Questa nuova uscita della collana La Grande Letteratura a Fumetti si concentra sull’umorismo, dal momento che propone l’adattamento fumettistico di Tartarino di Tarascona, l’opera forse più conosciuta del francese Alphonse Daudet.
Quando fu pubblicata suscitò molte polemiche e i cittadini di Tarascona la considerarono offensiva nei loro confronti. In realtà, l’autore non intendeva attaccare nessuno e aveva semplicemente scelto la città di Tarascona come sfondo iniziale della trama semplicemente perché gli piaceva il nome.
In ogni caso, un intento satirico c’era. Daudet voleva prendere di mira i romanzi d’avventura e l’esotismo di tante opere ambientate in luoghi esotici. Immaginò, quindi, il protagonista, Tartarino, un uomo bonario e ingenuo che vive, appunto, a Tarascona. E’ ben voluto e tutto sommato non vive male ma è desideroso di avventure e si immagina nel ruolo di cacciatore di leoni. Una parte di lui vorrebbe sperimentare situazioni eroiche, un’altra preferisce la tranquillità.
A un certo punto, dopo una serie continua di vanterie, è costretto, suo malgrado, a partire per l’Algeria, con l’obiettivo, appunto, di andare a caccia di leoni. Ma le cose non saranno facili. Innanzitutto, conoscerà un principe dedito alle truffe che approfitterà della sua candida onestà, lo ingannerà e lo metterà nei guai. Per giunta, una volta arrivato in Algeria, si invaghirà di una bella araba che, comunque, non è una ragazza onesta come vorrebbe fargli credere.
Inoltre, Tartarino si renderà conto che l’Algeria è diversa da come se l’era immaginata. I leoni non sono numerosi e il paese non assomiglia affatto a quello descritto dagli autori di romanzi cavallereschi e avventurosi. Anzi, è un luogo forse persino più noioso di Tarascona. Malgrado ciò, la trama è ricca di disavventure e peripezie di vario tipo e non mancano momenti divertenti. E’ proprio l’umorismo l’elemento fondamentale della storia e Pierre Guilmard ne mantiene inalterato lo spirito.
Testi e dialoghi sono curati e hanno il pregio di intrattenere il lettore. L’autore si è pure occupato dei disegni e il suo tratto non è assolutamente naturalistico. Prevale un’impostazione cartoon, senz’altro appropriata per una storia simile. Ogni vignetta è ricca di dettagli e nel complesso Guilmard svolge davvero un ottimo lavoro.
Se, quindi, cercate un fumetto capace di farvi sorridere, questo numero de La Grande Letteratura a Fumetti è ciò che fa per voi. Pierre Guilmard riesce a conservare lo spirito originario del modello letterario, scrivendo testi e dialoghi curati e divertenti. Si occupa pure dei disegni e propone tavole efficaci caratterizzate da un piacevole stile cartoonesco.