The Walking Dead volume 18, la recensione

Pubblicato il 28 Gennaio 2014 alle 13:30

Prosegue con un tesissimo diciottesimo volume l’epopea zombie di Robert Kirkman!

The Walking Dead volume 18

Autori:  Robert Kirkman (testi), Charlie Adlard (disegni),

Casa Editrice: SaldaPress

Genere: survival horror

Provenienza: Stati Uniti

Prezzo: € 16.90

Data di Pubblicazione: Gennaio 2014

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Con i “salvatori” di Negan alle porte Rick, forse memore delle lezioni del passato, decide di chinare la testa e arrendersi alle condizioni dettate dagli ingombranti vicini; almeno apparentemente. Nel frattempo però la rabbia e l’impulsività di suo figlio Carl lo spingono ad infiltrarsi nel covo dei nemici nel tentativo di vendicarsi sul loro capo, dandoci così l’occasione di osservare da vicino e nel suo ambiente naturale questo strano personaggio.

E’ infatti proprio Negan il protagonista indiscusso della prima parte di questo volume: Kirkman ne tratteggia il carattere con la sua consueta precisione ed efficacia, attraverso lunghi “piani sequenza” e dialoghi che ci restituiscono l’immagine agghiacciante e per certi versi sinistramente fascinosa, di un leader carismatico ma incredibilmente psicopatico, preciso e a suo modo corretto, legato com’ è ad una morale del tutto personale ma ferrea e intransigente nella sua spietatezza. Un personaggio perfettamente ambiguo, il cui doppio volto – ben  più spaventoso di qualsiasi apocalisse zombie – è perfettamente reso dal contrasto fra l’apparenza dei suoi modi, affabili e accomodanti, e la violenza spietata e ultimativa dei suoi metodi. Sullo sfondo la descrizione precisa della società da lui creata, una sorta di assolutismo paternalistico fondato su paura e assuefazione grazie ad un rigido sistema di premi e punizioni.

Nella seconda parte del volume l’inquadratura torna a posarsi su Rick, che si sta dando segretamente da fare nel tentativo di contrastare i “salvatori”; e grazie all’amico Jesus entra in campo una nuova forza politica e militare…

Volume intenso ed inquietante, questo diciottesimo di The Walking Dead, ricco di avvenimenti e interamente percorso da una tensione psicologica e politica quasi snervante, nella migliore tradizione dello stile ormai collaudato di questa serie.

Kirkman si conferma ancora una volta un vero esperto nel trasmettere la potenza e l’ambivalenza degli stati d’animo in continuo mutamento dei suoi protagonisti, in equilibrio precario su situazioni estreme e parossistiche(in fondo l’idea base all’origine della serie) che ne minano costantemente la stabilità.

Come di consueto di grande efficacia le matite e l’inchiostrazione di Adlard, la cui buona resa realistica e l’inquietante uso del chiaroscuro contribuiscono a dare sostanza al mondo estremo e selvaggio di Kirkman, ma che ha soprattutto il merito di conferire credibilità espressiva e carica emotiva ai volti e ai gesti dei personaggi.

Un altro tassello importante ed emotivamente potente nell’affresco zombie Kirkmaniano. Ovviamente consigliato agli estimatori di lungo corso della serie.

Voto: 8

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