Ci sono giorni in cui il lettore ha bisogno di leggere qualcosa di puramente tenero e allo stesso tempo profondo, qualcosa che, a fine lettura, possa lasciargli un sorriso e la consapevolezza che l’umanità sia più complicata e meravigliosa di quanto possa sembrare a volte.
Chi ha paura della Volpe Cattiva?, edito da Rizzoli e magistralmente raccontato da Benjamin Renner (uno degli autori del film d’animazione Ernest e Célestine) è una favola popolata da volpi non esattamente cattive e galline non propriamente indifese, in grado di ribaltare gli stereotipi e provare che anche una volpe, normalmente guidata dalla fame e dai propri istinti, può essere la madre di tre pulcini.
Come in una favola di Esopo, tutto inizia quando una volpe piuttosto imbranata e un lupo decidono di allearsi per soddisfare la loro fame: ingegnano quindi un piano che spingerà la volpe a rubare tre uova da un pollaio di tenaci galline, guidate da un cane pigro e nullafacente.
Ora, però, viene la parte difficile: la volpe, infatti, dovrà prima covare le uova e poi allevare i pulcini che ne usciranno, aspettando insieme al lupo il momento in cui saranno belli rotondetti. Ma cosa succede, però, se i tre pulcini scambiano la volpe non poi tanto cattiva per la loro mamma, e lei finisce con l’affezionarsi a loro?
I personaggi di Chi ha paura della Volpe Cattiva? sono tutti tratteggiati sapientemente e con una gran dose di ironia, dal lupo sempre composto e con gli occhi perennemente annoiati al gruppo di galline che si improvvisano sterminatrici di volpi.
La trama principale viene piacevolmente portata avanti da sketch molto divertenti, sia per i bambini che per gli adulti, e i lettori saranno testimoni di molti episodi di tenerezza, nonostante siano ambientati in quel mondo spesso spietato, in cui vale la legge del più forte, che è la natura. In questo caso, però, la natura è metafora dell’umanità: un’umanità in grado di andare oltre i propri istinti e la semplice distinzione volpe/gallina, diverso/diverso.