Hoarders, la recensione del fumetto horror!

Pubblicato il 23 Aprile 2014 alle 10:30

Edizioni Eris presenta un autore esordiente con un fumetto folle e allucinato…ecco Hoarders!

hoardersHoarders

Autore: Alessandro Caligaris

Editore: Edizioni Eris

Provenienza: Italia

Genere: horror- grottesco

Formato: 16.5×24, brossura, b/n, 224 pp

Prezzo: 18 euro

Eris edizioni ha nel suo DNA di casa editrice il lancio di autori esordienti, e questo Hoarders prosegue questa linea portando in libreria l’opera prima di Alessandro Caligaris, pittore e street artisti.

Il nome del fumetto è già il primo segnale del genere che andremo ad affrontare: indica infatti una patologia psichiatrica, la famosa sindrome da acquisto e accumulo compulsivo, che porta chi ne è affetto a riempirsi di oggetti anche se inutili. In una società come quella di adesso, il tema risulta quindi sicuramente attuale.
Nel mondo di Hoarders, questa malattia ha dilaniato l’umanità come un vero  e proprio virus, creando una società spaccata in due, la cui periferia è diventata un enorme discarica per emarginati. Un tema, quello della città chiusa in se stessa, non nuovo al mondo dell’horror, visti i precedenti di maestri come Romero.

I protagonisti di questa storia si muovono all’esterno di questa città isolata, la cui pulizia e il cui ordine vengono a discapito dei reietti che stanno fuori. E dovranno assolutamente entrare all’interno se vorranno incontrare chi comanda, il Santo Trafficante.

La compagnia dei protagonisti quindi comprende Master Thoureau, inquietante prete che crede il Santo Trafficante  il Messia, il dottor Bobbit, assurdo e folle scienziato dedito al traffico di parti umane, Kafka, con il suo viso deforme e una camicia di forza a contenerne la schizofrenia, e la giovane Paris Hitler, che addirittura pare essere la figlia adottiva del Trafficante!
Di fatto un gruppo di freak veri e propri le cui sottotrame si intrecceranno e faranno proseguire l’andamento della storia in maniera sostenuta e caotica.

L’andamento della trama in Hoarders è serratissimo e non propriamente lineare: senza aver letto il concept ci vorranno alcune pagine per capire cosa stia effettivamente succedendo e quale sia l’ambientazione. I personaggi in cui si imbatte il folle gruppetto sono davvero tantissimi e si susseguono di pagina in pagina, talvolta forse troppo velocemente.
Sicuramente la lettura richiede impegno e parecchie sfogliate di pagine già lette per non perdersi completamente. Ho apprezzato questa scelta, anche se talvolta davvero ci si sente persi e si sentirebbe la necessità di un andamento un pochino meno frenetico e un po più concentrato nella caratterizzazione di qualche personaggio.
va anche detto che però la gestione dei tempi narrativi è pienamente coerente con la storia: forse l’autore ha voluto darci un assaggio dell’accumulo di oggetti di cui parla dandoci in pasto un accumulo di eventi?

A mettere i bastoni tra le ruote ai protagonisti, come se non bastasse l’ambientazione di per se tossica e desolante, ci penseranno le bande di Hoarders: generalmente parodie di personaggi o gruppetti di altri libri o film noti per la loro bontà e la loro tenerezza, che qui si presentano in versione folle e omicida. Una scelta sicuramente divertente anche se ho trovato la parodia dei Teletubbies qualcosa di già visto in giro, e non particolarmente più inquietante degli originali.

Lo stile di Caligaris forse è la vera nota di pregio del volume: non si vede molto di simile in giro, l’influenza della street art è molto evidente e decisamente apprezzabile, al costo magari di una lettura qualche volta faticosa per gli occhi, forse complici le numerosissime vignette. A questo proposito, vista la particolarità dei disegni, che rendono perfettamente il mondo claustrofobico e allucinato di Hoarders, forse avrei preferito che le immagini qualche volta parlassero al posto dei dialoghi.
Rimane comunque un impianto grafico solido e originale, che richiama il fumetto underground e con molte potenzialità future.

Hoarders è qualcosa da leggere se si vuole staccare dall’impianto fumettistico  tradizionale e dare un occhio a qualche emergente di talento. va ricordato che l’autore scrive e sceneggia l’opera, cosa di per se non facilissima da gestire. Sicuramente un inizio promettente, che con qualche accorgimento a livello di sceneggiatura, struttura narrativa e composizione può portare dei risultati importanti.

Voto: 7-

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