Supergirl 3×13 – Both Sides Now | Recensione

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You always hope.

Con l’episodio – la nostra recensione qui – della scorsa settimana Supergirl aveva spostato l’attenzione su Lena Luthor ma soprattutto su Sam continuandone l’evoluzione e solidificando l’ottimo lavoro fatto sul personaggio legittimandone il ruolo di villain come Reign.



Nell’episodio di questa settimana intitolato Both Sides Now, Supergirl ha deciso di giocare di anticipo e andare alla ricerca della seconda Worldkiller “dormiente” sulla Terra, Julia.

La Wordkiller, Purity, si sta appena risvegliando in Julia permettendo a Supergirl e al DEO una cattura relativamente semplice, altrettanto semplice però non sarà tenerla in custodia soprattutto quando Reign verrà incaricata di liberarla.



Intanto Mon-El sta ultimando le riparazioni alla nave della Legione affinché lui, Imra e Brainiac possano ripartire ma qualcosa turba il ragazzo mettendo in dubbio non solo la missione del gruppo ma anche il rapporto fra lui e Imra stessa.

Sam manifesta un violento “blackout” davanti a Lena che misteriosamente pare conoscere la natura dei disturbi della donna…



Both Sides Now ricalca come struttura, e per la rimarcata dose di drama, l’episodio della scorsa settimana mettendo però al centro Purity e tratteggiando una Supergirl particolarmente iconica nel suo atteggiamento estremamente compassionevole.

Gli showrunner provano infatti a declinare la formula usata nella costruzione di Sam/Reign anche per Julia/Purity con un discreto successo e condensandola il tempo dell’episodio. Questa declinazione funziona anche perché con il suo atteggiamento di spavaldo e provocatorio il personaggio fa da contraltare ad una Supergirl mai così fumettosa nel cercare “il buono” nella sua nemica e soprattutto ad una cinica Alex che invece vorrebbe subito “eliminare” la minaccia.

L’episodio pecca nel ritmo, con una regia che non riesce a creare la giusta tensione soprattutto nella prima parte dell’episodio salvo poi riprendersi con una ottima scena d’azione che rappresenta di fatto il climax dell’episodio. Altro punto dolente è la componente drama che non viene giocata sempre in maniera efficace o appropriata appesantendo alcuni passaggi – come ad esempio quando Purity fa leva sulla “tristezza” di Alex, passaggio assolutamente gratuito e sconclusionato.

La componente drama è invece più efficace quando si cerca di far progredire il personaggio di Mon-El. Il ragazzo confessa a J’onn che la permanenza sulla Terra al fianco di Kara si sta rivelando più dura del previsto avendo rivangato quelli che pensava fossero sentimenti morti e sepolti ma non solo. Mon-El rivela anche che il matrimonio con Imra è nato anche per esigenze politiche dovendo gettare una testa di ponte fra Titano e la Terra. Proprio quando il ragazzo si confiderà con la compagna, anche Imra deciderà di svelargli la vera natura della loro missione fino a quel momento, a quanto pare, tenuta segreta.

L’episodio si conclude in maniera alquanto disturbante: Sam per un momento si trasforma in Reign nell’ufficio di Lena la quale sembra aver intuito se non addirittura conoscere la natura dei disturbi della giovane donna.

Both Sides Now è un episodio che prosegue stoicamente nel fortunato percorso di questa terza stagione cercando di mediare l’aspetto prettamente supereroistico con quello più drammatico. Il risultato è ancora lontano dalla perfezione ma lo sforzo è tangibile ed apprezzabile.

Questo tredicesimo episodio segna anche però una nuova pausa per Supergirl che si ferma – dopo soli 4 episodi dalla pausa natalizia – per lasciare spazio ai 9 episodi finali di DC’s Legends of Tomorrow.

Programmazione insolitamente ballerina per The CW ma dettata dalla abbondanza di serie supereroistiche, e/o targate DC Comics, sul canale. Questo cambio, annunciato già a dicembre, dimostra comunque una certa cautela verso un genere che è stato “sfruttato” e che forse sta iniziando ad accusare una leggera flessione in termini di ascolti; è allora lecito, nuovamente, domandarsi se anche per questa “sovraesposizione” una soluzione non possa essere quella di ridurre il numero degli episodi per stagione permettendo a showrunner e sceneggiatori di compiere un lavoro più conciso senza gravare gli spettatori di qualche episodio riempitivi di troppo.

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