Recensione Gearhead – Free Books

Pubblicato il 8 Giugno 2010 alle 12:18

AUTORI: Dennis Hopeless (testi) Kevin Mellon (disegni) Ed Herrera (inchiostri)
CASA EDITRICE
: Free Books
PROVENIENZA
: USA
PREZZO
: € 11,90


FreeBooks sembra voler raccogliere a man bassa quante più serie e talenti dal mercato underground ed indipendente americano, con questo GearHead centrano quasi il bersaglio.

In questo volume si raccolgono i 4 primi episodi di questa serie: in un mondo in cui i supereroi hanno vinto la guerra e sono diventati la nuova classe politica si muove la nostra protagonista la tosta Shelby Cooper che vive nella terra di nessuno, gli spazi desertici fra le 5 aree metropolitane di questi nuovi “USA”, facendo corse clandestine e riparando auto. Poco prima di essere rapito il fratello di Shelby, Rod, le fa una scioccante rivelazione: il padre era un supereroe, GearHead, ma uno di quelli particolari…di quelli senza poteri. Quindi per proteggersi da due loschi metaumani Shelby decide di indossare il costume del padre ovvero una maschera da saldatore e una chiave inglese gigante ritrovati proprio nel negozio del fratello. Sfuggita alla cattura con conseguente ira dei super-politici la nostra protagonista decide di rivolgersi ai supercrimanali rifugiatisi nella terra di nessuno: Oil Slick, Black Tuesday, Evil Ted e Johnny Rocket…in realtà è proprio negli ultimi due episodi che il plot si fa interessante Oil Slick rivela che con molta probabilità sono stati i supereroi a far fuori il padre di Shelby e quindi dopo essere sfuggiti di nuovo ad un attacco i nostri ripartono verso MidTown per assaltare il quartier generale della polizia.

Seppure la trama a prima vista può dare qualche senso di dejà-vù in realtà le idee buone non mancano a partire da un clima mai troppo serioso a personaggi divertenti, come Evil Ted che letteramente produce zombie dal proprio corpo, fino a dialoghi a tratti interessanti, come quello fra Oil Slick e Shelby oppure fra Iron Head, il capo della polizia, e il segretario di stato, Capt. Weather Vain. Certo non tutto si fa apprezzare a dovere le interazioni fra i personaggi sono minime e il plot sembra risolversi troppo velocemente nell’ultimo episodio.

Un esordio quindi buono ma non esaltante. Disegni buoni in cui evidenti sono gli echi del miglior Frank Quitely tuttavia non valorizzati da una stampa e dalla scelta della carta a mio avviso troppo spessa e porosa. Proprio l’edizione merita qualche appunto ad un confezione ottima, ricca anche di note, editoriali e schizzi vari, fa da contraltare una stampa a volte quasi sfocata e errori di lettering banali.



VOTO 6

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