La Lega degli Straordinari Gentlemen – Black Dossier: recensione

Pubblicato il 11 Marzo 2014 alle 10:45

Arriva l’edizione italiana di una delle opere più rilevanti del maestro Alan Moore: Black Dossier! Non perdete l’incredibile vademecum della Lega degli Straordinari Gentlemen, illustrato da Kevin O’Neill! Un’opera d’arte imperdibile!

La Lega degli Straordinari Gentlemen – Black Dossier coverLa Lega degli Straordinari Gentlemen – Black Dossier

Autori: Alan Moore (testi), Kevin O’Neill (disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Genere: Fantascienza

Provenienza: USA

Prezzo: € 21,00, 16 x 24, pp. 192, col.

Data di pubblicazione: settembre 2013

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Alan Moore è uno scrittore. Anzi, è Lo Scrittore, perlomeno nell’ambito del fumetto contemporaneo. Quando il Magus raggiunse negli anni ottanta il successo planetario con Watchmen, alcuni dissero che il geniale autore di Northampton era degno di essere messo sullo stesso piano dei più importanti romanzieri e poeti internazionali. Ed era vero. Se qualcuno ha ancora oggi qualche dubbio al riguardo potrebbe dare un’occhiata al monumentale Black Dossier, legato all’acclamata saga de La Lega degli Straordinari Gentlemen. Il libro è stato concepito da Alan come una guida all’affascinante universo steampunk elaborato con il penciler Kevin O’Neill e può essere letto in qualunque punto della serie.

Specifico che l’edizione Bao Publishing è impeccabile e la casa editrice andrebbe lodata da qui all’eternità per il fatto di aver tradotto questo capolavoro. Sì, capolavoro è l’unico termine da attribuire a Black Dossier che a mio parere costituisce non solo il punto più alto della saga della Lega ma uno dei più alti dell’intera carriera di Alan Moore. È stampato con tre diversi tipi di carta e include una lunga storia a fumetti e una mole abnorme di materiale, elemento integrante della story-line, e tale materiale è la parte più interessante dell’opera. Ma andiamo con ordine.

La Lega degli Straordinari Gentlemen – Black Dossier 01

La vicenda si colloca in un periodo particolare della vita di Mina Murray e del suo amante Allan Quartermain. Come sanno i fan, la Lega degli Straordinari Gentlemen è composta da personaggi dei romanzi che agiscono per conto dell’intelligence britannica in difesa dell’umanità. All’inizio della storia si intuisce che il paese è faticosamente uscito da una terribile dittatura, quella descritta da Orwell in ‘1984’, con il Grande Fratello ormai scomparso. Mina e Allan vengono a sapere che qualcuno dà loro la caccia allo scopo di impadronirsi del famigerato Black Dossier. In questo dossier sono contenute incredibili rivelazioni sui vari membri della Lega e le diverse formazioni succedutesi nel corso del tempo. E quelli che intendono trovarlo non si fermeranno di fronte a nulla pur di raggiungere i propri obiettivi.

Con il pretesto di una spy story dai toni fantascientifici e pulp, quindi, Moore presenta una storiografia e un universo alternativi utilizzando appunto le pagine del Black Dossier lette da Mina e Allan e interrompendo la narrazione con stralci del volume. Il lettore dunque si perderà in un tour de force testuale incredibile, ricco di suggestioni e rimandi talmente numerosi da far girare la testa: un dispaccio scritto nella neolingua di Orwell, per esempio; un saggio sull’occultismo dello stregone Oliver Haddo, degno di Aleister Crowley e influenzato dalla Thelema; strisce a fumetti sull’ambiguo Orlando che mimano lo stile degli albi umoristici per bambini e prese in giro di ‘Che Fine Ha Fatto Baby Jane?’ di Robert Aldrich. C’è anche un inserto quasi pornografico alla maniera delle Tijuna Bibles già citate in Watchmen.

