Comics World N. 12: Diritti D’Autore e Controversie

Pubblicato il 13 Maggio 2011 alle 00:00

In questa puntata di ‘Comics World’ intendo ragionare di nuovo su Jack Kirby. Ma stavolta non mi soffermerò sulle sue opere quanto su una controversia che pareva superata e che invece negli ultimi tempi è ritornata alla ribalta nel comicdom americano. Come tutti sanno, King Jack, al pari di Stan Lee e Steve Ditko, è considerato il padre del Marvel Universe, e ha rappresentato le fondamenta creative di una casa editrice che avrebbe pubblicato personaggi immortali come i Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno, Thor e così via.

Si è sempre ritenuto che Lee fosse la mente delle storie Marvel, da lui scritte e sceneggiate; e che Kirby e gli altri penciler si siano semplicemente limitati ad illustrare le appassionanti vicende dei super-eroi concepite dal Sorridente. Tuttavia, negli anni ottanta, Kirby intentò una causa all’etichetta, affermando di essere stato lui e solo lui l’inventore dei Marvel characters più rilevanti. E l’intero comicdom prese posizione: alcuni diedero ragione a Jack, altri no. In ogni caso, il Re non ottenne nulla.

E’ pur vero, come affermò Roy Thomas, che Kirby non era un semplice disegnatore e spesso modificava le trame di Lee, inserendovi personaggi non previsti nello script. E lo stesso Stan ammise che il celeberrimo Silver Surfer fu, appunto, ideato da Kirby nella leggendaria story-line dei Fantastici Quattro che introdusse il divoratore di mondi Galactus e che lui se lo ritrovò di punto in bianco in una pagina, senza averlo mai richiesto o immaginato.

Ovviamente non sono in grado di stabilire se Jack dicesse o meno la verità. Certo è che il suo abbandono della Marvel fu causato anche da questo fattore e non solo dalle insoddisfazioni economiche che lo tormentavano. Ma è storia del passato. O almeno era così fino a pochi mesi fa. Poiché, come ogni utente sa, quando la  Disney è entrata in gioco, con un’operazione economico-finanziaria che ha fatto discutere, la diatriba sui diritti dei classici personaggi è ricominciata, più aspra che mai.

Gli eredi di Jack, infatti, allettati dalla possibilità di spillare soldi a una compagnia come la Disney, hanno nuovamente fatto causa alla Marvel, affermando che Kirby è l’inventore di Spidey e compagnia e che, di conseguenza, i diritti d’autore di queste creazioni non gli sono mai stati riconosciuti. Per un senso di giustizia (qui faccio un ghigno), tali diritti oggi dovrebbero finire nelle mani dei suoi legittimi eredi.

Nomi importanti come Stan Lee, Roy Thomas e altri leggendari protagonisti della storia Marvel sono stati chiamati dall’autorità giudiziaria per rilasciare una deposizione preliminare sulla questione (tali deposizioni possono essere lette nel sito www.bleedingcool.com) e di sicuro ne vedremo delle belle.

In alcuni siti americani, però, c’è chi ha criticato gli eredi di Jack, definendoli avidi, approfittatori, eccetera eccetera. Ribadendo che non so chi abbia ragione in questa controversia che si annuncia complicata, devo, però, affermare che, a mio parere, se un autore inventa un personaggio per una casa editrice, dovrebbe avere il copyright di tale creazione; o perlomeno gli dovrebbe essere riconosciuta una percentuale sui diritti. E lo stesso dicasi per le storie.

E’ risaputo, per esempio, che Frank Miller ha inventato Elektra. Ma i diritti della ninja appartengono alla Marvel e se questa decidesse di trasformarla in una Skrull (riferimento voluto) il signor Miller, se è in disaccordo con simile scelta, non ha nessuna possibilità di impedirlo. È giusto? Secondo me, no.

È vera, però, anche una cosa: si sa che, se si decide di lavorare per Marvel e DC e si inventa un personaggio per una di queste etichette, i diritti vanno automaticamente alla casa editrice. Può essere una regola discutibile, ma è, appunto, questa la regola. Di conseguenza, un cartoonist può scegliere di non lavorare per una specifica compagnia (ed è stato il caso di numerosi autori); oppure può lavorare senza inventare eroi o criminali, limitandosi ad utilizzare quelli già esistenti (come, in linea di massima, fece John Byrne che inventò solo l’assurda Spinnerette, qualche strampalato villain per il serial Alpha Flight e poco altro; ma i suoi Next Men si guardò bene dal proporli alla Marvel o alla DC).

E fu per questo motivo che McFarlane e soci, nei primi anni novanta, fondarono la Image. Proprio perché volevano avere i diritti delle loro creazioni e guadagnarci. Non ci trovo nulla di scandaloso. Anzi, è assolutamente legittimo. Perciò, avidi o no che siano, mi sento di stare dalla parte degli eredi di Kirby (sempre ammesso e non concesso che Jack sia effettivamente stato l’inventore dei Marvel heroes e, francamente, dimostrarlo mi pare arduo).

Ma il discorso sul diritto d’autore è complesso. Alcuni affermano che non dovrebbe esistere perché tutela solo gli autori o le case editrici e impedirebbe la diffusione di determinati prodotti. È una tesi discutibile. Molte etichette americane, per esempio la Charlton, non esistono da decenni e i loro comics sono disponibili in quel vasto universo che è la rete. In questa maniera chiunque può leggerli e apprezzarli ed è un fatto positivo. Ma, d’altro canto, chiunque può prenderli, pubblicarli e lucrarci sopra, compiendo una deplorevole opera di speculazione. E per quale ragione gli speculatori dovrebbero sfruttare un artista, senza pagare nulla a lui (se è ancora vivo) o ai suoi eredi?

Questo è il quesito che mi pongo e mi piacerebbe conoscere il vostro parere.

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