Quando si discute di fantascienza si pensa ad alieni, pianeti lontani, imperi galattici e viaggi interstellari. In pratica, al cosiddetto filone dell’outer space, lo spazio esterno, che ne rappresenta l’espressione più popolare. Ma agli inizi degli anni sessanta il compianto J.G. Ballard scrisse racconti e romanzi che rivoluzionarono l’immaginario fantascientifico. A suo dire, la narrativa sci-fi doveva occuparsi degli esseri umani e della contemporaneità in chiave critica e analitica. L’autore di Crash e di Atrocity Exhibtion, quindi, coniò l’espressione inner space. Nella fantascienza dell’inner space gli elementi fantasiosi e immaginifici sono inseriti in contesti realistici e quotidiani e l’attenzione si concentra sull’inconscio degli esseri umani coinvolti in situazioni incomprensibili e perturbanti. Ballard quindi descrisse mondi devastati da cataclismi con i personaggi che però si adattavano agli eventi drammatici, modificando la loro psiche. Una delle sue frasi più celebri fu: ‘L’unico vero pianeta alieno è la terra e l’autentico extraterrestre è l’uomo’.
L’estetica del disastro e l’inner space ballardiani sono presenti in Abissi, saga firmata da Stéphane Betbeder e Federico Pietrobon che Mondadori Comics propone in un volume della collana Fantastica. E non solo perché nella storia, guarda caso, c’è una compagnia che si chiama Inner Space ma anche perché i cataclismi descritti da Betbeder e l’attenzione riservata agli stati d’animo dei personaggi ne fanno un’opera, appunto, essenzialmente ballardiana. La vicenda può essere letta a più livelli. Coloro che cercano una lettura di intrattenimento, ricca di suspense e colpi di scena, la troveranno; e quei lettori che apprezzano l’impegno e la riflessione non resteranno delusi dal momento che Abissi affronta tematiche importanti come quelle del dissidio tra scienza e spiritualità e dell’arroganza dell’uomo che manipola le leggi della natura con effetti terribili.
Tutto inizia con un evento scioccante. Le varie specie marine incominciano ad attaccare gli esseri umani e una squadra di scienziati collegata agli ambienti politici e militari cerca di trovare una risposta. Ma ben presto la situazione degenera e anche gli uccelli impazziscono, comportandosi come i pennuti di un film di Hitchcock. E pure gli altri animali dimostrano ostilità nei confronti del genere umano. Cosa sta accadendo, quindi? Qual è la natura di un misterioso segnale proveniente dall’Oceano Pacifico che pare essere la causa dell’orrore? Si tratta di un attacco extraterrestre? E se la risposta fosse più agghiacciante? E che ruolo ha una coppia di anziani che si trovano all’interno di una stazione spaziale e sono a conoscenza di molte cose?
Tra sciami di cavallette che paiono uscite dal Libro dell’Apocalisse, balene fameliche, cagnolini che di colpo mordono i padroni, Betdbeder realizza un capolavoro di tensione, collegandosi a suggestioni bibliche e alle ansie e alle paure contemporanee (tipo quella delle malattie poiché non manca una specie di morbo stile Ebola a tormentare gli sfortunati protagonisti della saga). I personaggi sono tutti ben delineati e tra essi spiccano Nathan e Mad, ex amanti che loro malgrado dovranno affrontare la situazione sperando di trovare una soluzione e che si riveleranno cruciali alla fine della storia. Betdbeder si fa inoltre influenzare dalle teorie spazio-temporali della fisica quantistica, come avranno modo di scoprire i lettori nelle pagine conclusive del volume. Di conseguenza, Abissi è tutto tranne che banale ed è caratterizzato da un perfetto equilibrio di azione e introspezione.
Se la sceneggiatura è di alto livello, la parte grafica è sopraffina. Il bravissimo Federico Pietrobon rende giustizia allo script con tavole di indiscutibile bellezza formale. Rappresenta l’oscurità degli abissi oceanici popolati da pesci minacciosi, gli spazi siderali vasti e intimidenti, le aree desertiche distrutte da esplosioni e incidenti di ogni genere, gli ambienti freddi e ipertecnologici dei laboratori e delle stazioni di ricerca, gli aggressivi stormi di gabbiani, i corpi umani in stato di decomposizione e tutti gli altri elementi che compongono questo splendido puzzle narrativo con un talento mozzafiato. Concepisce vignette minuscole, in genere imperniate su primi piani dal taglio cinematografico, e altre enormi a volte a doppia tavola, e tali scelte espressive rendono imprevedibile la lettura. Il tratto è poi valorizzato dai colori cupi, non esenti da esiti psichedelici, della sopraffina Marta Martinez. Insomma, se volete regalarvi un fumetto di qualità, Abissi è la scelta giusta. Da non perdere.