Marvel Super-Heroes Secret Wars #8 – Marvel Legends 13 | Recensione

Pubblicato il 1 Dicembre 2018 alle 11:00

Volete sapere in che modo Peter Parker trovò il suo costume nero? Allora non potete perdere questo albo della collana Marvel Legends che propone lo storico ottavo episodio della maxiserie Marvel Super-Heroes Secret Wars!

Come i lettori ormai sanno, la collana Marvel Legends propone albi in formato statunitense, con allegata una placca metallizzata da collezione che raffigura la copertina originale. Finora Panini Comics ha pubblicato episodi di un certo rilievo e, nel complesso, caratterizzati da un buon livello qualitativo. Molti di essi hanno avuto una rilevanza storica nell’ambito della Marvel e l’unica pecca di questa operazione è data dal fatto che costituiscono tasselli di story-line spesso complesse e articolare che potrebbero risultare poco comprensibili per il fan occasionale.

Stavolta tocca al n. 8 di Marvel Super-Heroes Secret Wars, la maxiserie ideata negli anni ottanta dall’allora editor in chief Jim Shooter che ottenne un clamoroso successo di vendite. L’opera fu concepita come la risposta Marvel al capolavoro Crisis On Infinite Earths della DC ma, a differenza di quest’ultima, era meno necessaria dal punto di vista narrativo. Il lavoro di Marv Wolfman e George Perez si poneva, infatti, l’ambizioso obiettivo di mettere ordine al confusionario Universo DC.

La Marvel non aveva tale necessità ma Shooter volle comunque rispondere in qualche modo alla concorrenza, ideando una vicenda commerciale che coinvolgeva i principali personaggi della casa editrice e il Marvel Universe nella sua completezza. Inoltre, le vicende di Secret Wars dovevano provocare enormi cambiamenti e, almeno nell’immediato, è ciò che accadde. I Fantastici Quattro, per esempio, cambiarono la loro formazione e l’Uomo Ragno si ritrovò con un costume nero.

Negli episodi precedenti un potentissimo dio, l’Arcano, ha rapito un gruppo di eroi e di criminali e li ha trasportati nel pianeta Battleworld, costringendoli a combattere tra loro. La trama di Secret Wars è tutta qui e la serie, al di là del successo di vendite, è da annoverare tra i peggiori prodotti Marvel di sempre. Per giunta, i testi e i dialoghi di Jim Shooter sono sciatti, demenziali e sostanzialmente stupidi. In pratica, l’autore concepisce una vicenda banale basata esclusivamente su lotte prive di costrutto.

Tuttavia, questo ottavo numero è importante perché è qui che l’Uomo Ragno trova, appunto, il discusso costume nero. Dopo che la sua celeberrima tuta rossa e blu è stata ridotta a brandelli in uno dei tanti scontri con i super criminali, Peter scopre su Battleworld l’esistenza di un laboratorio con un congegno che, manipolato dal pensiero, gli dona una nuova divisa. Questo è, perlomeno, ciò che viene affermato nella storia, dal momento che, come sanno tutti i fan, la situazione si rivelerà in seguito molto più complicata e inquietante.

Ribadisco, quindi, che l’albo ha una rilevanza storica, anche perché crea le premesse della nascita di un personaggio fondamentale come Venom, ma la qualità è davvero scarsa. Le cose vanno meglio sul versante dei disegni, grazie a Mike Zeck che con il suo stile plastico e dinamico ci dona belle versioni dei vari personaggi. Le matite risultano comunque un po’ più grezze se paragonate a quelle di un capolavoro come L’Ultima Caccia di Kraven, ma sono in ogni caso di buon livello.

In definitiva, come giudicare questa uscita? Negativamente. La storia fa acqua da tutte le parti e rappresenta il lato più discutibile, infantile e penoso del fumetto supereroico mainstream. Ma se volete sapere in quali circostanze è stato introdotto il costume nero di Spidey, l’albo può senz’altro suscitare l’interesse dei Marvel zombies.

 

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