Lion Comics speciale – Un anno in Italia – The New Countdown

Categorie: Speciali
Tag: ,
countdown new 2012
Dopo una lunga pausa torna The New Countdown con un speciale monografico, argomento: Lion Comics e DC in Italia.



Questo speciale nasce solleticato dall’intervento sul proprio blog di Francesco Settembre proprietario della fumetteria Antani Comics nonchè organizzatore di due manifestazioni del settore come Fumetterni e Narnia Fumetto.

Perché questo numero monografico?



Da un lato il buon Francesco ha snocciolato con la consapevolezza che solo un addetto ai lavori può avere una serie di problematiche e di riflessioni sull’operato della Lion Comics a 13 mesi (o giù di lì) dal suo avvento e dall’altro perché inutile confessare qualcosa di assolutamente palese ovvero il mio integralismo nei confronti della DC e dei suoi eroi e su cui posso dare un’opinione consapevole.



CURA EDITORIALE DEGLI ALBI

“Era la principale pecca di Planeta/De Agostini che, ad oggi, è stato forse l’editore più importante della DC in Italia, se non altro per quantità di pubblicato ed investimento sul prodotto nel giro di pochi anni.
L’editore spagnolo ha peccato, essenzialmente, per la totale mancanza di comunicazione, dovuta anche all’assenza di una redazione italiana, e per la poca cura che metteva nelle traduzioni e negli adattamenti. 
Lion, per alcuni versi, è riuscita a fare peggio: partita bene, è poi mano a mano peggiorata.”

C’è stato un momento in cui dalla Spagna avevano anche preso in considerazione una redazione italiana poi la situazione precipitò e sappiamo tutti o quasi come andò a finire.

Lion ha costruito un’ottima redazione italiana che però a mio modo di vedere non è mai riuscita ad esprimersi al 100%. Perché gente che lavora oggi in Lion non riesce a scrivere quei pezzi che su blog, forum e siti l’hanno portata alla ribalta?

Da non sottovalutare, secondo me, neanche l’assestamento che i vertici della redazione stessa hanno avuto: a poco più di un anno di vita c’era già da cambiare timoniere?

Si citano come esempi di scarsa cura editoriale i colori sbiaditi degli spillati: ho praticamente fatto sin da subito la scelta di seguire l’universo regolare in originale quindi oltre ad aver effettivamente sfogliato gli spillati ed aver constatato questi problemi non posso certo dire di averli “sofferti” in prima persona.

Di altra risma è invece il problema delle tavole ridotte inserite in una sola pagina: una pratica da giornaletto pura e semplice.

Nessun autore, nessun disegnatore nostrano legge più Batman e non si sdegna pubblicamente? Evidentemente leggere il fumetto USA supereroico non fa più figo, non fa curriculum, non è più un argomento da salotti del fumetto bene in Italia…i fenomeni del fumetto italiano sono altri e di ambienti socio-culturali ben precisi.

Il fatto rimane: il medium così trattato non aumenta certo la sua autorevolezza non ci sono campagne di sensibilizzazione che tengano.

QUALITA

Confrontare prezzi è giustamente una pratica futile sia perché c’è la maledetta crisi che ci attanaglia da qualche anno ormai sia perché citando Francesco:

l’editore è un imprenditore che deve gestire costi e ricavi, dati che conosce solo lui

ma

“quando una certa carenza qualitativa si somma a prezzi maggiori, qualcosa non funziona…”

Superati i primi mesi, diciamo 6, di assestamento i prodotti si sono più o meno omologati mantenendo una qualità discreta ma dal prezzo sì in linea con il mercato ma non competitivo: perché Batman World costa 9,95€ mentre 100 Bullets 5,95€?

Diversa tiratura ok, diverso target ok ma al lettore pensate freghi qualcosa? O meglio quello occasionale si terrà alla larga da un prodotto da 9,95€ mentre quello abituale noterà la disparità di trattamento.

Quando poi si aprono i volumi la musica spesso è stonata: si decide di stampare l’Animal Man di Milligan e finalmente la Doom Patrol di Grant Morrison ma si toppa alla grande:

La vicenda della Doom Patrol fra l’altra mi ha visto protagonista in prima persona sulla pagina Facebook dell’editore e solo dopo il polverone che ho alzato c’è stata una spiegazione ufficiale da parte della Lion che di fatto è però insindacabile ed insondabile e comunque non prevede nessun “risarcimento” ai lettori/acquirenti.

Morale? Io ho mollato la ristampa italiana e recuperato il ciclo in inglese.

