Mob Psycho 100 II – Episodio 6: Whitey, povero e solo | Recensione

Pubblicato il 12 Febbraio 2019 alle 16:30

Dopo un episodio esplosivo e indescrivibile come il precedente (del quale trovate qui la mia recensione), Mob Psycho 100 II si prende una pausa di riflessione.

Il nostro ONE ha dalla sua una notevole audacia, nonché un modo tutto suo e personalissimo di portare avanti le sue narrazioni. E questo anime basato sulla sua opera non fa che rendere ulteriormente giustizia al suo lavoro, grazie a un lavoro graficamente eccelso e visivamente più che appagante. E se da un lato gli scontri sono una vera e propria goduria per gli occhi, dall’altro è anche vero che con episodi come l’ultimo andato in onda in Giappone ieri è evidente il fatto che, per quanto le mazzate restino fondamentali nella dinamica della storia, anche le parti narrative hanno un loro peso: non siamo di fronte al classico shonen di combattimento che si riduce a una sorta di arena in cui chiunque pesta a morte chiunque altro. Qui, l’introspezione psicologica, la pura narrazione e la caratterizzazione dei personaggi sono egualmente importanti, e sono incredibilmente funzionali alla comprensione delle ragioni più intime che spingono i protagonisti che animano questa bizzarra storia ad agire in determinati modi.

Nell’ultimo episodio, grandi protagonisti sono stati il nostro Shigeo, del quale viene mostrata la crescita interiore, come essere umano ormai non più terrorizzato dalle sue emozioni, e il suo mentore Reigen, abilissimo manipolatore, che però sembra ora avere qualche difficoltà nel farsi obbedire dal suo potentissimo discepolo…

MASTER OF PUPPETS

Reigen è un uomo autoritario abituato a manipolare le persone (e a volte perfino gli spiriti) con cui ha a che fare, complice anche il suo lavoro, che in buona sostanza consiste nello spillare soldi a persone tutto sommato ingenue e facilmente manipolabili che credono di essere vittime degli attacchi di presenze spirituali maligne. Reigen è un uomo scaltro, furbo e molto intelligente, che ha trovato in Mob una miniera d’oro, poiché grazie a lui può accettare anche incarichi pericolosi e in cui sono coinvolti sul serio degli spiriti. Per questo, non esita un istante a contattare il povero Shigeo in qualsiasi momento e con uno scarsissimo preavviso, forte del fatto che il ragazzo non abbia amici. Ma le cose, adesso, stanno cambiando…

Reigen utilizza un interessante metodo per tenere legato a sé Shigeo: sapendo bene che senza di lui gran parte dei lavori che accetta non potrebbe nemmeno prenderli in considerazione, preme sul fatto che il suo lavoro di esorcista debba essere la sua priorità, e che nessuno oltre il suo mentore può capire fino in fondo come si sente. Ma quando questo non basta, un ulteriore deterrente ad abbandonarlo è la sfiducia in sé stesso che intilla in Mob per quanto riguarda i rapporti sociali: Shigeo è un facilone che si fa manipolare così facilmente che Reigen glielo dice nei denti, aggiungendo che quelli che Mob crede suoi amici in realtà ridono di lui alle sue spalle. In poche parole, Reigen sfrutta la grande influenza che esercita sul suo sottopagato discepolo per dargli fiducia nei suoi poteri e per privarlo di quella stessa fiducia in sé stesso come puro e semplice essere umano. Una strategia interessante che ha portato sempre i suoi frutti. Almeno fino a questo momento…

Quando poi si sente alle strette, Reigen prova perfino a manipolare Fossette: se Mob si dedicherà a una vita tranquilla con i suoi amici, non userà più i suoi poteri psichici, che lo spirito vorrebbe sfruttare, dimostrando in realtà quanto si senta solo e disperato.

SHIGEO’S RISING

Da un po’ di tempo a questa parte, Mob ha iniziato a comprendere che reprimere le sue emozioni non è l’unico modo per tenere a freno i suoi devastanti poteri psichici: ora, il ragazzo è libero di coltivare le proprie amicizie e di godersi un po’ di tempo con i suoi compagni di scuola senza problemi, anzi, godendosi appieno ogni momento che trascorre con loro. Per questo, quando ascolta le parole del suo mentore per l’ennesima volta, Shigeo, per la primissima volta, si ribella a Reigen: ora che ha potuto constatare che i suoi amici sono davvero legati a lui e che non lo deridono alle sue spalle, come invece gli ripete Reigen, un dubbio sorge nella mente del sempre più maturo Shigeo: il suo maestro non gli dice sempre la verità. Così, comprende che chi in realtà lo sfrutta non sono i suoi amici, ma il suo stesso mentore.

Alla luce di questa nuova epifania, Mob decide dunque di interrompere, almeno momentaneamente, la propria collaborazione con Reigen, stanco del fatto che l’uomo non abbia la benché minima considerazione dei suoi impegni e dei suoi nuovi rapporti sociali. In questo modo, avviene ciò che Reigen temeva di più al mondo: essere abbandonato da Mob. In questo modo, è ancora più evidente il fatto che l’insicurezza che Reigen ha trasmesso a Mob in tutto questo tempo è in realtà la sua, e anche il voler convincere Shigeo che in realtà al di l° del suo maestro il ragazzo è solo è invece la realtà in cui egli stesso vive. Così, una volta che Mob lo abbandona, Reigen resterà completamente da solo. Naturalmente, questo non fermerà un uomo determinato e scaltro come lui, che è anche riuscito a mettere su una impresa letteralmente dal nulla. Anzi, sembrerà proprio che sia Reigen che Shigeo stiano solo traendo enormi vantaggi dalla cessazione del loro rapporto di lavoro!

Le porte del successo si sono spalancate per il nostro Reigen, ma si sarà guadagnato davvero tutto quel successo, o sta per essere smascherato davanti a tutto il Giappone?

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