Mondadori Comics ha tanti meriti. Innanzitutto, sta proponendo volumi di valore innegabile in una veste editoriale eccellente. Sta pubblicando fumetti di vario genere che soddisfano diverse tipologie di pubblico. E sta meritoriamente richiamando l’attenzione su lavori già conosciuti ma non sempre valorizzati da precedenti editori.
E’ il caso, per esempio, di XIII, acclamata saga spionistica realizzata da Jean Van Hamme e William Vance. I due non sono certo sconosciuti ma la story-line incentrata sul misterioso protagonista di XIII è forse la più celebrata in assoluto.
Specifico subito che l’attuale edizione rende pienamente giustizia all’opera con volumi di ampio formato e dall’ottima resa grafica. Coloro che non hanno finora avuto l’occasione di scoprire XIII avranno perciò l’opportunità di leggerla.
La vicenda fu concepita da Van Hamme e Vance negli anni ottanta ed è ambientata negli Stati Uniti del periodo reaganiano. La descrizione che Van Hamme fa dell’America è ricavata dai romanzi di spionaggio anglosassoni e dalle pellicole all action a stelle e strisce.
Si potrebbe forse definirla convenzionale, da un certo punto di vista, ma nel complesso è efficace e la narrazione ha un ritmo adrenalinico e serrato che avvince sin dal principio e non concede tregua al lettore.
Il clima evocato è quello della guerra fredda con macchinazioni dei servizi segreti, complotti di misteriose organizzazioni e tutti gli elementi tipici di una spy story degna di questo nome. E non mancano gli enigmi, collegati al protagonista di XIII.
Viene trovato in pessime condizioni da una coppia di anziani coniugi. Con l’ausilio di una ex dottoressa radiata dall’albo a causa dell’alcolismo, riesce a riprendersi ma scopre di aver perso la memoria. Ha il numero XIII tatuato e dovrebbe significare qualcosa ma per il momento non abbiamo risposte poiché Van Hamme colloca il protagonista in un contesto che definire pericoloso è un eufemismo e le soluzioni non arriveranno subito.
Alcuni killer infatti cercano di ucciderlo e la sua vita diventa un incubo. Non solo l’enigmatico XIII cerca a tutti i costi di capire chi è ma deve vedersela con agenti dell’intelligence, generali che forse sanno molte cose sul suo conto, malviventi, un gruppo chiamato Sole Nero e persino la sua famiglia (ammesso e non concesso che XIII ne abbia veramente una) che non è composta da persone irreprensibili.
Tra situazioni alla Hitchcock, echi dei romanzi di Le Carré e Ludlum, suggestioni mutuate da fatti reali come l’assassinio di Kennedy, Van Hamme delinea un avvincente puzzle narrativo con testi intensi e dialoghi dalla valenza cinematografica.
I disegni di William Vance sono splendidi. Il suo stile è naturalistico e accurato. Ogni personaggio ha qualcosa che fa pensare al cinema. XIII, per esempio, ha una vaga somiglianza con attori sul genere di Warren Beatty e i personaggi femminili sono sempre modellati su qualche attrice.
Il penciler rivela un’attenzione certosina nei confronti degli sfondi (e i paesaggi dell’entroterra americano vengono rappresentati con grande maestria), degli interni delle case, delle divise dei militari e insomma di ogni particolare, spesso infinitesimale, presente nelle vignette.
La dinamicità è palese nelle sequenze d’azione, in quelle delle sparatorie e degli inseguimenti e in generale il taglio della pagina è degno di uno story-board. I colori a volte vividi e a volte cupi di Petra esaltano ulteriormente la parte grafica di XIII. Insomma, stiamo parlando di un fumetto da non perdere. Coloro che lo conoscono sono già consapevoli della sua qualità. I neofiti avranno una bella sorpresa.