Autori: Massimo Rosi (testi), Francesco Della Santa, Matteo Berton, Paolo D’Antonio (disegni)
Casa Editrice: Bookmaker Comics
Provenienza: Italia
Genere: Horror
Prezzo: € 15,00, pp. 170, col.
Data di pubblicazione: dicembre 2012
La Bookmaker Comics è una giovane e intraprendente casa editrice che sta facendo parlare di sé con fumetti realizzati da autori italiani influenzati dallo stile grafico e narrativo dei comic-book USA. Ho già avuto modo di recensire l’ottimo Land of the Brave, serial supereroico che non ha nulla da invidiare a tanti albi Marvel e DC, e ora mi occupo di un altro interessante esito creativo, Skinwalker, che non fa che confermare la buona impressione che l’etichetta mi ha suscitato.
Bisogna puntualizzare che il volume include i primi tre numeri della serie usciti in formato comic-book e questa è tuttora in corso di pubblicazione. E specifico che sono previsti altri volumi della saga in versione Ultimate Collection. Skinwalker ha attirato l’attenzione dei lettori e degli addetti ai lavori ed è stata nominato come miglior fumetto indipendente a Fullcomics 2012, e a ragione poiché si tratta di un lavoro di qualità.
Se dovessi definirlo, userei il termine horror ma è riduttivo perché questo è solo uno degli elementi della story-line.
Non mancano infatti influssi del thriller e del noir, suggestioni della narrativa crime e qualche particolare che fa pensare alle spy-stories.
Lo sceneggiatore Massimo Rosi ambienta Skinwalker in Unione Sovietica, nel contesto post-perestroyka in cui la corruzione e il crimine dilagano.
I politici sono poco di buono, lo stesso vale per i militari e costoro non hanno nulla da invidiare, quanto a cinismo e a mancanza di scrupoli, alla mafia russa.
Uno dei protagonisti della serie (il cast è ampio e variegato), Niko, è un ex soldato che ha avuto a che fare con una missione riguardante un sottomarino e per una serie di circostanze che saranno chiarite nel corso della storia si è ammalato di cancro. La moglie, disperata, ha cercato in tutti i modi di trovare una cura per il consorte e alla fine si rivolge all’occulto. Qui entrano in gioco le tradizioni ancestrali dei cosiddetti Navi, spiriti che esaudiscono i desideri, e Niko e la moglie si recano in Siberia cercando di entrare in contatto con loro.
Faccio un esempio: ‘Ma chi sei? Una specie di santone?’ ‘No. Niente santoni o stronzate simili. Qualcosa di diverso, amico, come una pecora che va nella direzione opposta del gregge’. Per giunta, Rosi, oltre ad usare abilmente le convenzioni horror, si collega a tematiche importanti come quelle del terrorismo ceceno, dell’inquinamento e del generale stato di tensione e di mancanza di democrazia che tormenta la Russia odierna.
Dal punto di vista grafico, l’opera è valida ma eterogenea dal momento che non c’è un unico penciler ad occuparsi di Skinwalker. Tuttavia, i tre disegnatori coinvolti, pur diversi nello stile, rivelano grande talento. Francesco Della Santa, che illustra l’episodio iniziale, ha un’impostazione statunitense e risente di piacevoli influssi manga, mai troppo marcati, comunque, e riesce a visualizzare lo script sincopato di Rosi con maestria.
Il terzo capitolo è appannaggio del sublime Paolo D’Antonio, anche lui influenzato dal fumetto USA, che con eleganza, plasticità e fluidità cinematica si dimostra impeccabile. Vanno segnalati inoltre i colori tenui e crepuscolari di Leonardo Calamati e di Martina Terzi che con le loro scelte estetiche valorizzano le matite degli artisti in questione.
Infine, l’albo va tenuto d’occhio per l’impeccabile qualità di stampa e per la cura editoriale. Se volete perciò provare un fumetto italiano assolutamente non provinciale nell’ispirazione, Skinwalker è ciò che fa per voi.