H.P Lovecraft – Da altrove e altri racconti, la recensione della graphic novel di Erik Kriek

Pubblicato il 5 Marzo 2014 alle 14:30

Finalmente disponibile in Italia “H.P Lovecraft – Da altrove e altri racconti”, volume in cui Erik Kriek, uno dei grandi maestri del fumetto olandese, ha trasformato in immagini cinque dei più famosi racconti del leggendario Lovecraft ispirandosi ai famosi fumetti americani anni ’50 della EC Comics.

H.P. Lovecraft – Da altrove e altri racconti

Autore: Erik Kriek

Casa editrice: Eris Edizioni

Genere: Horror.

Provenienza: Olanda

Prezzo: 16 Euro, 112 pagine

Data di pubblicazione: febbraio 2014

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Dopo essere stato presentato durante il Lucca Comics and Games 2013, grazie alla casa editrice Eris Edizioni di Torino, è arrivata anche in Italia la graphic novel “H.P. Lovecraft – Da altrove e altri racconti”, scritta e disegnata da Erik Kriek . Iniziamo con alcune considerazioni sull’autore.

Kriek è considerato uno dei maestri del fumetto olandese, famoso soprattutto per la serie Gutsman, con protagonista un antieroe che si cimenta in bizzarre avventure e Tigra, serie con protagonista una casalinga che veste un costume da tigre, dal tono grottesco e molto diverso dal volume analizzato in questa sede. L’antologia, uscita in origine in Olanda nel 2010 con il titolo “H.P. Lovecraft – Het Onzienbare en Andere Verhalen e tradotta come “H.P. Lovecraft – Da Altrove e altri racconti”, presenta cinque racconti del pioniere e geniale scrittore horror interpretati da Kriek attraverso lo stile grafico dei fumetti americani degli anni ’50 della EC Comics, così da renderli ancora più inquietanti e credibili (nonostante gli avvenimenti dei suddetti racconti, a onor del vero, siano ambientati nel primo ventennio del XX secolo).

H.P.-Lovecraft-Da-altrove-e-altri-racconti 01

L’opera si apre con un racconto che appartiene alla prima produzione dello scrittore, L’Estraneo, prosegue con il classico della fantascienza horror “Il colore venuto dallo spazio“, si inoltra nelle strane sfumature della mente in “Dagon” per continuare con un altro racconto non famoso, ma decisamente di rilievo per un certo tipo di horror basato su scienza e percezione della realtà che tanta fortuna ha avuto negli anni ’50/’60 come “Da Altrove” e si conclude con uno dei suoi capolavori più noti, “La maschera di Innsmouth“. Tre racconti sono sviluppati con una rilevanza importante di pagine (il secondo, il quarto e il quinto), mentre altri due sono molto più brevi.
Per quanto riguarda la narrazione la versione a fumetti è decisamente scorrevole, alternando alti e bassi dovuti prevalentemente alla struttura dei racconti; il tutto, ad ogni modo risulta sempre comprensibile, puntuale ed efficace.

I racconti più brevi sono decisamente quelli che soffrono di più la trasposizione, il primo caso riguarda “L’estraneo“, dove Kriek ha deciso di dare un taglio cinematografico alla narrazione utilizzando per lo scioccante colpo di scena finale un effetto sorpresa privo di testi a corredo che, nonostante l’efficacia, potrebbe spaesare i lettori in cerca di delucidazioni. Il difetto (o pregio, a seconda dei gusti) si nota ancor di più in “Dagon” dove sono evidenti parecchi tagli alla struttura narrativa, soprattutto nella conclusione, a favore di una forte immedesimazione del lettore attraverso le immagini. Di gran lunga migliori i tre racconti più lunghi, nei quali le vicende hanno molto più spazio per svilupparsi tramite dialoghi e spiegazioni; anche qui Kriek ha dovuto operare con sintesi e taglia e cuci inevitabili visto l’adattamento a fumetti, però in questo caso è riuscito maggiormente a non modificare il valore e l’effetto sul lettore delle opere. Insomma, Kriek nel bene o nel male ha deciso di sperimentare maggiormente un suo stile particolare tramite i due racconti più brevi, al lettore va il giudizio sulla riuscita o meno dell’operazione.

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Graficamente, l’autore olandese ha optato per un utilizzo ben dosato del bianco e nero unito ad un sapiente uso della scala dei grigi, in grado di rendere al meglio le diverse atmosfere (e i diversi passaggi fra esse) presenti nei racconti. Si passa dalla luminosità giunta dallo spazio agli uomini pesce, dalle piante mutanti alla nebbia e foschia della decaduta Innsmouth per giungere agli alieni fra le stelle. Insomma, ce ne è per tutti i gusti e Kriek si è potuto sbizzarrire attraverso le proprie eccellenti capacità, per rendere al meglio le diverse sfaccettature horror dei racconti Lovecraftiani e le proprie sensazioni derivanti dalla lettura dei suddetti. Operazione perfettamente riuscita e di cui si riesce ad evincere l’evidente passione dell’autore per il grande scrittore americano. Da notare l’eccellente capacità di Kriek sia per quanto riguarda la narrazione, oltre che per il design dei singolari mostri da cui Lovecraft era ossessionato. Per renderli al meglio, l’autore ha deciso di aderire al modello grafico dell’horror americano anni ’50 a fumetti della EC Comics come si può facilmente evincere dal taglio cinematografico delle immagini, dai vari passaggi fra punti di vista, dalla predominanza di giochi di luce e ombra sui testi e della suggestività delle vignette.

Per concludere è impossibile non notare la bravura di Eric Kriek, perfettamente a suo agio nonostante la complessità dell’opera ( le trasposizioni generano forti aspettative quasi mai rispettate) e la gestione dei toni horror, e per certi versi fantascientifici, qualità che potrebbe continuare a perseguire in futuro, magari venendo pubblicato maggiormente anche nel resto d’Europa. Consigliato a chi predilige il genere horror ed ai fan di Lovecraft; a tutte le altre persone che vogliono confrontarsi per la prima volta con lo scrittore di Providence, consiglio di leggere prima le sue opere più importanti per poi avvicinarsi, se piacevolmente sorpresi, a questa trasposizione a fumetti. Le vostre paure ed angosce immaginate durante la lettura si materializzeranno così davanti ai vostri occhi tramite i disegni dell’artista olandese.

Voto: 8

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