Superman Mai Più Kryptonite – Recensione DC Comics Story 13

Categorie: Recensioni Comics
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Solo la kryptonite può danneggiare Superman! Ma se non fosse più così? La vita dell’Uomo d’Acciaio non migliorerebbe, anzi lui sarebbe più vulnerabile di prima! Come è possibile? Ce lo spiegano Dennis O’Neil e Curt Swan in un memorabile story-arc degli anni settanta proposto in questo volume di DC Comics Story!

Solo la kryptonite può danneggiare Superman! Ma se non fosse più così? La vita dell’Uomo d’Acciaio non migliorerebbe, anzi lui sarebbe più vulnerabile di prima! Come è possibile? Ce lo spiegano Dennis O’Neil e Curt Swan in un memorabile story-arc degli anni settanta proposto in questo volume di DC Comics Story!



DC Comics Story n. 13 – Superman Mai Più Kryptonite

Autori: Dennis O’Neil (testi), Curt Swan (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Prezzo: € 7,90, pp. 176, col.
Data di pubblicazione: ottobre 2014

Negli anni settanta i fumetti di supereroi furono caratterizzati da atmosfere meno fantasiose e relativamente più realistiche rispetto a quelle dei periodi precedenti, a causa del clima di disincanto dilagante nella società statunitense dopo il tramonto delle utopie sessantottine. I comic-book non poterono non rimanerne influenzati e del resto i giustizieri in calzamaglia senza macchia e senza paura, potentissimi e invincibili, non avevano più la capacità di attrarre i lettori ormai smaliziati. L’editor Julius Schwartz capì che agli albi DC non servivano più le caratteristiche solari e ingenue di una volta. Fu per questo che nacque una serie come Green Lantern & Green Arrow, grazie al magico duo O’Neil/Adams, e pure gli altri mensili subirono importanti modifiche.



Da questo punto di vista, Superman era problematico. L’Uomo d’Acciaio, infatti, simboleggiava tutto ciò che Schwartz intendeva eliminare. Nel periodo di Mort Weisinger le storie di Supes erano ricche di trovate immaginifiche come la kryptonite, la Zona Fantasma, le città in bottiglia stile Kandor e i villain farseschi e bizzarri. Le vicende erano inventive ma troppo surreali, tanto da risultare poco credibili persino in un contesto come quello di per sé fantastico dei supereroi. Inoltre, bisogna dirlo, i personaggi rivoluzionari della concorrente Marvel di Stan Lee avevano lasciato il segno, imponendo una nuova tendenza, quella degli eroi più fragili, umani e vulnerabili rispetto agli alieni provenienti da Krypton. In parole povere, l’Uomo Ragno era più intrigante di Supes.
Schwartz quindi corse ai ripari affidando i testi di Superman proprio a Dennis O’Neil, chiedendogli un cambio di rotta. E lo sceneggiatore, coadiuvato dal penciler Curt Swan che aveva già illustrato molte avventure dell’Uomo d’Acciaio, lo accontentò, dando vita a uno story-arc reputato tra i migliori dell’intera vita editoriale del personaggio. In questa sequenza pubblicata nei nn. 233-242 di Superman O’Neil cambia subito la situazione lavorativa di Clark Kent. Non è più reporter del Daily Planet ma anchorman del network WGBS gestito dall’infido Morgan Edge che odia Superman ed è in combutta con il terribile Darkseid (qui O’Neil si collega alle vicende del Quarto Mondo di Jack Kirby). Ci sono sempre il fido Jimmy Olsen e la bella Lois Lane che però ha un atteggiamento meno esuberante e volitivo.

Tutto sembra uguale ma, come avrete modo di scoprire leggendo il volume, O’ Neil inserisce un’importante modifica sulla kryptonite, uno degli elementi narrativi tipici delle storie di Kal-El. Scoprirete che l’Uomo d’Acciaio non può più essere danneggiato dal metallo. Significa quindi che è invulnerabile? Niente di tutto ciò poiché Superman invece sarà meno forte e invincibile. O’Neil delinea il ritratto di un eroe non più percepito dalla collettività come un essere semi-divino. Superman è un uomo con debolezze e fragilità. Il cambiamento è radicale e le storie ne vengono ovviamente influenzate.



Infatti non appaiono Lex Luthor e gli altri classici avversari dell’Uomo d’Acciaio e Kal-El affronta banditi di strada, gangsters e mercenari al soldo di individui senza scrupoli; e anche quando O’Neil usa character più fantasiosi come, per esempio, l’inquietante Uomo di Qwaard che svolge un ruolo cruciale nell’intera story-line o un gruppo di alieni, sono in ogni caso in linea con il clima degli anni settanta. Se da un lato appare fugacemente Batman, dall’altro O’Neil coinvolge il mistico esperto di arti marziali I-Ching e la bella Wonder Woman.

È significativo poiché anche la Principessa Amazzone in quel periodo aveva un’impostazione realistica, avendo perso i poteri, guidata appunto da I-Ching. O’Neil gioca con due icone supereroiche, non più entità irraggiungibili ma persone quasi comuni. Superman e Wonder Woman sono eroi non perché hanno superpoteri ma per la nobiltà d’animo che consente loro di vincere anche nei momenti di maggiore difficoltà. I testi di O’Neill sono efficaci e le trame hanno un ritmo indiavolato che cattura l’attenzione.
Curt Swan svolge un lavoro simile a quello di O’Neil. Se in precedenza i suoi disegni erano stati valorizzati dalla solarità, ora diventano più cupi, grazie a un tratteggio di grande valenza suggestiva e alle chine di Murphy Anderson e di Dick Giordano. Il suo stile è meticoloso, accurato, le vignette ricche di dettagli e le tavole hanno una plasticità e un dinamismo tuttora attuali. Il suo Superman è carismatico, Lois Lane è fascinosa e sensuale e tutti gli altri personaggi sono ben caratterizzati. Insomma, questa è una delle uscite migliori di DC Comics Story e se la leggerete avrete modo di apprezzare storie che hanno anticipato di un decennio la rilettura anni ottanta effettuata da John Byrne e Jerry Ordway. Da provare.

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