Deadpool – Recensione PC, Xbox 360, PS3

Pubblicato il 10 Luglio 2013 alle 13:00

Eccentrico, estroverso, fin troppo loquace e consapevole di essere il protagonista di un fumetto, Deadpool, alias Wade Wilson, mercenario mutante e straordinario combattente con lo stesso fattore rigenerante di Wolverine, ricatta il presidente degli Highmoon Studios perché la casa di sviluppo produca un videogame su di lui. Bisogna però dare una sistemata allo script e Deadpool si rende protagonista di una storia totalmente surreale e fuori di testa.

DeadpoolDeadpool

Genere: Action – Sparatutto in terza persona

Sviluppatore: High Moon Studios

Distribuzione: Activision, Blizzard

Provenienza: USA

Piattaforma: PS3, Xbox 360, Windows PC

Modalità di gioco: Singleplayer, Multiplayer

PEGI: 18

Data di uscita: 28 giugno 2013

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Creato da Fabien Nicieza e Rob Liefeld nel 1983, Deadpool è uno dei personaggi più amati e divertenti dell’universo Marvel la cui peculiarità più singolare è quella di sfondare la quarta parete e instaurare talvolta un colloquio diretto col lettore. L’approccio degli Highmoon Studios per quest’attesa trasposizione videoludica si è concentrato proprio sulla personalità estrema del protagonista esaltando la componente metanarrativa. Ne è risultato un gioco straripante di gag demenziali e di citazioni spassose ma dal gameplay troppo semplice e ripetitivo.

La comicità volgarotta e politicamente scorretta che permea l’esperienza videoludica può richiamare alla mente il tono adulto dei giochi di Duke Nukem. La doppia coscienza di Deadpool si manifesta nella forma di due didascalie introspettive di diverso colore che compaiono in sovraimpressione e interpretate dalla voce fuori campo del protagonista. La storia non ha un vero e proprio filo logico e non ha poi tutta questa importanza. Tutto ciò che si chiede al giocatore è avanzare massacrando i nemici e poco altro con esageratissime dosi di splatter.

Nel prologo, il giocatore può muoversi nell’appartamento di Deadpool ed interagire con alcuni oggetti in siparietti sempre molto irriverenti. Sarà possibile, tra l’altro, espletare bisogni fisiologici e giocare con una bambola gonfiabile. Le campagne vere e proprie sono sette. Le ambientazioni sono note ai fans Marvel ma non presentano particolari elementi d’interazione e si percorrono senza grossi intoppi attraversando anche qualche breve sezione platform. L’aspetto grafico è appena sufficiente e poco dettagliato.

Deadpool è armato principalmente di katana e di pistole con un sistema di mira che denota qualche imprecisione. Raccogliendo i Deadpool Point sparsi in giro o persi dai nemici uccisi, sarà possibile acquistare in qualsiasi momento potenziamenti o armi terziarie quali bombe a mano, tagliole, mine o martelli. Il teletrasporto permette di schivare i colpi avversari ma può essere utilizzato anche come arma d’offesa. Se si smette di combattere per qualche secondo, il fattore rigenerante ristabilirà l’intera barra energetica. Disponibili le consuete combo e mosse speciali chiamate Momentum.

I nemici da affrontare hanno tutti lo stesso aspetto con qualche piccola variazione solo nell’arsenale. Scelta che viene giustificata ironicamente dalla loro condizione di cloni ma le sessioni di combattimento si fanno estremamente ripetitive. I boss richiedono solo di essere colpiti più volte rispetto ai cloni e sono talvolta equipaggiati con armi pesanti che Deadpool può raccogliere ed utilizzare anche se lo limiteranno nei movimenti e nell’agilità.

A interrompere la monotonia del gameplay ci sono brevi fasi in cui il gioco assume l’aspetto di grandi classici videoludici a 8 o 16 bit, come La Leggenda di Zelda, o offre sessioni action differenti, tipo scivolare in un condotto fognario muovendosi a destra e sinistra per evitare le grate o giocare con i comandi invertiti perché Deadpool ha il collo spezzato.

Ci sono poi tutti i comprimari, supereroi e villain Marvel, puntualmente sbeffeggiati. Si potrà prendere a schiaffi un Wolverine svenuto o spararsi in faccia pur di non ascoltare gli spiegoni di Cable, più volte partner del protagonista nell’opera originale. E via con una sfilza di battutacce sulle procaci eroine femminili presenti nel gioco, da Psylocke a Rogue. Durante il gameplay ci sarà inoltre modo di accedere alle schede di presentazione dei vari personaggi.

Una gustosa e strampalata parodia, sostenuta da un protagonista istrionico e divertente, che inanella una quantità infinita di gag visive alla Looney Tunes mescolandovi citazioni cinematografiche e videoludiche, ma lascia a desiderare nelle dinamiche di gioco rivelandosi piatto e privo d’inventiva.


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