Autori: Allan Heinberg (testi), Jim Cheung, Andrea Di Vito (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 9,99, 18 x 28, pp. 192, col.
Data di pubblicazione: gennaio 2012
Negli ultimi anni i Vendicatori hanno avuto una innegabile importanza nel Marvel Universe, non solo dal punto di vista narrativo ma anche da quello editoriale, considerando le varie serie e miniserie ad essi dedicate. Ciò si deve all’operato di Brian Michael Bendis, autore di punta della casa editrice, che malgrado abbia, a mio parere, stravolto e snaturato le atmosfere delle storie degli Avengers, ha comunque l’indubbio merito di aver messo sotto la luce dei riflettori il gruppo di supereroi più potenti della terra, dando vita a una vera e propria linea di mensili imperniati su differenti squadre ‘vendicative’.
Un esempio di tale tendenza è rappresentato dagli Young Avengers, team di giovani supereroi che si ispirano alle vecchie glorie, agendo però in maniera autonoma e poco avvezzi a farsi influenzare o guidare da Cap o Iron Man. Questo volume della collana Supereroi Le Leggende Marvel include i primi episodi del serial, scritti da Allan Heinberg e disegnati da Jim Cheung e Andrea Di Vito.
Innanzitutto, bisogna ammettere che le psicologie dei personaggi sono azzeccate e le loro vicende interessanti, peraltro collegate a molti importanti eventi del Marvel Universe (e questo in un periodo in cui, sotto la guida di Joe Quesada, la continuity e la coesione del mondo narrativo creato da Lee e Kirby erano trascurate!). Uno degli elementi fondamentali del gruppo è Iron_Lad, un mix di Visione (condivide nel suo hardware i banchi di memoria del celebre sintezoide) e di Iron Man, e non è altri che il futuro Kang il Conquistatore, tornato nel presente per cercare di non diventare il tiranno che tutti conoscono, adottando, appunto, l’identità di Iron-Lad.
Poi c’è Patriot, un ragazzo di colore nipote del cosiddetto ‘Capitan America nero’ (ebbene sì, nei meandri complicati della storiografia Marvel è esistito persino un Cap afroamericano). Altra componente del gruppo è Stature, cioè Cassie Lang, figlia del secondo Ant-Man, ora cresciuta e con un carattere ribelle e indisciplinato. C’è inoltre Occhio di Falco, che non è Clint Barton, ma una bruna aggressiva, abilissima con arco e frecce, e che ha deciso di adottare quel nome di battaglia per onorarlo.
Non si può ignorare Hulkling, vagamente somigliante ad Hulk e che ha la storia più inquietante: è il frutto di una notte di passione tra l’originale Capitan Marvel e la principessa Anelle degli Skrull. Di conseguenza, è un ibrido di geni kree e skrull e già i rispettivi popoli, da tempo in guerra, inizieranno a combattere per assicurarsi i servigi di cotanto guerriero. Come se non bastasse, Hulkling è gay e fa coppia con Wiccan, versione maschile e adolescente di Scarlet. Suo fratello, Speed, velocista alla Quicksilver, è invece etero convinto. Non ho citato Scarlet invano, poiché i due sono proprio i figli di Wanda Maximoff.
La natura dei character, quindi, implica parecchi legami, quasi da soap opera, con altre creazioni Marvel. Peraltro, Hulkling e Wiccan, coppia dichiaratamente gay (e pensiamo che i membri del team sono tutti minorenni!) suscitarono un acceso dibattito in America tra i lettori più conservatori. Va detto che i due non sono stati trattati in maniera provocatoria (più o meno come aveva fatto Milligan con Phat e Vivisector nella sua X-Statix) e in questo, secondo me, Heinberg ha dimostrato intelligenza, non cadendo nella facile provocazione. Nella sua ottica, infatti, i due super innamorati sono, appunto, semplicemente due ragazzi che si amano, né più né meno dei loro coetanei etero.
Le storie sono divertenti e godibili, con il giusto equilibrio di azione e introspezione, e i testi e i dialoghi ben curati. E la parte grafica è notevole. Jim Cheung, che nelle prove precedenti non mi aveva mai convinto, con Young Avengers fece un balzo di qualità, caratterizzando in maniera efficace ogni personaggio e impostando le tavole con modalità intriganti, e lo stesso vale pure per l’ottimo Andrea Di Vito. Di conseguenza, ritengo che la riproposta di questi episodi non sia affatto trascurabile e merita sicuramente un’opportunità.