Riverdale 2×22 – Brave New World | Recensione

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The plan remains the same…

Come visto nell’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione qui – l’ora più buia era calata su Riverdale. Le strade era divenute teatro di proteste e rivolte sia contro gli abitanti, mai troppo graditi, della parte sud della città sia per la mancanza di sicurezza rappresentata dal ritorno del Black Hood. Con la confessione e l’arresto di Hal Cooper, l’inafferrabile Black Hood, il compito di cercare di fermare le rivolte era caduto sulle spalle di Jughead che si era letteralmente immolato per fermare i Ghoulies.



L’episodio di questa settimana – il season finale intitolato Brave New World – riparte con un Jug che si risveglia in un letto di ospedale: le rivolte sono state sedate e il Black Hood arrestato. Il ragazzo inizia rapidamente ad unire, finalmente e definitivamente, tutte le tessere di un puzzle durato lungo un anno intero: Hiram Lodge è il vero vincitore. L’uomo ha manipolato tutte le instabili forze della parte sud affinché si autodistruggessero facendo piazza pulita del vecchio e facendo così subentrare il “nuovo” al suo soldo – i Ghoulies nello specifico. In città invece, con la nomina del nuovo sceriffo, aveva anche fatto registrare l’arresto del pericoloso serial killer.

La strade verso il dominio della città è spianato e potrà essere coronato solo dall’elezione della moglie Hermione. Intanto i quattro protagonisti si confrontano sugli ultimi folli giorni e Veronica decide di guidare la carica contro i genitori nel tentativo di ostacolare le mire espansionistiche del padre e quelle politiche della madre. Sarà proprio quest’ultima, probabilmente perché avvertito che il marito sta tramando anche alle sue spalle, a imbeccare Veronica che riesce a fare leva sul padre e ostacolare, seppur temporaneamente, i piani.



Jug intanto deve fronteggiare il padre che vuole sciogliere per sempre i Serpents. Sarà però Cheryl a fornire un prezioso aiuto: origliando un incontro fra la madre, lo zio Claudius e Hiram Lodge, la ragazza avverte gli amici che la polizia è pronta ad una retata contro i Serpents rimasti. Fred Andrews accoglierà così i “profughi” sperando di ottenere un’ultima spinta per le elezioni ormai imminenti.

Mentre Betty affronta per l’ultima volta il padre, anche nel liceo si cerca di fare piazza pulita dei Serpents ma sarà Archie a esporsi in prima persona coinvolgendo tutti gli studenti e ottenendo così un importante spinta per le sue di elezioni questa volta. Tuttavia la fase dovrà essere rimandata: minacciare Hiram Lodge porta sempre delle conseguenze…



Brave New World è un finale di stagione meno scoppiettante di quello che ci aspetterebbe.

L’episodio infatti vira trattando subito  le conseguenze del piano perfettamente riuscito di Hiram Lodge sia sulla città che sui quattro protagonisti. Sicuramente più dinamica è la seconda metà dell’episodio dove sceneggiatori e showrunner tirano le fila delle sottotrame delle elezioni nelle quali riescono sapientemente a innestare il nuovo status quo dei personaggi: Jug è ormai leader incontrastato dei Serpents e dovrà riconquistare una parte sud ormai dominata dai Ghoulies, Betty ha sì affrontato il padre ma nuove minacce si profila all’orizzonte e sembrano rappresentate addirittura dalla sorella, Veronica ha intrapreso un braccio di ferro con il padre che potrebbe portarla a perdere tutto e infine Archie è quello che, dopo aver assaporato la calma apparente, viene incastrato clamorosamente.

In definitiva la cifra di questo season finale è la legittimazione di Hiram Lodge come vero e proprio antagonista, che sempre avere ancora parecchi piani da mettere in pratica per Riverdale, e ovviamente il nuovo status quo dei protagonisti. In tal senso il loro percorso era abbastanza prevedibile seppur “amplificato” dal season finale che è propedeutico, con un ottimo cliffhanger, per la prossima stagione. Interessanti sono anche i risvolti per alcuni personaggi secondari come Cheryl e Kevin.

La regia è vibrante e grazie a un ritmo mai troppo blando riesce a guidare lo spettatore verso il suddetto cliffhanger finale servendosi, come ci ha già abituato la serie, in maniera eccellente sia della colonna sonora che delle citazioni cinematografiche e non per mantenere alta l’attenzione.

Riverdale supera a pieni voti l’esame della seconda stagione. La prova non era assolutamente facile perché da un lato doveva replicare l’ottimo riscontro della prima stagione e dall’altro doveva misurarsi con una stagione che vedeva raddoppiato il numero dei suoi episodi. Le atmosfere, lo stile e soluzioni sempre fresche e estremamente pop hanno aiutato showrunner e sceneggiatori a rileggere in chiave moderna gli stilemi del drama e teen drama confezionando un prodotto coinvolgente, mai banale in cui i passaggi a vuoto sono stati davvero pochissimi. La terza stagione dovrà, ovviamente, quanto di buono fatto vedere finora ma continuare a far evolvere personaggi e situazioni in maniera tanto innovativa ma senza dimenticare quello che ormai un agguerrito gruppo di fan richiede dalla serie.

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