Holy Talker vol. 1-3 – Rando Ayamine – recensione

Pubblicato il 6 Aprile 2011 alle 11:43

Holy Talker 1-3

Autore: Rando Ayamine.
Casa editrice:
GP Publishing.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
3,90 Euro.
Note: in prosecuzione, in Giappone sono arrivati al sesto volume.
Recensione


Moegi Takayama, soprannominata la Santa Madre, suo fratello Renga, e i loro compagni Noshime Kinoshita e Suou Kagayama, sono quattro giovani studenti delle superiori facenti parte del Comitato Studentesco dell’Istituto del Sacro Giglio Bianco, dedita ad esorcizzare e sigillare entità demoniache che a quanto pare dilagano ovunque, infestando case, oggetti, persone e attentando alle anime di numerosissime vittime.

Sono tutti e quattro quindi studenti esorcisti (!?), ma solo Moegi ha il potere di creare il cosiddetto Santo Graal, ovvero una sorta di manufatto che bagnato col suo sangue serve proprio a rimandare all’Inferno il demone alla fine di ogni esorcismo (non è ben chiaro se si tratta di quello presumibilmente vero o di qualcosa di simile); a dar loro una ulteriore mano nel già gravoso compito arriva poi il singolare Chitose Amakusa, un giovane prete giunto addirittura da Lourdes (!!), in parte (ma per quanto?), posseduto da un demone con una sola ala nera, in grado di distruggere altri demoni mangiandone letteralmente l’anima.

Il simpatico sacerdote però, nel tempo libero ama dilettarsi in furti di biancheria intima con disarmante e sconcertante entusiasmo, ma la cosa incredibile è che non è l’unico personaggio sballato della serie; infatti Moegi, che sembrerebbe la più morigerata e sensata di tutti, visto anche il delicatissimo ruolo che ricopre, si prende subito una cotta per lui, il fratello Renga a sua volta, molto popolare tra le ragazze, è invece morbosamente attaccato proprio alla sorella, infine la loro compagna Noshime adora i videogiochi porno (e spesso provoca Renga regalandogliene uno, così che anche lui possa dar sfogo ai suoi bassi istinti, visto che con la sorella è impossibile).

Sembrerebbe salvarsi solo Suou Kagayama, in effetti finora un po’ introverso e taciturno, che si limita a tirarsela un po’, perché se parliamo dell’ultimo componente del cast principale, ovvero della loro referente nonché dottoressa dell’Istituto, Kuri Matsutouin, sembra messa lì solo per dar sfoggio delle sue prosperose forme e fare tanta tanta “simpatia” (il che non è detto sia un male), vedere la copertina del terzo volume con le sue bocce ben in evidenza per credere; il manga di Rando Ayamine, già autore di Get Backers, si presenta così come una divertente e scanzonata commedia scolastica attraversata però dalle drammatiche e terrificanti vicende legate ai demoni, che sembrano non aver di meglio da fare che infestare la Terra, e nella fattispecie i paraggi della scuola dei nostri eroi.

All’ultimo esorcismo però un frammento del Santo Graal è stato trovato all’interno di un demone, e per indagare sull’accaduto la nostra curiosa compagnia di studenti deve recarsi dal precedente Apostolo (e arriviamo appunto al terzo volume); il problema è che il tutto, contesto e protagonisti, almeno per quanto visto finora, comincia via via ad assumere connotazioni che dal bizzarro scivolano un po’ pericolosamente verso l’assurdo o l’improbabile, per non dire al confusionario se contiamo anche qualche comprimario disegnato troppo uguale all’altro.

Il clima festaiolo della parte scolastica stride un po’ col dramma della caccia e degli esorcismi delle entità demoniache, diciamo che i due piani per ora non sembrano amalgamati a dovere, cosa che si rileva anche nel carattere dei personaggi; uno è allupato dalla sorella, l’altro ruba mutandine, una terza è appassionata di videogiochi porno (!?), l’insegnante prosperosa pare stare lì soprattutto per intermezzi imbarazzanti e osè, tutti poi rischiano la vita e si gettano all’inseguimento di orribili creature per scaraventarle all’inferno come se fossero eroi senza macchia e senza paura (e il metodo usato, quello del Santo Graal, sarebbe anche da chiarire un po’ meglio).

La storia insomma non è magari un guazzabuglio di trovate buttate lì a casaccio, ma troppe idee per così dire “originali” e anche una certa uniformità nel tratto che aiuta a confondere alcuni personaggi (principalmente Moegi con Noshime) o a non riconoscerli alla prima occhiata, contribuiscono a spiazzare un po’ il lettore (e non è detto necessariamente in senso positivo); le spiegazioni poi sui sistemi per combattere i demoni sono un po’ farraginose e involute, complice anche uno storytelling a tratti pesante, l’autore infatti arriva a frantumare molte pagine con una marea di vignette (e relativo balloon col dialogo), raggiungendo l’apice con quelle (giusto un paio) di 1 cm x 1/2 cm, con dentro un personaggino e la sua battuta, microscopici entrambi ovviamente (un vero record!), per non parlare degli incisi che si sprecano e di dialoghi in taluni punti verbosi.

Si salvano, per fortuna non tutto è da buttare, la simpatia di gran parte dei protagonisti, l’aspetto sufficientemente orripilante dei vari demoni (almeno di quei pochi visti finora), e le situazioni che virano un po’ sullo spinto (quasi tutte abbastanza divertenti e gustose), semmai il problema è la coesistenza, come detto, tra le strizzate d’occhio all’hentai e le venature orrorifiche, tra il clima allegro e quello drammatico; disegni che risentono di inquadrature un po’ troppo uguali, e prese spesso dal basso verso l’alto, risultando alla fine un po’ irritanti e stucchevoli (coi vari protagonisti che sembrano stare continuamente in posa), oltre che di tratteggi dei diversi personaggi non in grado di differenziarli sempre a dovere, pur essendo curati e dettagliati, tutti elementi che comunque non aiutano sicuramente ad alleggerire e sveltire la lettura.


Voto: 6 e 1/2.

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