Si ipotizza poi l’esistenza di un lavoro teatrale incompiuto di Shakespeare riguardante una versione della Lega esistente nel regno della Regina Gloriana e qui Moore propone un in-folio con testi poetici che si richiamano all’espressività del Bardo di Avon. Appare pure Fanny Hill, la celebre libertina settecentesca le cui memorie licenziose sono abbellite da illustrazioni nella tradizione dei libri erotici influenzati da De Sade (e O’Neill si collega in parte agli stilemi fin-de-siécle di Aubrey Beardsley). I due autori ci propongono inoltre pagine satiriche con caricature degne di Punch; e non mancano racconti in prosa alla Lovecraft, schemi delle navi del Capitano Nemo, resoconti sulle controparti francese e tedesca della Lega, una complessa mappa della città di Londra e cartoline illustrate utilizzate dai membri del gruppo per comunicare tra loro.

La Lega degli Straordinari Gentlemen – Black Dossier 02

E se, arrivato a questo punto, il lettore è bombardato da una marea di testi, viene altresì messo a dura prova da ulteriori documenti nella parte più complessa (ma esaltante) del Black Dossier: il capitolo di un romanzo beat scritto da Sal Paradise, protagonista di ‘On The Road’, incentrato su Allan e Mina. Qui Moore si scatena con esperimenti linguistici e verbali mixando la ‘prosa spontanea’ di Kerouac, la retorica whitmaniana delle poesie di Ginsberg e il cut-up di Burroughs, parafrasando sezioni della Nova Trilogy dello scrittore di St. Louis. E ciò ci conduce alla conclusione del volume, ambientata in una dimensione parallela. I suoi abitanti si esprimono con un linguaggio simile a quello del ‘Finnegans Wake’ di Joyce (e in parte a quello che già Moore aveva usato in un episodio di Swamp Thing e cioè ‘Pog’). Particolare gustoso: c’è un effetto di stampa tridimensionale e le pagine vanno lette con l’ausilio di occhialini 3D allegati nel libro. E la storia termina con un alterego dello stesso Alan che, esprimendosi come un Prospero contemporaneo, spiega il senso dell’opera nonché la sue personalissime concezioni dell’arte, della letteratura e di ciò che definisce ‘escapismo’.

Questi tuttavia sono semplici cenni di quello che può essere trovato nel Black Dossier perché c’è molto di più: elementi pulp e thriller; fantascienza; il fantasy di Michael Moorcock e quello di R.E. Howard; collegamenti alla guerra di Troia, alle vicende di Enea, a Leonardo Da Vinci, al Rinascimento, ai romanzi gotici e agli stessi fumetti; omaggi a Vonnegutt, ai racconti horror di Weird Tales; insomma, se si dovesse fare una lista di tutto ciò che Alan ha evocato ci impiegheremmo ore! Black Dossier è una grandissima prova d’autore nonché di abilità di scrittura, considerando la molteplicità di stili (settecentesco, poetico, post-moderno, joyciano) da lui sfoggiata e bisogna fare i complimenti a Michele Foschini per la traduzione (adattare il Black Dossier deve essere stato un lavoraccio non indifferente!).

Kevin O’Neill, dal canto suo, non è da meno e pure lui sfoggia un’ampia gamma di impostazioni grafiche, pur rimanendo comunque fedele al suo tipico tratto contorto, grezzo e personale. Gioca con le illustrazioni d’epoca, suggestioni cartoon, l’underground, la grafica pubblicitaria, l’estetica pop, in maniera sempre impeccabile. Black Dossier è imprescindibile. L’opera borgesiana (è risaputo che l’autore di Aleph aveva già influenzato V for Vendetta e From Hell) di un uomo che ha fatto incazzare parecchi con le sue dichiarazioni; che si sarà montato la testa; che sarà spocchioso. Ma che nondimeno è uno scrittore autentico. Lo Scrittore. E tanto basti.

Voto: 9

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