The Promised Neverland – Episodio 1: 121045 | Recensione

Pubblicato il 12 Gennaio 2019 alle 17:00

È il 12 ottobre 2045 e la piccola Conny sta per lasciare per sempre l’orfanotrofio di Grace Field: finalmente è stata adottata. Eppure, per quanto l’atmosfera sembri rilassata e per quanto la stessa Conny non voglia lasciare race Field e i suoi amici, la verità dietro questo orfanotrofio è ben più cupa di quanto non possa sembrare.

Lo scorso 10 gennaio è andata in onda in Giappone la primissima e attesissima puntata dell’adattamento anime di The Promised Neverland, manga scritto da Kaiu Shirai e illustrato da Posuka Demizu. Per quanto si tratti solo di un episodio introduttivo, sono già ben riconoscibili le tematiche principali e viene immediatamente mostrato l’oscuro segreto di Grace Field grazie ad alcune scene che mutano drasticamente il punto di vista degli spettatori, facendo loro capire immediatamente che la storia non sarà certo tutta rose e fiori.

Mamma & Mother Caramel

 

Un parallelismo che mi è subito venuto in mente durante la visione di questo primo episodio di The Promised Neverland riguarda naturalmente One Piece, il capolavoro del grandissimo Maestro Eiichiro Oda che non riesco mai a fare a meno di citare per via dela vastità di temi trattati al suo interno, che ritrovo molto spesso in altre opere.

In questo caso specifico, ho notato una certa somiglianza fra la tutrice Isabella, che i bimbi dell’orfanotrofio chiamano molto affettuosamente Mamma, e Mother Caramel, la donna che gestiva l’orfanotrofio in cui è cresciuta Charlotte Linlin, alias l’Imperatrice dei Mari Big Mom, per le seguenti ragioni:

  • entrambe gestiscono un orfanotrofio prendendosi molta cura dei suoi piccoli ospiti, dai quali sono molto amate;
  • per entrambe quella delle buone Samaritane è soltanto una copertura che nasconde un secondo fine decisamente macabro.

Ora, chi fra di voi è un appassionato di One Piece come la sottoscritta e conosce anche The Promised Neverland potrebbe aver notato questi punti di contatto, tuttavia la vicenda narrata dal Maestro Oda confronto a questa sembra una favoletta della buona notte: se vi siete avvicinati a questa opera senza avere idea di cosa stavate per guardare, senza dubbio la vostra reazione alla scoperta di ciò che davvero accade all’interno di Grace Field vi avrà raggelato il sangue nelle vene.

DUALITY

Un po’ come in Puella Magi Madoka Magica e Higurashi No Naku Koro Ni, per citarne solo un paio, una delle caratteristiche di The Promised Neverland è il nettissimo contrasto fra un design dei personaggi “kawaii” e la loro giovanissima età e una situazione iniziale all’apparenza distesa da un lato, e una realtà dei fatti talmente oscura da costituire una brusca virata verso l’horror e tematiche più cupe, adulte e mature di quanto non sembri a un primo, superficiale sguardo dall’altro.

La puntata stessa è splittata in due metà piuttosto ben distinte: nella prima, vengono presentati i piccoli protagonisti della storia, la loro “Mamma” e l’orfanotrofio in cui vivono all’apparenza in maniera pacifica. Ai bimbi non manca nulla, sono ben nutriti, sono molto legati fra loro e Isabella si prende amorevolmente cura di tutti loro fino al giorno in cui saranno “adottati” e potranno finalmente vivere le proprie vite al di fuori di questa “Isola che non c’è”.

