Elegia in rosso: un “albero” che germoglia verso l’alto – Recensione

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Uscito per la prima volta tra il 1970 e il 1971, “Elegia in rosso” del giapponese Hayashi Seiichi ci consegna una storia d’amore a primo acchito semplice, ma piena di contenuti importanti e poco scontati.

Iniziativa tutta da applaudire quella della casa editrice Coconino Press che con la collana Gekiga porta in Italia le opere dei grandi mankaga giapponesi. Non si parla dei classici manga che grande fortuna hanno avuto con la loro trasposizione in televisione (le cosiddette anime), ma di seinen, ossia manga pensati per un pubblico più adulto.



Dopo aver già trattato l’argomento seinen con il fumetto “Una gru infreddolita”, oggi sono venuto in contatto con un’altra opera di grande impatto: Elegia in rosso del mangaka Hayashi Seiichi che in circa 240 pagine mette in scena un lavoro che consegna al lettore una storia d’amore come tante, ma la illustra e la sviluppa in maniera originale, inserendovi odio, tradimento e rabbia.

Questo romanzo grafico è apparso per la prima volta tra il 1970 e il 1971 sulle pagine della rivista giapponese “Garo” al termine di un decennio segnato da profonde trasformazioni politiche e culturali. “Elegia in rosso” racconta la storia di due rivoluzionari mancati: Ichiro lavora nel cinema d’animazione, ma è in sostanza un uomo insoddisfatto. Sachiko, la sua ragazza, è coinvolta in movimenti di protesta, ma soffre le discriminazioni di una società maschilista.



Il loro sogno è quello di costruire un sereno rapporto di coppia. Ma la loro realtà quotidiana è fatta di noia, senso di oppressione e incapacità di comunicare.

Un fumetto ispirato alle controculture; una storia ancora oggi attualissima, nonostante siano passati oltre quarant’anni dalla sua prima apparizione. Una pietra miliare che batte la strada a nuovi modi di intendere il fumetto.



“Elegia in rosso” è un albero meraviglioso che germoglia verso l’alto in modo splendido, grazie a radici profonde e forti che si diramano sotto un terreno pieno zeppo di tradizione e cultura giapponese. Hayashi Seiichi è riuscito a scalare una montagna costellata d’amore, tradimento e morte; un monte impervio dove solo i più grandi riescono a raggiungere la cima.

La semplicità apparente del tratto dell’autore collima con l’altrettanto apparente semplicità del tema trattato. Tavole lineari e quasi scontate, intervallate da altre dove  volti e luoghi vengono raffigurati come foto di un tempo; un bianco e nero che a tratti quasi commuove, si scaglia contro il lettore quasi a voler urlare “Io sono la mia arte!”.

Elegia in rosso diviene un’ottima occasione per conoscere una delle pagine più significative della produzione fumettistica del paese del sol levante.

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