Noragami, la recensione dell’anime tratto dal manga di Adachitoka

Pubblicato il 9 Marzo 2015 alle 19:30

Dall’autore di Alive – Evoluzione Finale, una divertente e originale commedia fantasy ispirata al mito buddista dei quattro dei della fortuna!

noragami anime visual

Regia: Kotaro Tamura
Character Design: Toshihiro Kawamoto
Animazioni: Hideki Yamazaki – Toshihiro Kawamoto
Studio: Bones
Data di trasmissione: 5 Gennaio 2014 – 23 Marzo 2014, 12 ep. x 24′
Target e genere: Shonen, Fantasy/Comico

Lo Shintoismo è il culto religioso che lega a doppio filo la cultura, l’arte e la storia del Giappone fin dai tempi più remoti. Lo Shinto (il cui significato esatto è “via degli dei”) è popolato da una vasta gamma di divinità, poiché, secondo questo culto, in ogni evento naturale, come la pioggia o il tuono, o anche in un oggetto particolarmente antico a cui si è legati o che avuto qualche significato particolare nella vita degli antenati, si nasconde una piccola divinità, chiamata dai giapponesi “Kami”.

La particolare devozione verso di esso da parte del popolo ha toccato, nei secoli, il punto più alto nei vari e maestosi templi eretti in tutto il Giappone per rendere loro grazia e adorarli. Le divinità che svolgono un ruolo maggiore nel culto Shintoista hanno il compito non solo di proteggere il singolo fedele dalle sventure della vita, ma anche di preservare il benessere dell’intera comunità, garantendo la buona riuscita della pesca e del raccolto del riso, su cui è basata buona parte dell’alimentazione giapponese.

In ‘Noragami’, anime ispirato all’omonimo manga disegnato dal mangaka Adachitoka (in corso di pubblicazione italiana per GP Manga) e prodotto dagli studi di animazione Bones (Fullmetal Alchemist, Soul Eater), per un buffo gioco del destino i ruoli si invertiranno, e sarà un Kami a venire salvato da un normale essere umano. La storia ha come protagonista un giovane dio vagabondo di nome Yato, maldestro ed inesperto, che sogna di diventare il Kami più famoso ed adorato del Giappone ma che a causa della sua scarsa autorevolezza, non riesce a tenere con sé nessuna sacra reliquia(o Shinki) uno spirito che, stipulando un contratto con il Dio, accetta di difenderlo e servirlo, assumendo forma sia umana che di arma, aiutandolo ad eliminare gli spiriti maligni che infestano la città o gli esseri umani che ne sono minacciati.

Dopo l’ennesimo abbandono da parte del suo ultimo shinki, il giovane dio si ritroverà a svolgere servizi su commissione, realizzando i desideri della gente in cambio di un offerta di soli 5 yen. Sarà proprio durante uno di questi compiti che il destino di Yato e di una giovane studentessa di nome Iki Hiyori, si incroceranno, in un bizzarro ed improvviso capovolgimento di ruoli, in cui la giovane studentessa salverà Yato da un incidente stradale…

La trama di Noragami è stata sviluppata dall’autore prendendo spunto dal mito dei “sette dei della fortuna” presente sia nella cultura buddista che in quella Shinto. I personaggi sono stati adattati al genere shonen, trasformando le austere e terrificanti divinità maschili e attraenti in presenze femminili, a volte anche un po’ osé, come nel caso del severo e spaventoso dio Bishamonten, guardiano dei templi dall’aspetto terrificante, che in Noragami viene rappresentato da una giovane dea bionda, vestita in maniera provocante a cavallo di un leone.

 

Le differenze tra l’anima e il manga sono molte. Mentre nell’anime, la cui sceneggiatura è leggermente deludente poiché ha molti punti deboli, tra cui la poca accuratezza con cui vengono descritte le personalità dei personaggi principali e l’ordine di apparizione degli antagonisti di Yato (Rabou, che nel manga riveste un ruolo molto importante, nell’anime viene introdotto solo nelle ultime due puntate della serie), nel manga esse vengono notevolmente approfondite con cura, rendendo l’opera più completa ed interessante. Ciò che salta notevolmente all’occhio, è il tratto “felino” con cui egli rappresenta i suoi personaggi. questa scelta non è casuale, poiché i gatti sono visti dai giapponesi come creature misteriose e divine, in grado anche però di strappare un sorriso con il loro comportamento giocoso e vivace, tratti che ritroviamo anche nel protagonista Yato.

I punti di forza dell’anime, invece puntano molto sulla buona qualità dell’animazione, molto curata e suggestiva, anche dal punto di vista della colonna sonora, che incrocia la musica tradizionale con il rock moderno. Gli episodi di Noragami raccontano la mitologia giapponese in modo leggero e divertente, intervallata, di tanto in tanto, anche da qualche riflessione sulla differenza che separa la natura divina, incorruttibile e perfetta quanto incomprensibile e complicata, da quella umana, fragile, precaria ed esposta al peccato, fanno di quest’ opera una piccola perla di cultura giapponese, che contribuisce, senza annoiare lo spettatore, ad arricchire o magari a far crescere dentro di lui, la voglia di andare alla scoperta del ricco, interessante e meraviglioso panorama della mitologia giapponese.

VOTO: 7/10

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