Animosity Vol. 3 – Lo Sciame | Recensione

Pubblicato il 12 Febbraio 2019 alle 11:00

Mentre scopriamo qualche dettaglio in più sulla nuova geografia degli USA post-Risveglio, Jesse impererà che non tutti gli animali sono uguali.

Dopo averci proposto il primo volume dello spin-off Evolution – trovate QUI la nostra recensione – saldaPress ci propone il terzo volume di quella che ad oggi rimane la serie ammiraglia del catalogo, solidissimo ed altrettanto eterogeneo, dell’ottima Aftershock Comics ovvero Animosity.

Con il primo volume – la nostra recensione QUI – ci eravamo tuffati in Animosity, una storia dai toni post-apocalittici sicuramente differenti da quelli a cui siamo stati abituati negli ultimi anni: un giorno, senza apparente motivo, gli animali si “svegliano”. Prendono cioè coscienza di sé stessi, iniziano a pensare e soprattutto a parlare. La convivenza fra essere umani ed animali diventerà quindi tutt’altro che pacifica con le frange più estremiste di questi ultimi che inizieranno la loro vendetta sugli umani disintegrando convenzioni sociali, abitudini e catena alimentare… il mondo precipita nel caos ed il conflitto diventa quindi inevitabile.

In questo scenario apocalittico si muovono Jesse, una ragazzina di 11 anni dall’animo gentile, e il suo cane Sandor, un segugio che si è sempre preoccupato di proteggerla, i due sono in viaggio verso la California alla ricerca di Adam, il fratellastro di Jesse, unico parente rimasto alla bambina che ha perso i genitori. Durante questa traversata, partita dallo stato di New York, Jesse aveva raccolto altri amici, sia animali che umani, fuggendo dapprima dalla fortezza dei pericolosi animilitari e giungendo nel Maryland – come visto nel secondo volume di cui trovate la recensione QUI – dove l’eterogeneo gruppo era stato costretto a fermarsi perché Jesse non sta bene: ha avuto il suo primo ciclo. Saranno il gatto Pallas e la bisonte Bethesda a prendersi cura di lei mentre Sandor e l’umano Kyle erano andati alla ricerca di provviste e medicinali nei ditorni.

L’accampamento era stato attaccato e a farne le spese era stati Arandano, il fratello del rissoso caprone Zarzamora, poi Chirrut e infine la stessa Jesse. Sandor e gli altri ovviamente si erano subito messi sulle tracce della bambina scoprendo che “il drago” che l’aveva rapita aveva radunato sotto di sé animali e uomini disperati e soprattutto affamati.

Superata questa piccola, ma quasi letale, disavventura il gruppo era giunto al confine con la Virginia concedendosi un po’ di tranquillità in un’oasi alla Cascate di Clessidra dove gli animali avevano continuato ad interrogarsi, ancora una volta, sulle cause del risveglio e su accadrà loro dopo la morte. I discorsi avevano però turbato Jesse che si era decisa a confessare a Sandor di sapere che sta per morire.

Nel terzo volume intitolato Lo Sciame, Jesse, Sandor, Kyle, Beth, Pallas e Zarzamora, giunti in West Virgina, si imbattono in una diga trasformata in un gigante alveare preso d’assalto da un gruppo di umani. Jesse ovviamente si getta in aiuto delle api che le chiedono di liberare la loro regina rapita. Con Beth e Pallas nelle mani dell’alveare, la bambina si mette sulle tracce degli umani cadendo, letteralmente, nelle loro mani e scoprendo una enorme comune con acqua corrente, cibo e tutti i comfort.

Con la promessa fatta alle api bene in mente, Jesse però inizia a dubitare della bontà dell’insediamento pur scontrandosi con il punto di vista di Kyle. Alla bambina infatti salta subito all’occhio la totale assenza di donne… quando un primo tentativo di liberare le api – imprigionate e schiavizzate non solo per produrre miele ma per permettere alle coltivazioni di prosperare – fallisce la situazione precipiterà con l’intervento di Sandor e gli altri che porterà ad un battaglia drammatica proprio alla diga.

Ancora una volta Sandor e Jesse saranno costretti a separarsi con quest’ultima “presa” in consegna da Kyle abbagliato da una misteriosa Città Fortezza, luogo citato proprio dagli abitanti della comune.

Con il terzo volume Marguerite Bennet abbandona per un momento il tono intimista dei primi due volumi concentrandosi maggiormente sull’aspetto post-apocalittico e “geografico” della sua storia. La nuova avventura di Jesse è infatti il mero pretesto per piantare alcuni elementi narrativi che sicuramente verranno espletati e sfruttati già dal prossimo volume, due su tutti il passato e il ruolo di Kyle e soprattutto la misteriosa Città Fortezza. Meno incisiva del solito è invece la digressione sul passato della famiglia della bambina che vorrebbe ricollegarsi, ancora una volta, con quello di Sandor la cui caratterizzazione ha perso un po’ di interesse: se inizialmente funzionava benissimo l’aria da “duro e misterioso” con il passare degli episodi però il tutto ha perso di centralità nella narrazione.

La scrittrice strappa quindi una pagina alle grandi saghe dello stesso genere – gli echi di The Walking Dead aleggiano in più di una occasione soprattutto nella prima parte del volume – e, come detto, pur smorzando i toni intimisti non può fare a meno di concedersi una riflessione su questa nuova società post-Risveglio.

Citando un famoso racconto “non tutti gli animali sono uguali”. Jesse quindi si scontra con la realtà di un insediamento che pur testimoniando l’armonia fra uomini e animali è basato sullo sfruttamento di una parte di questi ultimi e la cui “voce” è troppo flebile per essere ascoltata. La scelta dell’autrice di usare come volano delle vicende le api ripropone i toni ecologisti dei primi volumi declinandoli però in una riflessione socio-politica: l’ingordigia dell’uomo ha modificato in maniera irreversibile l’eco-sistema alimentando così un circolo vizioso di sfruttamento di cui le api sono tanto la metafora quanto la cifra.

Il disegnatore Rafael de Latorre e il colorista Rob Schwager offrono una prova convincente galvanizzati dal ritmo sicuramente più sostenuto di questi episodi che compongono il terzo volume e con a disposizione maggiori scene d’azione. Mentre è inequivocabile la perizia anatomica di de Latorre – sia degli umani ma soprattutto degli animali – bisogna menzionare la grande abilità in fase di costruzione della tavola che riesce sapientemente ad utilizzare uno sguardo “cinematografico” amalgamando in maniera l’eccellente l’uso di doppie splash-pages che ampliano la portata della narrazione e degli avvenimenti sottolineando spesso come la natura, e non solo gli animali, sia un personaggio attivo della serie.

Come sempre ottima la cura carto-tecnica di saldaPress per il classico brossurato con alette discretamente adattato e tradotto. Il volume ha un parte redazionale meno corposa del solito con la sola introduzione/riassunto firmata dall’autrice e le immancabili variant cover e estratti dalle sceneggiature originali.

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