Neil Gaiman, celebrato autore di Sandman, ha avuto un ruolo importante nella storia della DC e molte delle sue creazioni hanno ispirato numerosi cartoonist. Tra i personaggi da lui ideati va annoverato Tim Hunter che esordì nella miniserie Books of Magic. Il ragazzo aveva le capacità di diventare il più potente mago dell’universo e alla fine di quella trama sceglieva consapevolmente la strada della magia. In un certo qual modo, Tim fu una specie di antesignano del più fortunato Harry Potter e sulla scia del successo della mini fu varata una serie regolare inserita nella divisione editoriale Vertigo.
Come sanno i fan, Magic Press ha pubblicato buona parte della collana ma ci sono diversi episodi ancora inediti che ora Lion sta traducendo. Siamo giunti al secondo volume dell’attuale edizione che include i nn. 62-68 del comic-book originale nonché un breve episodio tratto da Winter’s Edge n. 2. I testi sono di Peter Gross che molti conoscono come penciler dell’acclamata Lucifer e di The Unwritten, tra le altre cose. Gross gioca con elementi narrativi introdotti da Gaiman in Sandman e in ulteriori opere e delinea una story-line piacevole dai toni fantasy.
La situazione di Tim non è facile. La sua ragazza l’ha lasciato, non ha più parenti, a parte il perfido fratellastro Ciryl, e c’è in circolazione un doppelganger malvagio proveniente da una dimensione parallela che ha pessime intenzioni nei confronti suoi e dell’intero universo. Dopo la risoluzione di alcune questioni in sospeso tra Tim e Ciryl (e qui abbiamo modo di notare un lato ambiguo e negativo di Tim), inizia una story-line collocata in un contesto fiabesco. Tim, infatti, sempre più malinconico e disilluso, rinuncia ai suoi poteri magici e si rifugia in un regno popolato da strane creature.
E finisce nella Locanda tra i Mondi, luogo ben noto ai lettori di Sandman. Il posto pullula di elfi, abitanti del reame di Morfeo, persone che sognano e appaiono persino la malvagia Titania e Tamlin, colui che afferma di essere il vero padre di Tim. Gross narra vicende dai toni fiabeschi e immaginifici e getta le basi per drammatici, futuri sviluppi. Come ho già scritto, infatti, il doppelganger di Tim sta per colpire e i confini che delimitano i mondi del Multiverso stanno per essere distrutti. Di conseguenza, gli dei dell’Olimpo, Oberon, il bibliotecario Lucien, angeli, demoni e altri character si riuniscono per cercare di risolvere il problema. Gross utilizza e approfondisce quindi parecchi spunti e idee narrative dell’autore di Sandman.
Un episodio è scritto da Peter Hogan e anche in questo caso c’è un personaggio collegato alla serie di Morfeo e cioè Robin Goodfellow, l’elfo introdotto in ‘Sogno di una Notte di Mezza Estate’. Dal punto di vista dei testi, il tp è valido con dialoghi intensi e introspettivi. Gross si occupa inoltre di buona parte dei disegni. Il suo stile non è eccezionale ma di buon livello ed è interessante la particolare costruzione della tavola. Altri penciler coinvolti sono Gary Amaro, Jason Lutes, Ryan Kelly e Michael Lark che si dimostrano funzionali ed efficaci. The Books of Magic è perciò interessante e piacerà agli amanti del fantasy e a coloro che apprezzano le atmosfere magiche ed esoteriche di impostazione Vertigo.