Federico Vascotto
Federico Vascotto
2022-01-13T10:09:45+01:00

Hotel Transylvania 4: recensione del quarto capitolo della saga animata

Con il disappunto di qualcuno, il quarto ed ultimo capitolo della saga animata di Sony Pictures Animation Hotel Transylvania 4: Uno scambio mostruoso (in originale Hotel Transylvania 4: Transformania) arriva direttamente on demand su Amazon Prime Video compreso nell’abbonamento. Un quarto capitolo che intrattiene e ricalca alcune tematiche dei precedenti, e che pur risultando un po’ ripetitivo riesce ad alzare l’asticella dell’animazione. Ve lo raccontiamo in questa recensione senza spoiler.



Hotel Transylvania 4: uno scambio mostruoso per chiudere il franchise

Dopo il terzo capitolo che portava i nostri in crociera, parafrasando le caratteristiche della stessa in versione mostruosa, per l’ultima volta espandiamo ancora gli orizzonti del fortunato franchise animato di Sony andando in giro per il mondo alla ricerca di un antico artefatto dopo l’ennesimo disastro combinato dal Conte Drac, e nuovamente per paura, proprio lui che della paura (da incutere gli altri) ha fatto il proprio marchio di fabbrica.



C’è la festa per l’anniversario dell’Hotel Transylvania del titolo e dovrebbe essere l’occasione per Drac di ritirarsi e andare in pensione, lasciando la sua preziosa attività a Mavis e Johnny. L’incipit porta alla luce (o meglio, al buio) il tema dell’eredità (perfetto per il capitolo conclusivo della storia) non solo da padre a figlia ma soprattutto da padre e genero: il buon Johnny (un sempre esplosivo Andy Samberg in originale) che, nonostante tutto quello che hanno passato insieme, l’ultracentenario vampiro non è riuscito ad accettare totalmente come compagno umano della figlia Mavis. E quindi si inventa una clausola sul contratto dell’hotel innescando una serie di (dis)avventure per tutti i protagonisti, compresi gli amici di sempre Frankie, Wayne, Griffin e Murray e la compagna umana, Ericka Van Helsing.

Lo scambio mostruoso del titolo porterà l’accettazione ad un nuovo livello, poiché un mostro potrà diventare umano e viceversa: un Quel pazzo venerdì in versione animata e mostruosa, portando a gag e situazioni che permetteranno ai rispettivi personaggi, e soprattutto a Drac, di riflettere sulla propria natura e su quanto diamo per scontate alcune nostre peculiarità finché non le perdiamo (un atteggiamento molto umano e poco super, in fondo).



Torna quindi ancora una volta nel franchise la tematica della diversità e dell’accettazione, che in modo forse un po’ ridondante e stancante mostra un ulteriore lato della medaglia, e un ulteriore approfondimento sulla questione.

Ciò che però davvero colpisce e innalza questo quarto capitolo è l’animazione: da un lato si sono potuti sbizzarrire sull’umanità dei mostri e viceversa per il character design, dall’altro nonostante il cambio di regia da Genndy Tartakovsky (che però è rimasto alla sceneggiatura) alla coppia Jennifer Kluska & Derek Drymon, la comicità slapstick sfrutta tantissimo tutte le disavventure dei protagonisti e proprio la trasformazione dei loro corpi, giocando di prospettive e di inquadrature e movimenti di macchina.

Nel complesso, quindi, questo Hotel Trasylvania 4: Uno scambio mostruoso è un capitolo conclusivo non eccelso ma di piacevole intrattenimento, che brilla più per l’animazione e la tecnica spinta al massimo (insieme ai momenti musicali, of course) che per il contenuto narrativo un po’ ridondante, riuscendo però comunque a trovare nuovi spunti di riflessione e chiudendo con l’eredità dell’hotel in cui tutti, alla fine, almeno una volta nella vita (o nella morte) vorremmo pernottare.

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In Breve

Giudizio Globale

7.5

Sommario

Un capitolo meno scoppiettante dei primi due ma comunque dolce e avvincente, con una morale reiterata ma che utilizza benissimo l'animazione slapstick.

7.5

Punteggio Totale