Ricordate la polemica sul “Barman” comparso in uno dei volumi di Batman di Neal Adams della Planeta a me non sembra che questo baloon di Batman Gotham by Gaslight sia poi molto diverso:

Tirando le somme: con Planeta c’era quello strano miscuglio di italiano e spagnolo che mi (ci) faceva tanto arrabbiare però io della Planeta prendevo un buon 85/90% delle uscite mensili, della Lion invece un paio di volumi al mese e mi ritrovo queste sbavature? In percentuale allora la situazione non mi sembra migliorata di molto…

CALENDARI & CATOLOGHI, BEST SELLER E CONFUSIONE

Queste prime constatazioni aprono una lunghissima riflessione: dove sta andando la Lion? Qual è il suo progetto editoriale?

Il mio parere è che la Lion navighi a vista.

La barca in cui la Lion viaggia è quasi, e dico quasi, a prova di naufragio: ovvero il nuovo universo dei New 52 è una creatura creata prima di tutto tenendo conto di alcune esigenze commerciali che tradotto per la Lion ha significato avere un punto di inizio privilegiato, un numero 1 è sempre un magnete per nuovi lettori e/o curiosi, e dal punto di vista organizzativo semplice con testate già raggruppate per famiglia ad esempio.

Questa barca poi è adattabilissima: lo spillato antologico è un’arma rischiosa ma quando dalla madre patria ti chiudono testate deboli come Captain Atom il tuo gioco diventa ancora più semplice e si concretizza in una rinfrescata dei “comprimari” e in sostanza in uno spillato nuovo ed accessibile a nuovi o vecchi lettori scontenti delle prime scelte.

Insomma la barca è questa che vi piaccia o meno ma la rotta?

Dal suo esordio la Lion ha privilegiato un approccio per autori.

Esempio: si è stampato tutto ciò che c’era di stampabile su Tim Sale sia che fosse buono, brutto o cattivo (e perdonatemi la citazione) ma “inspiegabilmente” si sono lasciati fuori i classici come Il Lungo Halloween o Vittoria Oscura.

E qui entra in gioco da un lato la scelta di tralasciare l’approccio cronologico, come fatto ad esempio da Planeta e come fa in parte la Panini (giusto per fare l’avvocato del diavolo) in favore di quello per “grandi autori” che mostra i propri limiti allorché non tutto quello disegnato da Tim Sale in questo caso è degno d’attenzione e di acquisto e dall’altro ripropone l’annosa questione catalogo Planeta bloccato.

Questo approccio è senza ombra di dubbio rivolto al cliente occasionale: fornire, come se si fosse in una libreria di varia, una serie di volumi “fast food”.

Il cliente occasionale oggi c’è, si cavalca l’onda delle pellicole cinematografiche ad esempio, domani no! Lo zoccolo duro di DC-maniacs invece, seppur esiguo (?), resta fedele anche se imbronciato.

Va bene stampare una vagonata di roba di Batman, e nei prossimi mesi toccherà a Superman, ma perché non bilanciare la proposta fra volumi “fast food” e altri per accontentare lo zoccolo duro?

Poi come annunciato trionfalmente dalla stessa Lion in un recentissimo comunicato: “non è un caso che nel nostro Paese, se si escludono gli USA, vengono pubblicati il maggior numero di albi DC al mondo.

Grazie Lion!

Ma questo sforzo non indifferente è stato davvero necessario fin da subito? Non sarebbe stato meglio avere un numero di uscite più accorto in questo primo anno e dirottare risorse umane ed economiche in altro?

Tutto questo ci porta ai calendari ed alle tempistiche: la mole di uscite programmate dalla Lion per ora si è tradotta quasi ogni mese in volumi che slittano di almeno un paio di settimane.

Le tipografie non riescono a tenere i ritmi di lavoro e/o non sono in grado materialmente di stampare volumi decenti il che ci ha portati nell’ultimo mese a volumi stampati, benissimo o quasi, in Spagna! È grottesco lo so ma questo lascia intendere come la filiera produttiva viva ancora oggi una fase di assestamento.

Di questi ritardi ne risentono i calendari ormai meramente indicativi: non mi stancherò mai di ripetere quanto la calendarizzazione è importante! Per chi ha pochi soldi da spendere organizzarsi con date di uscite certe è fondamentale soprattutto quando le alternative ci sono e al lettore medio, dalla lista recuperi mediamente infinita, la carne urla ogni volta che entra in fumetteria.

I classici sono dal mio punto di vista un altro pomo della discordia: perché varare una collana che alterna ben 4 eroi ma dalla periodicità e dalla programmazioni bizzarra?

Insomma la mia conclusione su questi punti è che la Lion avrebbe dovuto pensare meglio il suo approccio alle ristampe, valutare di volta in volta cosa e come farlo e valutare anche la possibilità di foliazioni maggiori con prezzi più contenuti insomma da quelle grandi collane che furono Universo DC e Classici DC della Planeta ne sono nate due ovvero DC Essential e Classici DC con ancora parecchi “angoli da smussare”.

