Intervista esclusiva a Ryuhei Tamura, autore di Beelzebub

Pubblicato il 13 Maggio 2015 alle 16:01

In occasione di Napoli Comicon abbiamo avuto l’occasione di intervistare il maestro Tamura. Scoprite cosa ci ha raccontato sulla sua opera più famosa e non solo!

Ryuhei Tamura, classe 1980, pubblica le prime storie brevi Niraikanai e Omiya Jet mentre lavora come assistente di Toshiaki Iwashiro, autore di Psyren. Nel 2008 su Weekly Shonen Jump esce il one-shot Beelzebub, grazie al quale vince la quarta edizione del concorso annuale Gold Future Cup che Shueisha riserva ai talenti esordienti. Il successo ottenuto trasforma Beelzebub nella popolare serie che conosciamo pubblicata in Italia da Star Comics.

Maestro Tamura, benvenuto su MangaForever!
Salve a tutti! Grazie di avermi invitato.

È la prima volta che visita l’Italia?
Sì, è la prima volta che vengo in Italia.

Che idea aveva del nostro Paese e cosa ha provato quando ha saputo che Beelzebub (qui lo sfoglia online) sarebbe stato pubblicato in una nazione così lontana dal Giappone?
Un mio amico che aveva visitato l’Italia in precedenza mi ha raccontato che è un paese in cui si mangia benissimo e ho scoperto che lo è davvero.
Quando ho saputo che la mia opera era pubblicata anche in Italia sono stato molto felice, ma allo stesso tempo mi sono sentito un po’ sotto pressione per il fatto che il mio manga fosse letto da un pubblico così diverso da quello giapponese.

Secondo lei qual è il segreto del successo del manga in Occidente?
Non so…forse il genere dei teppisti scolastici viene accolto bene in Occidente…? O forse perché c’è Alaindelon (ride)? Probabilmente anche il fatto che ho usato il nome “Beelzebub” è stato d’aiuto perché Satana è un tema comune in Occidente, credo.

Le è mai capitato di leggere un fumetto italiano?
Mi vergogno di dirlo ma sinceramente non ho mai letto opere di artisti italiani. Ma a Napoli Comicon ho conosciuto il maestro Milo Manara di persona e mi è stato regalato il suo libro “Caravaggio”. Sono molto impressionato dall’opera del maestro e vorrei leggerlo attentamente, lo farò quando tornerò in Giappone.

Quali sono gli autori e le opere da cui è stato più influenzato?
Quando ero bambino tutti i ragazzi della mia generazione leggevano “Dragon Ball” del maestro Akira Toriyama. “Dragon Ball” è stato il manga che più di tutti mi ha ispirato.
Poi ho cominciato a leggere anche altri titoli. “Yu degli Spettri” e “Level E” del maestro Yoshihiro Togashi, “Hikaru no Go” del maestro Takeshi Obata. Ritengo che Yuuki Masami autore di “Kyukyoku Chojin R” sia il mio maestro di comicità. Sono stato influenzato anche da “Due come noi” del maestro Hiroyuki Nishimori e da “Tenshi na Konamaiki” dello stesso autore.

È stato assistente di Toshiaki Iwashiro. Qual è stata la lezione più importante che ha appreso durante il periodo di apprendistato?
Il maestro Iwashiro crea i suoi manga in modo molto logico. Tra le cose che ho imparato da lui, quella che ritengo sia più preziosa è come dare ritmo alla storia usando una vignetta grande. Di solito una pagina ha 5-6 vignette, ma per non fare annoiare i lettori o per dare ritmo si usa una vignetta grande almeno una volta ogni 4 pagine, a volte di più, per facilitare la lettura e per creare dinamicità.

Cosa l’ha ispirata nell’ideazione di Beelzebub?
Volevo usare un teppista come protagonista e ho avuto la curiosità di scoprire cosa sarebbe successo se un tipo così portasse perennemente sulle sue spalle un bambino. L’idea mi ha divertito, mi sembrava qualcosa di molto originale, così ho deciso di sviluppare la storia in base a questa immagine.

È riuscito a esprimere tutto quello che aveva in mente o c’è qualche cosa che avrebbe voluto approfondire o realizzare in maniera differente?
Per quanto riguarda la storia principale tra Oga e Beel, ritengo che sia riuscito a esprimere tutto ciò che volevo comunicare al lettore. Ma dato che ci sono molti personaggi, sono rimaste un po’ di cose in sospeso che avrei voluto approfondire di più.

Aveva pianificato il finale già in partenza o ci è arrivato strada facendo?
Prima di iniziare la serializzazione non avevo nessuna idea per il finale. Creando pagine del manga ogni settimana, mi domandavo io stesso come sarebbe andata a finire la storia (ride).

Cosa ne pensa dell’anime tratto da Beelzebub?
Nella mia opera Beelzebub le battute tra i personaggi sono molto importanti per mantenere alta la comicità e nell’anime il ritmo delle battute è ben congegnato, quindi l’ho apprezzato molto.
Ci sono delle parti che sono state sviluppate in modo del tutto originale nell’anime ma le adoro comunque. Tutte quelle cose che avrei voluto approfondire per ogni singolo personaggio, l’anime le ha realizzate, quindi sono molto contento e grato che Beelzebub sia stato trasformato in cartone animato.

Ha già pensato alla sua prossima opera?
Ci sto pensando proprio in questo periodo ma è ancora troppo presto per parlarne pubblicamente.

Ci sono colleghi che apprezza particolarmente, le cui opere consiglierebbe di leggere al pubblico italiano?
Attualmente per pianificare la mia prossima opera, sto rileggendo molti manga classici come quelli del maestro Osamu Tezuka, il maestro Fujio Fujiko, Leiji Matsumoto, che sono stati di grande importanza nel passato.
Poi vi consiglio di tenere d’occhio “KAGAMIGAMI” del maestro Iwashiro, e “BLACK CLOVER” di Yuki Tabata, mio ex-collega quando lavoravo dal maestro Iwashiro.

La ringraziamo infinitamente per la disponibilità e le auguriamo un felice soggiorno in Italia.
Grazie mille e a presto!

Si ringrazia Edizioni Star Comics per la gentile collaborazione e per la cortese concessione del materiale fotografico e illustrativo.

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