Fables, la geniale serie ideata da Bill Willingham, sarà ricordata come una delle pietre miliari della Vertigo al pari di altri acclamati capolavori come Sandman, Shade The Changing Man, Hellblazer o Preacher. L’idea originale dello sceneggiatore americano, quella cioè di utilizzare i classici personaggi delle favole in un contesto contemporaneo, si è rivelata vincente, dando vita a una pletora di iniziative collaterali accolte con favore dai lettori. Il successo di Fables è dovuto alle trame inventive, alla riuscita caratterizzazione dei personaggi e a intriganti intrecci da soap opera.
Dopo che Willingham ha portato a conclusione il lungo story-arc imperniato sull’annoso dissidio tra gli abitanti di Favolandia e il temibile Avversario, alias Geppetto, la situazione narrativa è mutata e da allora è successo di tutto. In verità Will aveva le idee chiare e sapeva dove andare a parare. Tutti i vari elementi introdotti nei tp precedenti, apparentemente scollegati tra loro, adesso iniziano a confluire fino a formare quello che lo stesso sceneggiatore definisce come l’ultima grande story-line di Fables. Perciò è lecito chiedersi: i nostri eroi vivranno felici e contenti, come in ogni fiaba che si rispetti?
A giudicare da ciò che avviene in questo tp che include i nn. 138-144 del comic-book originale sembrerebbe di no. In principio, Willingham si concentra sull’infido Geppetto che a quanto pare non ha ancora digerito la sua sconfitta da parte delle Fiabe. L’apparentemente innocuo vecchietto sta architettando qualcosa e nei prossimi episodi ne sapremo di più. Inoltre, viene introdotto un gruppo di giovani fiabe impegnate in una missione ambientata in una terra popolata da cani aggressivi e creature mostruose. Ma il piatto forte del volume è costituito dagli eventi che si verificano a Favolandia.
A causa dell’odioso Principe Brando, Bianca Neve e Rosa Rossa sono ai ferri corti e, sebbene in passato non siano mancati contrasti tra loro, adesso il conflitto sembra più aspro e difficilmente risolvibile. La stessa comunità di Favolandia è divisa e stanno per formarsi due fazioni, una dalla parte di Bianca e l’altra dalla parte di Rosa Rossa. Come se non bastasse, le streghe e gli stregoni del tredicesimo piano stanno iniziando ad agire in maniera meno sottile del consueto e la piccola Ozma vorrebbe avere il dominio sull’inquietante congrega.
Ma la vera minaccia proviene da Luca Wolf. Il celebre lupo di Fables, in seguito all’incontro con Boy Blue, è tornato in vita dopo essere stato trasformato in vetro. Ma un frammento è in possesso della malvagia Signora Spratt che ha ancora parecchi motivi di rancore nei confronti della comunità delle Fiabe ed è in grado di possedere Luca, al punto da spingerlo a muovere guerra ai suoi amici. Per giunta, i confini magici che celavano Favolandia stanno cedendo e i comuni mortali iniziano a percepirne l’esistenza con esiti potenzialmente catastrofici.
Willingham scrive una sequenza avvincente, ricca di colpi di scena (un personaggio morirà e un altro tornerà all’improvviso dopo un periodo di assenza), contrassegnata da un riuscito mix di azione, introspezione, fantasy e horror e persino influssi dei fumetti supereroici interpretati in chiave ironica. In poche parole, anche questo nuovo capitolo di Fables è valido e soddisferà gli estimatori del serial.
Alle matite si alternano Mark Buckingham che illustra gli script di Willingham con la particolare costruzione della tavola tipica del suo stile, e i meno efficaci Russell Braun e Steve Leialoha che comunque risultano funzionali. In appendice ci sono inoltre brevi storie dedicate all’Acchiappamosche, a Sinbad, al maialino Babe caro ai fan di Jack of Fables e agli spassosi topolini ciechi illustrate da Eric Shanower, Mark Buckingham, Tony Akins e Shawn McManus. Da provare.