Shooters – Recensione Vertigo Lion Comics

Pubblicato il 11 Luglio 2013 alle 11:00

Arriva un intenso e drammatico one-shot Vertigo imperniato sulle tormentate vicende di un soldato dei corpi speciali statunitensi: Shooters! Azione, dramma, introspezione in una delle più dirompenti proposte fumettistiche degli ultimi mesi scritta da Eric Trautmann e disegnata da Steve Lieber!

shootersVertigo One Shot – Shooters

Autori: Eric Trautmann, Brandon Jerwa (testi), Steve Lieber (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Genere: Guerra

Provenienza: USA

Prezzo: € 12,95,  16,8 x 24, pp. 128, b/n

Data di pubblicazione: giugno 2013

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È difficile riflettere sulle guerre e sulle ragioni che le causano. Ma è facile prendere posizione, dichiararsi a favore o contro un determinato conflitto, esprimere idee pacifiste o di segno diametralmente opposto. Tuttavia, in una guerra le cose non sono mai bianche o nere e soprattutto è comodo sputare sentenze nella tranquillità della propria casa, lontani dal pericolo.E solo coloro che le vivono in prima persona possono comprendere certe situazioni. Non significa però che i civili non possano avere serie motivazioni quando danno giudizi.

E i molteplici punti di vista sono gli elementi fondamentali di questo splendido Shooters, one-shot Vertigo scritto da Eric Trautmann, con l’ausilio di Brandon Jerwa, e disegnato da Steve Lieber.

shooters 1

Se si ricava qualcosa dalla lettura della storia è che non esistono in assoluto torti e ragioni. Il protagonista, Terry Glass, è un soldato statunitense che combatte in Iraq. È in buona fede. Crede nei valori della patria e della democrazia. Forse non è molto profondo e non si fa domande sulle contraddizioni della retorica di Bush. Non si pone quesiti sull’ipocrisia della propaganda. Cerca di svolgere nel migliore dei modi i suoi compiti, insieme ai compagni. A casa ha una moglie e una figlioletta che l’aspettano e il pensiero della famiglia lo aiuta ad andare avanti in un contesto che è un eufemismo definire rischioso. Per giunta Terry è figlio di un militare che ha contribuito a plasmare la sua visione del mondo. È una persona normale in un ambito più grande di lui.

Poi arriva la tragedia. Terry e i suoi compagni sono vittime di un agguato. Lui si salva, pur riportando gravi ferite. Gli altri muoiono. E Terry scopre una verità agghiacciante. I suoi amici non sono stati uccisi dai nemici, cosa in fondo normale in una guerra, ma da altri soldati americani che li avevano scambiati per iracheni. Questo tragico errore segna la vita di Terry e lo spinge a mettere in discussione tutto ciò in cui credeva. Le autorità gli conferiscono una medaglia d’onore ma è solo uno squallido tentativo di assicurarsi il suo silenzio. L’esercito degli Stati Uniti infatti non può essere messo in imbarazzo e se c’è qualcuno che ha commesso uno sbaglio è preferibile che non venga rimosso dal suo incarico per evitare una sgradita pubblicità.

shooters 2

Terry torna quindi a casa, disilluso, e la vita famigliare va a rotoli. La moglie non mostra comprensione nei suoi confronti e la separazione è un fatto scontato. Ma, tornando al discorso sui torti e sulle ragioni, anche la moglie ha i suoi giusti motivi. Come lei stessa affermerà, sa cosa significa essere sposata a un militare che rischia la vita; sa cosa ha passato ogni volta che in televisione sentiva notizie riguardanti soldati uccisi. Nessuno conosce il suo tormento meglio di lei. E, ormai al limite, non è in grado di subire l’alienazione e la frustrazione di Terry. Lei ha ragione e hanno ragione anche i manifestanti che protestano contro la guerra perché non vogliono più vedere tanti giovani tornare dall’Iraq in una cassa da morto. A modo loro, hanno ragione pure i superiori di Terry quando cercano di ostacolarlo nel suo tentativo di scoprire il responsabile della morte della sua squadra. Certe cose devono essere coperte per ragioni più importanti di un dramma privato.

Dopo una serie di lavori disastrosi, Terry giunge a una conclusione: lui è un soldato; lo sarà sempre; non sa fare altro. Ma l’esercito non è più disposto a riprenderlo e perciò si fa assumere da un’agenzia di contractor, una società che organizza eserciti privati da inviare nelle zone più calde del pianeta, seguendo le direttive degli Stati Uniti. In poche parole, si trasforma in quello che molti definiscono con disprezzo mercenario. Ed è qui che si rende conto di un altro importante elemento presente in ogni guerra: il denaro. L’agenzia ha come obiettivo i soldi. Le guerre facilitano il guadagno. E anche il punto di vista dei contractor ha, se non una ragione, una logica: la guerra è un business e il business ha le sue regole. Terry torna in Iraq e succede l’impensabile: incontra l’uomo responsabile della morte dei suoi amici. Cosa farà? Andrà avanti come se niente fosse? Cercherà vendetta?

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Trautmann non ha scritto una storia pacifista; ma nemmeno un’opera propagandistica. Shooters è la cruda, spietata analisi psicologica di un uomo vittima della guerra. I danni causati dai conflitti sono evidenziati con dovizia di particolari: cadaveri a pezzi, case distrutte, morte e desolazione ovunque; ma pure i sopravvissuti sono distrutti, emotivamente feriti dai folli giochi dei potenti, pedine inconsapevoli di interessi economici.

I testi hanno una poesia e una profondità notevoli, di valenza letteraria, e i dialoghi magistrali farebbero la fortuna di un film o di una serie televisiva. Alla qualità della sceneggiatura si affianca quella dei disegni del bravo Steve Lieber che con uno stile classico, privo di sperimentalismi, realizza tavole di notevole impatto visivo, dimostrando una maniacale cura per i dettagli.

Si concede inquadrature di matrice cinematografica, specialmente nelle sequenze d’azione, mentre invece i sopraffini primi piani dei personaggi, nelle tavole più tranquille, hanno il pregio di evocare le emozioni che li animano. Il tutto è poi valorizzato da un efficace bianco e nero. In poche parole, Shooters è stupendo e vale la spesa.


Voto: 8

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