Recensione – Taboo, finale di stagione

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“Una splendida giornata per morire in mare”.

Dopo sette episodi di intrighi e doppio gioco, Taboo ci regala un finale emozionante e tumultuoso.



Il solipsismo di James Delaney toglie il fiato per il frenetico ritmo col quale, in poco più di cinquanta minuti, riesce a districare tutti i nodi accumulati sul pettine delle scorse puntate, cogliendo anche l’occasione per strizzare l’occhiolino alla prossima stagione.

Steven Knight porta a compimento il suo film da otto ore, con un ultimo atto pieno d’azione e una narrazione arguta e soddisfacente.



Il suicidio di Zilpha, così sbrigativo e inaspettato, è l’unico neo di una puntata pressoché perfetta: fortunatamente ci viene mostrato all’inizio, così da non rischiare di interrompere la narrazione nelle fasi più salienti. Il personaggio non ha mai particolarmente brillato e Knight, che è uno scrittore tanto scaltro quanto esperto, non appena se ne è reso conto ha saputo usarlo a proprio vantaggio: la morte della sorella coglie James di sorpresa, dando la possibilità a Tom Hardy e Jessie Buckley di brillare in una scena particolarmente significativa e particolarmente drammatica nel soggiorno di casa Delaney.

Per la prossima stagione il mio consiglio è di comprimere la vicenda in sei puntate, piuttosto che otto, così da valorizzare il ritmo delle sotto trame imbastite da Knight. La bandiera americana, il cambio di rotta verso le Azzorre e il suo misterioso contatto, Colonnade, sono i tre elementi dai quali partirà il molto pronosticabile Taboo 2 (di recente Knight ha dichiarato che “ci stanno lavorando, ma visto il gran successo di critica e pubblico è difficile che la corsa finisca qui): la Londra dell’Età della Reggenza è stata un’ambientazione sublime ed evocativa, ma non mi dispiacerà esplorare il resto di questo oscuro e misterioso mondo insieme a Delaney e il suo equipaggio.



E a voi?

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