Tra le opere Vertigo recenti spicca Effigy, scritta da Tim Seeley che forse alcuni ricorderanno per lavori intriganti come Batman Eternal e Grayson, giusto per citarne un paio. L’autore ha idee piuttosto originali ed è in grado di occuparsi di diversi generi narrativi, trovandosi a suo agio sia con i supereroi sia in contesti thriller o fantascientifici. Effigy, in effetti, può essere considerato una commistione di crime e sci-fi ma, con il pretesto di una detective story delirante, affronta pure tematiche importanti.
La protagonista è Chondra Jackson, una ragazza che ha ottenuto successo interpretando una serie tv, Star Cops, incentrata su una squadra di poliziotti galattici e rivolta a un’audience di ragazzini. Il telefilm è diventato di culto e conta innumerevoli schiere di fan, letteralmente conquistati dalla saga. Ma dopo la conclusione della serie, Chondra non è riuscita a proseguire la sua carriera di attrice e Hollywood si è presto dimenticata di lei.
Tormentata da una madre ossessionata dal successo e dalla celebrità, decide di girare e diffondere un video porno, sperando che lo scandalo possa di nuovo attirare l’attenzione su di lei. Il piano, però, non riesce e Chondra, rassegnata, torna nella sua città natale, Effigy, in Ohio. Qui inizia a lavorare come agente di polizia e tutto sommato la nuova vita incomincia a piacerle. Per una volta, è una persona normale e solo di tanto in tanto prova nostalgia per il suo passato di attricetta viziata.
La scoperta di un cadavere femminile mummificato sconvolge però la sua esistenza. In apparenza, è un omicidio come tanti altri, ma la vittima ha sulla schiena un tatuaggio che raffigura il logo di Star Cops e forse il crimine è collegato proprio a Chondra. Con l’ausilio di un detective disincantato e sarcastico, si occupa quindi del caso e, man mano che le indagini si dipanano, Chondra comprende che Star Cops è in effetti un elemento essenziale del mistero.
Si addentra perciò in un mondo folle popolato da individui inquietanti: i fan. Quelli più nerd, tanto per capirci. Quelli che farebbero qualsiasi cosa per avere un autografo dei loro idoli, per diventare come loro, per assomigliare a loro. I pazzi che frequentano le convention. I cosplayer pronti a tutto per ottenere un briciolo di visibilità. I frustrati che passano ore nei blog e nelle chat discutendo di un fumetto o di un telefilm. In parole povere, l’universo schizoide del fandom.
Come ho scritto, Tim Seeley, con il pretesto di un thriller, affronta tematiche importanti come quella della fama, assimilabile a una preoccupante forma di patologia mentale. Ciò che dovrebbe essere una semplice passione si trasforma in una psicosi, in un vero e proprio culto religioso.
E ogni culto religioso ha i suoi fanatici. Con il dipanarsi della trama, Seeley si fa sempre più provocatorio e descrive una società di transgender instabili, scrittori di fantascienza che danno vita a movimenti stile Scientology e forme di vita aliene che potrebbero essere Dio.
E lo fa scrivendo testi e dialoghi incisivi, dando alla story-line un ritmo forsennato da sit-com, dosando abilmente azione e introspezione e mixando horror e ironia in un colpo solo. Insomma, Effigy è una grande prova d’autore nonché l’ennesima dimostrazione del talento narrativo di Tim Seeley. L’unica nota dolente è rappresentata dai disegni legnosi e grezzi di Marley Zarcone e Mike Norton.
Pur essendo efficaci e funzionali, hanno uno stile grafico standardizzato, troppo in linea con le impostazioni mainstream dei comics statunitensi. Vale specialmente per la Zarcone che in più di un’occasione rivela incertezze anatomiche e prospettiche.
E’ un peccato perché lo script di Effigy avrebbe senz’altro meritato un penciler di maggiore impatto visivo. Al di là di questo, comunque, il volume è consigliabile ai fan della Vertigo e a coloro che intendono provare qualcosa di diverso dai soliti giustizieri in calzamaglia.