Arrow 7×06 – Due Process | Recensione

Pubblicato il 20 Novembre 2018 alle 15:00

Mentre iniziano a delinearsi i piani di Diaz per Star City, Oliver deve gestire un nuovo “cambio della guardia” all’interno del penitenziario.

Arrow è indubbiamente in un buon momento di forma, lo testimonia l’inerzia positiva degli ultimi episodi compreso quello della scorsa settimana – la nostra recensione QUI.  Avevamo lasciato Oliver smantellare il misterioso “Secondo Livello” dello Slabside mentre all’esterno Diggle e Curtis seguivano un traffico di armi e Felicity monitorava i movimenti di Silencer fatta fuggire di proposito per rintracciare Diaz. Nelle sequenze flashforward invece William e Roy erano arrivati in una Star City in rovina dove erano stati accolti da Dinah.

L’episodio di questa settimana intitolato Due Process parte con Diaz che, a Mosca, ha fatto prigioniero Anatoly Knyazyev, reo di averlo tradito, e per questo motivo candidato a diventare uno strumento nella definitiva caduta di Oliver Queen. Proprio Oliver è ritornato nel Primo Livello dello Slabside dove riceve la visita di Laurel che gli comunica che sta lavorando al suo caso e alla sua scarcerazione, Oliver stizzito rifiuta l’aiuto della procuratrice che però prosegue nella sua difesa; con la chiusura del fight club prima e del secondo livello intanto gli equilibri di potere sembrano nuovamente mutare nel penitenziario costringendolo ad una improbabile indagine che getta ombre sul suo “sidekick” Stanley.

Quando la cimice piazzata su Silencer indica che Diaz e i Longbow Hunters sono nuovamente a Star City sia Felicity che i suoi che l’Argus si attivano ritrovando però il solo Anatoly; per la prima volta il Team Arrow si ritrova faccia a faccia e deciderà di collaborare nuovamente sfruttando proprio Anatoly per cercare di intercettare i suoi piani misteriosamente legati alla Bratva.

Diaz ha in mente un attacco a Star City grazie alle armi di contrabbando importate dai russi, ma il rinnovato Team Arrow otterrà una importante e insperata vittoria che potrebbe portare alla scarcerazione di Oliver.

Due Process ricalca sostanzialmente la stessa struttura dell’episodio della scorsa settimana con un risultato finale forse più sorprendente ma con uno svolgimento più convulso e un po’ troppo farraginoso che spesso fa abbassare la soglia dell’attenzione dello spettatore.

Showrunner e sceneggiatori cercano di portare avanti parallelamente tre, ad un certo punto anche quattro, filoni narrativi e contemporaneamente di fare chiudere alcune sotto-trame portate avanti negli ultimi episodi. L’intenzione è sicuramente lodevole – la trama di Diggle e Curtis ad esempio un po’ fumosa ha un suo perché proprio in funzione di questo episodio – ma l’esecuzione è forse troppo sbrigativa in alcuni passaggi che forse avrebbero meritato uno sviluppo più accurato come ad esempio il ritorno di Anatoly o quello relativo alla difesa di Laurel.

Alla fine dei conti si potrebbe dire, usando una terminologia fumettistica, che con questo episodio si chiude un primo arco narrativo di questa settimana stagione.

Di tutte le evoluzioni, cambiamenti e “spostamenti” sulla scacchiera degli eventi ad uscirne sempre malconcio è il villain Diaz sempre “schiavo” di piani troppo complessi quanto inesplicabili nel loro svolgimento; da sottolineare come questo sesto episodio è il primo che mette un pochino da parte il filone narrativo di Oliver in carcere mossa che fa perdere la serie di quella urgenza e imprevedibilità vista finora.

Ancora da valutare le sequenze in flashforward che, superato l’entusiasmo iniziale, devono ancora concretizzarsi pur mantenendo alta l’attenzione rimanendo in bilico fra collegamenti con il presente e probabili collegamenti con il crossover interserie di dicembre.

Ad una manciata di episodio da un terzo della stagione Arrow dimostra una solidità di intenti che le mancava da qualche stagione a questa parte e che la accomuna a Supergirl mentre continua a mancare a The Flash con DC’s Legends of Tomorrow sempre più serie a sé stante.

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