Supergirl 4×15 – O Brother, Where Art Thou? | Recensione

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Dopo il drammatico finale della puntata della scorsa settimana nel già complicato scenario di National City fa il suo debutto… Lex Luthor!

L’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione QUI – si era concentrato in maniera efficace, eppure non troppo brillante, nel delineare lo scenario che aveva visto scontrarsi, sotto forma di due manifestazioni contrapposte, la fazione anti-alieni capeggiata dal neo-direttore per gli affari alieni, Ben Lockwood, e quello pro-alieni promossa in gran segreto da Brainiac e terminata con l’infiltrazione di Manchester Black per fortuna senza troppi feriti e soprattutto senza nessun morto.



Mentre questa dimostrazione di piazza aveva costretto Lockwood a rivedere la sua politica spregiudicata, l’episodio era terminato in maniera drammatica: qualcuno aveva sparato alle spalle di James nella sede della CatCo.

L’episodio di questa settimana, intitolato “O Brother, Where Art Thou?”, parte con una analessi che ci introduce a sorpresa Lex Luthor mostrandoci il suo arresto dopo il suo ultimo folle tentativo di battere Superman 4 anni prima.



La sequenza è propedeutica a reintrodurre il personaggio oggi: Lex sta morendo e chiede a Lena di aiutarlo. La donna infatti è ormai prossima a completare la ricerca sull’Harun-El le cui proprietà non servono soloa donare poteri metaumani ma sono anche curative.

Con James che lotta fra la vita e la morte si apre quindi un dilemma: utilizzare l’Harun-El per salvarlo. Lex offre a Lena le sue abilità per completare la ricerca in cambio di una dose che lo salvi dal cancro che lo sta divorando.



Mentre Kara e J’onn si mettono alla ricerca di Manchester, ritenuto responsabile dell’attentato a James, lo stesso Manchester riparte in una controffensiva dal risultato inaspettatamente duro per lo stesso J’onn. L’attacco intanto ha danneggiato gravemente l’ospedale costringendo Lena a somministrare la cura…

Con James fuori pericolo, la donna però comprende di essere stata beffata dal suo diabolico fratello.

Sgomberando subito il campo da qualsivoglia equivoco: “O Brother, Where Art Thou?” è un episodio che serve meramente ad introdurre il personaggio di Lex Luthor nell’Arrowverse e si regge sull’ottima prestazione attoriale del suo interprete Jon Cryer.

Gli sceneggiatori imbastiscono un episodio tutto sommato solido e ben congegnato sin dalle sue premesse in cui a farla da padrone è sia la tensione palpabile fra Lena e Lex sia sulla versione nervosa, subdola e un po’ campy – in una sorta di mix letale fra Gene Hackman, Michael Rosenbaum e Kevin Spacey – di un Cryer davvero a suo agio nei panni della nemesi dell’Uomo d’Acciaio candidandosi prepotentemente a nuovo villain principale della serie.

Se l’episodio quindi trova la sua ragion d’essere nello battaglia fra i Luthor, gli sceneggiatori peccano un po’ di ingenuità quando cercano di ficcare nel bel mezzo degli eventi anche lo scontro fra Manchester e J’onn. Questa particolare sotto-trama è decisamente ancora acerba e sembra, almeno a giudicare da quello che è accaduto in questo episodio, volta a portare proprio il personaggio di J’onn su territorio più cupi; bisognerà vedere poi l’effettiva utilità di tale scelta e come verrà gestito sino alla fine della stagione il personaggio di Manchester invece.

Dopo essersi appoggiata pesantemente sulla sua componente socio-politica e drama nell’ultimo filotto di episodio, Supergirl vira nuovamente su territori più classicamente supereroistici: riusciranno showrunner e sceneggiatori ad amalgare queste due anime in maniera sempre più organica per l’ultima parte di questa quarta stagione?

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