Iron Man: Extremis – La Collezione Definitiva delle Graphic Novel Marvel Vol. 5 | Recensione

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Siete pronti per Extremis, una delle saghe di Iron Man più acclamate degli ultimi anni? Allora non perdete questo volume, imperdibile per tutti gli appassionati del Vendicatore d’Oro, nonché per gli estimatori del provocatorio Warren Ellis!

Questa serie Hachette propone interessanti sequenze narrative delle principali serie Marvel (tuttavia, il titolo La Collezione Definitiva delle Graphic Novel Marvel è fuorviante, considerando che si tratta, appunto, di sequenze narrative e non di vere e proprie graphic novel). Questo quinto volume, in particolare, va tenuto d’occhio poiché include una delle più acclamate saghe di Iron Man degli ultimi anni: Extremis.



Originariamente pubblicata a partire dal n. 1 di The Invincible Iron Man, comic-book nato nel 2005, è stata ripresa da svariati autori e considerata l’inizio ufficiale dell’era contemporanea di Testa di Ferro e ha per giunta influenzato in parte la pellicola cinematografica di John Favreau. Con la nuova testata le origini di Iron Man furono modificate per rendere il personaggio più al passo con i tempi. Tale compito fu affidato a Warren Ellis, uno degli scrittori più trasgressivi di sempre, che con quest’opera si pose, quindi, l’obiettivo di rendere attuale un eroe non sempre facile da gestire.

Ellis concepisce una storia dai toni adulti e rende Tony Stark un uomo cupo che fa dell’isolamento la sua caratteristica fondamentale. Si tratta innanzitutto di un isolamento psicologico, dal momento che l’autore lo descrive come una specie di Howard Hughes misantropo che preferisce passare il tempo nel proprio garage a ideare nuovi progetti piuttosto che interagire con dipendenti e collaboratori. Ma è anche isolato fisicamente perché la corazza di Iron Man è una barriera che lo separa dal resto del mondo.



Ellis descrive in maniera efficace questa sensazione di solitudine e al contempo delinea una story-line coinvolgente, basata su una misteriosa e letale sostanza, l’Extremis, che qualcuno ha rubato. Il mondo evidenziato da Ellis è compromesso dall’ambiguità morale e non esiste una distinzione manichea tra bene e male e tale ambiguità è rappresentata da Maya Hansen, affascinante scienziata coinvolta nella creazione dell’Extremis e con diverse cose da nascondere. Tony Stark, d’altro canto, è un uomo del sistema, di per sé imperfetto, che cerca comunque di fare del suo meglio e di risolvere i problemi.

In questa storia Ellis affronta tematiche importanti e svolge un’analisi psicologica del protagonista davvero profonda. Nello stesso tempo riflette sulla generale atmosfera di angoscia provocata dal terrorismo, piaga che tormenta l’Occidente, nonché sulla mancanza di scrupoli del potere economico, finanziario e militare degli Stati Uniti. Lo fa scrivendo testi e dialoghi intensi e riflessivi, privi del sarcasmo che di solito contraddistingue numerose opere dell’autore britannico.



Naturalmente non manca l’azione ed Extremis può perciò essere considerato un fumetto in grado di intrattenere e di far riflettere nello stesso tempo. Ci sono poi riferimenti al passato di Iron Man, per la gioia dei lettori più nerd, e richiami all’ecologismo radicale e alla controcultura degli anni sessanta, simboleggiata da un amico scienziato di Tony Stark legato alle utopie del Flower Power. Ellis, inoltre, non si esime dal criticare l’atteggiamento massimalista di certi teorici della cospirazione tramite la figura di un giornalista che sottopone Tony Stark a una polemica intervista che assomiglia a un processo.

I disegni sono di Adi Granov che con Extremis realizzò uno dei suoi lavori migliori. Il suo stile è realistico, a tratti quasi iperrealista, e un po’ freddo; ma la freddezza ben si addice a un eroe che reprime le proprie emozioni e agisce in un ambiente tecnologico in cui il calore umano è del tutto assente. Ricorre spesso a inquadrature e primi piani di impostazione cinematografica e diverse pagine hanno un classico lay-out alla Watchmen. In altre occasioni, però, Granov si concede vignette di dimensioni più ampie che gli danno l’opportunità di sfoggiare il suo tratto elegante e plastico, specialmente nelle sequenze d’azione.
Granov si occupa pure dei colori. Prevalgono tonalità tenui, sovente oscure, che contribuiscono a rendere ancora più inquietante la trama evocata dalla prosa visionaria di Ellis.

Insomma, se non conoscete Extremis questo volume può permettervi di scoprire quella che, lo ripeto, è considerata una delle saghe migliori di Iron Man mai realizzate. Da provare.

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