Sweeth Tooth Vol. 5 – Recensione Vertigo Hits 35 RW Lion Comics

Categorie: Recensioni Comics
sweeth tooth 5

Continuano le inquietanti vicissitudini di Gus, il tormentato ragazzino protagonista di Sweet Tooth, uno dei più dirompenti serial Vertigo degli ultimi anni! Come è nato il terribile virus che ha provocato le mutazioni che sconvolgono il mondo? Forse Jeff Lemire inizierà a fornirci qualche risposta!

Continuano le inquietanti vicissitudini di Gus, il tormentato ragazzino protagonista di Sweet Tooth, uno dei più dirompenti serial Vertigo degli ultimi anni! Come è nato il terribile virus che ha provocato le mutazioni che sconvolgono il mondo? Forse Jeff Lemire inizierà a fornirci qualche risposta!

Vertigo Hits n. 35 – Sweet Tooth n. 5



Autori: Jeff Lemire (testi), Matt Kindt, Jeff Lemire (disegni)
Casa Editrice: Lion
Genere: Fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,95, 16,8 x 25,6, pp. 160, col.
Data di pubblicazione: settembre 2014

Jeff Lemire si è conquistato una posizione di rilievo nel comicdom statunitense grazie all’indubbio talento e alla sua capacità di proporre sia opere indie che mainstream, dimostrando di possedere un’ispirazione versatile e personale. Sweet Tooth, serial Vertigo imperniato sul tormentato ragazzino Gus, è significativo in tal senso. Come sanno i fedeli lettori del comic-book, le vicende si svolgono in un’America che definire distopica è un eufemismo. Un terribile virus ha decimato buona parte della popolazione, causando peraltro la nascita di bambini mostruosi che sono uno sconcertante ibrido di umani e animali.



Le autorità federali non esistono più e gli Stati Uniti si limitano ad essere un coacervo di comunità in lotta tra loro, con gang di strada e milizie a fare da padroni. In pratica, l’ambientazione di Sweet Tooth può ricordare quella di certi film di fantascienza apocalittica. L’atmosfera delle story-line è drammatica, carica di tensione e pathos, e Lemire ha inserito nelle trame misteri la cui soluzione non sembra molto vicina. Con riuscita parsimonia, infatti, Lemire ha approfondito gli enigmi riguardanti innanzitutto l’origine e il ruolo di Gus, ragazzino con le corna da cervo protagonista della testata; e ovviamente quelli relativi alle cause del virus.

Nei volumi precedenti, Gus, il suo amico Jepperd e altri sfortunati abitanti del mondo descritto da Lemire si erano rifugiati in un complesso denominato Diga, gestito da un individuo a prima vista affidabile, Walter. Ma Jepperd non si fidava e il suo atteggiamento aveva provocato qualche dissidio all’interno del gruppo. Per giunta, Lemire aveva incominciato a fare accenni al misterioso padre di Gus che forse potrebbe avere avuto un ruolo nell’orrore. In questo tp che include i nn. 26-32 del comic-book originale la situazione si farà ancora più preoccupante.



In principio, tuttavia, Lemire scrive uno story-arc collocato nel passato e in particolare nel 1911. Un medico, James Thacker, si imbarca su una nave diretta verso l’Artico. Ufficialmente è alla ricerca del cognato persosi insieme a una congrega di missionari. Ma, come scoprirà a sue spese, la verità è più preoccupante. Seguendo ciò che lo stesso Thacker rivela nel suo diario, Lemire ci dà alcune informazioni sul virus. Le risposte non arrivano; anzi, in un certo qual modo il mistero si infittisce ma si intuisce che forse il morbo potrebbe avere una spiegazione mistica e non scientifica. E Lemire, giocando abilmente con l’ambiguità, delinea una sequenza narrativa struggente e disperata con la quale affronta il tema del dissidio tra scienza e spiritualità.

A disegnare questi episodi c’è Matt Kindt che con il suo tratto sporco e quasi sgradevole riesce a raffigurare degnamente le distese ghiacciate delle regioni artiche che paiono essere la rappresentazione esteriore della freddezza interiore di Thacker e degli altri personaggi. Dopodiché Lemire riprende le vicende di Gus, occupandosi non solo dei testi ma pure dei disegni. Il ragazzo si riunirà a Jepperd e i due avranno modo di scoprire la reale natura della persona che si fa chiamare Walter Fish e che non è ciò che afferma di essere. Inutile dire che le cose prenderanno davvero una brutta piega. Con testi profondi e introspettivi, dialoghi hard-boiled, illustrazioni volutamente grezze ma suggestive e un lay-out inventivo, Lemire propone per l’ennesima volta un’opera di spessore che piacerà ai cultori della linea Vertigo. Da non perdere.

Voto: 8

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