Ludwig B di Osamu Tezuka | Recensione

Pubblicato il 1 Marzo 2019 alle 15:00

J-Pop porta in Italia l’opera incompiuta di Osamu Tezuka, dedicata alla vita del suo compositore preferito, Ludwig van Beethoven.

Quello che da tutti viene considerato il più grande mangaka di sempre, Osamu Tezuka, si è cimentato prima della morte nel descrivere, in un manga, la vita di uno dei compositori più grandi di tutti i tempi: Ludwig van Beethoven. Ludwig B, opera ispirata dalla visita dei luoghi della vita di uno dei suoi compositori preferiti, doveva raccontare, secondo i piani di Tezuka, la vita completa di un uomo che, con la sua passione, tenacia e con immenso talento, ha segnato per sempre una svolta nel mondo della composizione musicale. L’opera, purtroppo, è rimasta incompleta per la morte dell’autore ma, nonostante ciò, la prima parte resta leggibile e godibile anche al giorno d’oggi: per la prima volta, grazie a J-Pop, il pubblico italiano ha la possibilità di confrontarsi con l’opera.

VITA D’ARTISTA

Questa prima (e come detto, anche ultima) parte della grande biografia a fumetti di Beethoven, narra le vicende del giovane musicista dalla nascita fino, all’incirca, ai primi anni viennesi del compositore.  Costretto fin dall’infanzia a studiare musica dal padre, deciso a sfruttarne il talento per uscire dalla miseria e per rimediare ai suoi fallimenti, Ludwig cresce con l’obiettivo di conquistare il mondo con la sua musica.

Oltre a una vita di stenti dovuta all’irresponsabilità del padre, per raggiungere il suo scopo dovrà scontrarsi con l’odio di un giovane nobile (figura controversa su cui Tezuka si sofferma e che, stando a quanto si può intuire, avrebbe giocato una parte fondamentale anche negli altri volumi dell’opera), la Rivoluzione Francese e altri ostacoli insorti lungo il cammino, come la sordità, trasformando sempre rabbia, dolore, amore e gioia in composizioni fuori da comune.

UN FIUME DI NOTE

Nel raccontare, in maniera romanzata e a tratti “cartoonesca”, la vita di Beethoven (non adattata perfettamente storicamente, ma piuttosto piegata alle esigenze della narrazione) Tezuka riesce a sottolineare, senza una pesante retorica, tutte le caratteristiche tipiche del musicista tedesco: il suo spirito individualista, il sentimento anti-aristocratico, la volontà di non piegarsi mai alle commissioni (cosa più che rivoluzionaria, nel settore musicale, all’epoca) ma piuttosto di seguire sempre l’ispirazione artistica, elementi che hanno reso Beethoven una figura centrale per la nascita del mondo musicale come lo intendiamo oggi. Proprio nel rappresentare la capacità del compositore di attingere alla “forza” della musica, Tezuka raggiunge il suo apice massimo nel manga, grazie a disegni evocativi ma pur sempre ancorati nella realtà.

Sebbene ritroviamo tutte le tematiche centrali della figura di Beethoven, e sebbene ci sia qualche spunto interessante dato, appunto, dai momenti dedicati all’ispirazione compositiva, l’opera si assesta sulla linea della mediocrità, non superando mai quel confine che le permetta di dare una svolta alla lettura. Pur crescendo, Ludwig viene rappresentato sempre come un bambino nell’aspetto, non trascinando mai con sé le tematiche verso una “maturità” che forse il lettore si aspetterebbe. Essendo un’opera rimasta incompiuta, bisogna considerarla come parte di un progetto più grande, ma l’idea è che quello di Tezuka volesse essere un semplice omaggio ad uno dei suoi  compositori preferiti, con la biografia rivista dagli occhi del papà di Astro Boy. Se cercate una profonda e poetica riflessione sulla figura di Beethoven, dunque, siete fuori strada, ma Ludwig B risulta comunque essere un’ottima opera realizzata dal “dio del manga”. A prescindere che, questa volta, il protagonista sia un certo Beethoven e non un bambino di fantasia.

 

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