Ma nella seconda parte della puntata si assiste a sequenze macabre, crude e spietate che hanno lo scopo di ribaltare completamente ciò che è stato mostrato pochissimo tempo prima: i bambini che lasciano l’orfanotrofio non vengono affatto adottati, ma sono semplicemente delle prede, meri capi di bestiame  allevati con il solo e unico fine di nutrire delle creature demoniache dall’aspetto misterioso e inquietante; e qui non posso non ricordare quel capolavoro di distopia e crudeltà che è Yapoo – Il Bestiame Umano dello scrittore giapponese Shōzō Numa, che mostra un futuro in cui i giapponesi non vengono nemmeno più considerati come degli esseri umani, ma sono invece allevati come bestiame per la macellazione e subiscono interventi chirurgici folli che li trasformano in suppellettili per gli occidentali.

DRAG THE WATERS

 

Per quanto nella prima parte dell’episodio la vita dei piccoli protagonisti appaia perfino a tratti invidiabile (al punto che Conny preferirebbe restare con i suoi compagni piuttosto che essere adottata, pur essendo del tutto inconsapevole del mesto e ineluttabile destino a cui sta andando incontro), uno sguardo più attento può già cogliere alcuni indizi del fatto che ciò che appare è ben diverso dalla realtà:

  • i bambini sembrano del tutto inconsapevoli di ciò che accade nel mondo esterno, sul quale si divertono a fantasticare innocentemente;
  • il fatto che non possano lasciare la struttura non viene visto come una limitazione della propria libertà, ma viene accettata come un dogma indiscutibile, poiché Isabella ha detto loro che Grace Field esiste per proteggerli proprio dai pericoli del mondo esterno, anche se Ray non sembra esserne molto convinto e mette in discussione questo dictat;
  • i bimbi sono sottoposti a complessi test di intelligenza che considerano una routine, ma che invece sono atti a determinarne il valore: più sono intelligenti, più valore acquisisce la loro carne;
  • dulcis in fundo, ogni bambino/capo di bestiame è vestito come i suoi compagni e ha tatuato sul lato sinistro del collo un numero, entrambe chiarissime riminiscenze questa volta non di un’opera letteraria, ma della follia omicida e genocida del Regime Nazista.

NULLA È REALE, TUTTO È LECITO

Quando Emma e Norman scoprono che Conny è stata come risucchiata e svuotata dall’interno ancor prima di lasciare Grace Field, che il suo cadavere è stato inserito in un contenitore contenente un liquido conservante per essere trasportato chissà dove e venduto a chissà chi e che le creature con cui hanno a che fare sono dei terribili mostri, lo shock per loro è indescrivibile, ed è reso in maniera molto credibile dall’agghiacciante e disperato urlo della piccola Emma.

Ricordiamoci che parliamo di bambini di età inferiore ai 12 anni che sono sempre vissuti in un ambiente chiuso e completamente isolato dal resto del mondo in quella che potremmo definire una fattoria per giovani esseri umani, perciò non hanno esperienza di nulla che non fosse sempre sotto il diretto controllo di Isabella. Scene come quelle mostrate in questo primo episodio avrebbero sconvolto qualsiasi bambino di quella età, e a maggior ragione stravolge le piccole menti di bambini così ingenui.

Tutta la loro vita fino a quel momento è stata una menzogna, e i piccoli abitanti dell’orfanotrofio di Grace Field, la cui ubicazione resta al momento ignota, hanno sempre vissuto in un luogo nel quale è considerato lecito allevare dei piccoli esseri umani con il solo e unico fine di commercializzare le loro carni a fini alimentari (se ci siano altri scopi, non è ancora dato saperlo).

Emma, Norman e Ray sono i tre ragazzini più intelligenti, e quindi i più preziosi, di questa fattoria per esseri umani, e i prossimi a essere “adottati” saranno proprio loro: ora, dunque, non resta loro che cercare di scappare da quel paradisiaco inferno che è l’orfanotrofio di Grace Field, ma come riusciranno in questa impresa, sapendo anche che abbandonare quelli che a tutti gli effetti considerano dei fratellini significa condannarli a morte?

The Promised Neverland è distribuito legalmente e in maniera del tutto gratuita qui in Italia dalla piattaforma online VVVVID.

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