Menzione meritano anche le collane in allegato ai settimanali dedicate a Batman e Superman che non sono riuscite a bissare quel successone che fu Batman La Leggenda…come mai?

Di Batman, la Planeta ha stampato tutto lo stampabile o quasi e nella collana da edicola si è dovuto ristampare/completare una collana mediocre come Batman Confidential (solo ora è comparso una parte del Batman di Morrison pre-New 52) mentre in fumetteria compaiono ogni mese volumi con protagonista il Cavaliere Oscuro ma dalla dubbia utilità vedasi la miriade di elseworld proposti…Batman vende sempre quindi bisogna darlo in pasto ai clienti.

Su Superman forse si sono sbagliate le tempistiche: se fosse uscito ora a ridosso della pellicola? Il piano editoriale era ottimo l’Azzurrone attira di meno di Batman? Sì senza ombra di dubbio però con il ciclo di Johns nella sua interezza o quasi…

POLITICA VERSO I NEGOZI & PUBBLICITA’ INESISTENTE

Su questi due punti non mi posso esprimere non essendo un fumettaro, per fortuna/purtroppo, seppur posso confermare il malcontento di Francesco con quello della mia fumetteria.

Lion con la propria incarnazione distributiva Alastor spesso sembra avere come cliente finale le fumetterie piuttosto che i lettori vedasi le a-tratti-indecifrabili promozioni.

Rimbalzo la palla: i fumettari sono avvelenati per il trattamento e noi della stampa specializzata?

Dall’avvento Lion qui nella redazione virtuale i nostri recensori, anche nel primissimo periodo, hanno dovuto comprare e continuano a comprare i volumi di un editore che avrebbe di fatto beneficiato di una larga circolazione e visibilità dei propri volumi su una piattaforma con un bacino d’utenza larghissimo sia per numeri che per estrazione. Avere visibilità dovrebbe essere la prima regola per la buona riuscita di un progetto.

Chiudo con la IV Wave: come dice giustamente Francesco “promesse da campagna elettorale”.

Cambiamenti devono essere fatti vuoi perché l’aria che tira non sembra essere buona ( fatevi un giro fra i vari mercatini online e guardate quanta roba Lion è spuntata complice un massiccio sfoltimento dei lettor), vuoi perché in un mercato difficile e a conti fatti quasi monopolizzato da un grosso concorrente i cambiamenti sono fonte di novità e bisogna canalizzarli nel modo “spettacolare” in cui lo sta facendo la Lion.

Ben vengano gli annunci e le “correzioni”.
Alla Lion bisogna dare adito di aver avuto il coraggio di acquisire dopo la Planeta i diritti DC Comics. DC Comics che a sua volta in molti avevano dato per morta, per l’ennesima volta, in Italia e su cui pochissimi editori nostrani si dice avessero avuto voglia di scommettere.

Non mi convincono alcuni impliciti di questi primi comunicati però:

Più sopra parlavo dei cartonati come migliori prodotti per qualità/prezzo: evidentemente alla qualità si preferisce la quantità.

La loro diminuzione rappresenterà allo stato attuale un abbassamento qualitativo colmabile solo con dei brossurati perfetti per cura cartotecnica e contenuti: c’è parecchio da lavorare.

Nuove testate da edicola: qui il “pericolo” è doppio.

Batman e i Superamici e Arrow/Smallville sono prodotti che francamente dubito risolveranno i problemi della Lion sia commercialmente che editorialmente nonché di presenza nelle edicole essendo prodotti destinati probabilmente al solo zoccolo duro dello zoccolo duro; di contro si vocifera di una seconda testata batmaniana in edicola. Questo cosa significa?
Significa che Batman vende più di tutti gli altri? Sì ma anche che si è fatto un passo indietro rispetto alla Planeta che aveva sdoganato, seppure con fortune alterne, altri personaggi ritenuti minori.

Mi accodo alla conclusione di Francesco: nessuno vuole che la Lion chiuda perché un monopolio non gioverebbe al mercato.

Da fan e lettore vorrei maggior coraggio, maggior voglia di osare e se va male poter dire “almeno ci abbiamo provato”, vorrei una Lion che si schiera con i fans per i fans vedasi i risvolti positivi e negativi di Lucca ’12 (partecipazione di Johns e Lee alle stelle, conferenza Lion a tratti imbarazzante), vorrei infine che quando si sbaglia si dica con umiltà abbiamo sbagliato siamo pronti a fare ammenda.

Questa è la DC in Italia, questo il suo pubblico, questa la strada impervia da percorrere…

Condividi: