Autore: Luis Bustos
Casa Editrice: Planeta DeAgostini
Provenienza: Spagna
Prezzo: € 12,95, 17 x 24, 184 pp b/n
Endurance
Luis Bustos è un giovane autore spagnolo ancora poco conosciuto fuori dal suo paese, così ci ha pensato la Planeta DeAgostini a portare in Italia questa sua opera, in un’edizione identica a quella iberica. Un bel cartonato per quella che è definibile a tutti gli effetti una graphic novel, in quanto pensata e realizzata come tale, e non come una raccolta di più episodi. Difatti la storia scorre senza pause o capitoli, in un’unica grande avventura che cambia e si evolve seguendo il destino dei personaggi. Partendo dal celebre annuncio pubblicato sul London Times nel dicembre del 1913: “Cercasi uomini per viaggio pericoloso. Salario minimo, gelo estremo, lunghi mesi di completa oscurità, pericoli costanti, rischio di morte. Onore e fama in caso di successo” Bustos racconta fedelmente e linearmente (ad eccezione di un solo flashback, che mira a farci conoscere le profonde motivazioni che spinsero Shackleton) la drammatica vicenda della Spedizione Endurance, procedendo per tappe e salti temporali costanti, così da portare all’attenzione del lettore soltanto i momenti decisivi e culminanti. In questo modo l’introspezione rimane un po’ sacrificata, lasciata sullo sfondo delle grandi fatiche e difficoltà che i marinai affrontano, ed è perciò sulla lunghezza che impariamo a conoscerli e identificarci con loro. Anche se l’indiscussa figura principale rimane sempre e comunque Shackleton, man mano che il gruppo si divide e si sfoltisce aumenta il processo di identificazione, e alla fine ci troviamo partecipi dell’azione quanto i protagonisti. Con un ritmo deciso e pressante l’autore non intende soffermarsi sulla parte sentimentale o filosofica della sfida fra uomo e natura, ma vuole portarci in quel viaggio, immergerci nella più pragmatica lotta per la sopravvivenza.
È un racconto virile di uomini coraggiosi, che non si arrendono, perché non fu un’impresa a lieto fine, e non ci fu alcun traguardo da festeggiare. Pagina dopo pagina questi uomini, che all’inizio hanno rapporti conflittuali macchiati da litigi e sospetti reciproci, finiscono con il diventare veri compagni, amici, fratelli. Questa è la storia di un gruppo che si cementa e si stringe maggiormente ad ogni avversità, che affronta le estreme condizioni della natura facendo sfoggio di quell’altruismo e quella forza d’animo che il loro leader ha tanto insistito nell’inculcare in loro. Ed è solo grazie a questo che un piccolo drappello di naufraghi ha potuto farcela nel momento più buio.
Se nella parte narrativa Bustos si esprime con un buon esito, è nella parte grafica che troviamo una minor qualità. Sebbene sia chiaramente una sua impronta stilistica, i suoi disegni non sono immediatamente piacevoli alla vista: fatti di linee dure, affilate, spesso imprecise. Con il procedere della lettura però si riesce ad apprezzare la cura con la quale ha reso ambienti e paesaggi, che dominano sugli uomini, e soprattutto la sua straordinaria inventiva. C’è davvero un’invenzione per pagina, un uso intelligente delle splash page, singole e doppie, una rivoluzione costante della gabbia di vignette, e un sorprendente adattamento di essa alla materia narrativa, che rende sempre varia l’esperienza di lettura. Quando i protagonisti sono vittime del mare in tempesta, spariscono i contorni e le scene si modellano sul moto ondoso; quando avanzano fra immani fatiche sui ghiacci della banchisa, le vignette si dinamizzano in linee oblique. La scansione dei tempi, da quelli più lunghi d’attesa a quelli più frenetici dell’azione, viene sempre ottimamente resa. Bustos sopperisce quindi alla povertà del suo tratto con uno story-telling di altissimo valore espressivo, che diventa il suo strumento privilegiato per generare emozioni nel lettore.
Romanzare e trascrivere in fumetto questa pagina leggendaria non era un compito facile, ma Bustos è riuscito a portare a casa un’ottima storia, intensa e carica di spirito d’avventura.
Da segnalare infine, stavolta in positivo, la quasi totale assenza di refusi tipici delle edizioni Planeta.
Voto: 8