Blast of Tempest, vol.1 – la recensione dell’amletico shonen firmato Shirodaira

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Da Star Comics i complesso fantasy che ha goduto di un fortunato adattamento animato



 

All’inizio l’albero del Principio impediva alla Terra di sprofondare nel caos, ma in un lontano passato a esso si oppose l’albero della Distruzione che seppur sconfitto lo ferì gravemente e lo gettò in una specie di letargo rigenerativo; il compito di vegliare su di esso e impedire la rinascita dell’albero della Distruzione fu affidato alla stirpe Kusaribe l’unica a cui l’albero poté continuare a conferire il potere in grado di proteggere le leggi che regolano il mondo.



Dopo essere stata intrappolata su un’isola deserta, la maga Hakaze Kusaribe invia una richiesta d’aiuto per scongiurare la fine del mondo.Qualcuno della sua stessa stirpe vuole, infatti, riportare in vita l’albero della Distruzione credendolo l’unica chiave per fermare la distruzione del mondo e attraverso la magia della metallizzazione sta trasformando gli esseri umani in metallo. Il messaggio della maga giunge fino a Mahiro Fuwa uno studente delle superiori che accetta di aiutarla facendosi promettere in cambio l’uso della sua magia per scoprire il responsabile della misteriosa morte della sorella Aika. Insieme a lui troviamo coinvolto l’amico Yoshino Takigawa, segretamente fidanzato con Aika. Per scongiurare la rinascita dell’albero della Distruzione, Hakaze si servirà dei due giovani guidandoli in un’avventura ai limiti del paradosso temporale, in un vero e proprio rompicapo che sfida la logica comune.

“Il mondo è fuori dai cardini. Ahah, destino beffardo… Esser nati per sistemar le cose.”



Kyo Shirodaira, autrice della storia originale di Blast of Tempest scomoda Shakespeare spesso e volentieri tra le pagine della sua opera, così come nel titolo che richiama alla Tempesta shakespeariana. Hakaze incarna Prospero che bloccato su un’isola deserta tesse delle trame in cui costringe gli altri protagonisti a muoversi secondo le sue direttive. Mahiro è il più grande riferimento all’Amleto, essendo ferocemente animato dalla sete di vendetta per l’omicidio della sorella. Gli altri personaggi riempiono ruoli che riecheggiano quelli delle opere del drammaturgo inglese, per lo più citando i versi dell’Amleto o commentando come la loro situazione rievochi le opere narrate da Shakespeare. Il manga è improntato sul destino, il caso e le coincidenze: a tutto c’è una ragione e una logica dietro di essa, ed è su questa certezza che si muoveranno tutte le vicende.

Il primo volume di quella che chi ha visto l’anime sa già si tratterà di un’opera molto complessa si concentra soprattutto sul rapporto tra Mahiro, la sorellina Aika e Yoshino. Lo scopo principale di Mahiro è quello di rintracciare il responsabile dell’omicidio di Aika avvenuto un anno prima: il giovane dice che “salverà il mondo da solo”, ma in realtà collabora con Hakaze solo per ottenere ciò che vuole. Il suo è un personaggio difficile, anche il suo rapporto con Yoshino vive di continui alti e bassi. L’amico, al contrario, è molto più sensibile e decide di aiutare Hakaze a tornare dall’isola perché ha a cuore la salvezza del mondo. Il giovane è spesso combattuto tra il bisogno di celare la sua relazione con Aika e la necessità di rivelarlo a Mahiro.

L’uso della magia in questo manga è molto particolare perché è frutto di una determinata manipolazione. Essa si può ottenere solo con un’offerta da fare all’albero del Principio, nella misura di mezzi moderni e tecnologici quali armi e automobili.

La lettura di Blast of Tempest non è semplice: i paradossi temporali e logici, nonché le lunghissime dispute dialogiche tra i vari protagonisti la rendono un’opera complessa e di difficile interpretazione. La lotta tra il Principio e la Fine, la tragedia che sembra incombere come una sorta di fato predestinato, gli inganni, le bugie, i cattivi che in realtà sono buoni e l’esatto contrario, a dirla tutta Blast of Tempest sembra un gran calderone in cui sono stati buttati troppi ingredienti, alcuni dei quali inutili per la realizzazione della ricetta. I disegni di Ren Saizaki sono belli e curati: i protagonisti, buoni e cattivi molto avvenenti e le donne procaci. Originalissimi i frutti dell’albero della Distruzione, e i fondali sempre curati e precisi.

Il lettore appassionato di rompicapo sarà comunque affascinato dallo svolgersi sempre più ingarbugliato della trama e da un finale, come già anticipato dall’anime andato in onda nel 2012, destinato a lasciarlo di stucco.

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