di pubblicazione: marzo 2014

Nel corso di decenni di vita editoriale la serie di Devil è stata forse quella che ha presentato il maggior numero di atmosfere narrative, spesso diametralmente opposte. Quando Stan Lee la creò negli anni sessanta, delineò vicende supereroiche non prive di ironia. Tale elemento fu evidente nel periodo in cui Matt Murdock, alterego di Devil, impersonò la fittizia identità del gemello Mike, allo scopo di confondere il collega Foggy Nelson e l’amata Karen Page. L’idea era poco credibile ma contribuì a conferire un tono spassoso alle trame, tanto che Daredevil fu considerato una versione Marvel del Batman kitsch degli anni sessanta. Gli autori che in seguito sostituirono Lee realizzarono ottime storie, alternando situazioni ora ironiche ora drammatiche.

Tuttavia, gli episodi migliori furono quelli caratterizzati da stilemi polizieschi e nei primi anni ottanta l’editor in chief Jim Shooter ritenne opportuno concentrarsi su questi aspetti. Grazie a lui e a Dennis O’Neill che coordinava il mensile, fu assunto il giovane Frank Miller. E quando questi incominciò a scrivere Daredevil, oltre che a disegnarlo, tutto cambiò e la serie divenne una delle più adulte del mercato americano. Le trame erano influenzate dalla narrativa hard-boiled di Chandler e Hammett, sconcertanti e poco infantili. E dopo Miller fu impossibile per la Marvel tornare indietro. Sceneggiatori come Ann Nocenti, D.G. Chichester, J.M. De Matteis, Brian Michael Bendis e altri hanno tutti, chi più chi meno, concepito saghe mature che non  sfigurerebbero in una testata Vertigo.

Miller e la Nocenti, in particolare, inserirono suggestioni di valenza religiosa. Il retaggio cattolico di Devil e concetti come il peccato e il senso di colpa furono sovente presenti nelle story-line (basti pensare a Born Again o alla saga di Devil nell’inferno di Mefisto), al punto da divenire elementi peculiari del personaggio. E di ciò ci si può rendere conto con questo numero della collana Supereroi Il Mito che include un’incisiva miniserie, Daredevil Redemption, scritta dal britannico David Hine. Si tratta di una storia a forti tinte, adatta a un pubblico adulto.

Hine prende spunto da un fatto realmente accaduto, relativo a tre adolescenti accusati di avere ucciso un ragazzino nel corso di un rituale satanico. Nella miniserie, accade qualcosa di simile. Siamo a Redemption, una cittadina dell’Alabama, quindi nel cuore dell’America rurale, in un contesto che pare uscito da un romanzo di Faulkner o di Flannery O’Connor, con atmosfere che evocano quelle del gotico sudista. Le persone sono tutte casa, chiesa e lavoro; il perbenismo e la mentalità bigotta dilagano e qualunque stranezza è considerata espressione del Maligno. Qui viene trovato il cadavere di un bambino orrendamente seviziato e la comunità non ha dubbi: i colpevoli sono tre ragazzi che, a quanto si dice, hanno formato un gruppo satanico.

Ma forse sono solo disadattati le cui uniche ‘colpe’ sono quelle di ascoltare heavy metal e di leggere libri sull’occulto. E magari sono più tranquilli di tanti irreprensibili padri di famiglia timorati di Dio e fungono semplicemente da capri espiatori. A pensarlo è la madre di uno di costoro che si reca a New York chiedendo a Matt Murdock di difendere il figlio. Matt accetta e inizia l’incubo. Hine descrive un mondo torbido di ipocrisia, malvagità, segreti inconfessabili, e costruisce in maniera magistrale una trama ricca di suspense e tensione. I dialoghi sono essenziali ma espressivi, non privi di intensità, e sarebbero perfetti per una sceneggiatura cinematografica. In parole povere, Redemption è una storia lontanissima da quelle che si limitano a presentare semplici scazzottate tra supereroi.

I disegni oscuri e crepuscolari di Michael Gaydos sono appropriati e il penciler visualizza efficacemente gli interni claustrofobici delle abitazioni, l’asetticità delle aule di tribunale e dei penitenziari e i paesaggi notturni della cittadina rurale e anche dal punto di vista grafico il prodotto è quindi valido. Nell’albo ci sono inoltre tre storie tratte dai nn. 220-222 del comic-book regolare, scritte dal veterano Dennis O’Neill, uno dei primi ad affrontare tematiche mature nei comics statunitensi (Green Lantern/Green Arrow in primis). Si collocano nel periodo in cui Matt aveva lasciato Heather Glenn per vivere una relazione con Glorianna O’Brien. La sequenza si apre con il drammatico suicidio della prima, sullo sfondo di una New York nebbiosa e intimidente, e il tragico evento coinvolge il Diavolo Rosso in un intrigo che lo porterà a Venezia e poi in Irlanda, con tanto di apparizione della Vedova Nera.

Alle matite c’è l’ottimo David Mazzucchelli che allora stava abbandonando lo stile alla Gene Colan per giungere a un tratto più personale. Il suo è un Devil classico che richiama, appunto, il grande Gene e risulta efficace. Sono particolarmente intriganti le pagine situate nella New York immersa nella nebbia e in una Venezia malinconica e decadente i cui palazzi signorili sono raffigurati con classe indiscutibile. Insomma, questo volume presenta materiale pregevole e, a mio avviso, vale un tentativo.

Voto: 8

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