Editoriale Cosmo ha deciso di pubblicare diversi lavori di Alan Moore realizzati nell’ambito della seminale rivista 2000AD e The Complete Skizz fa parte proprio di questo genere di produzioni. Nei primi anni ottanta dell’era Thatcher il Bardo di Northampton immaginò un alieno che a causa di un incidente finisce sulla terra, nella fattispecie a Birmingham, trovandosi quindi in un ambiente che non comprende e percepisce come ostile. Moore non sapeva però che di lì a poco sarebbe arrivato E.T., l’acclamato film di Steven Spielberg basato su un’idea simile. Si trattò di una coincidenza che comunque non entusiasmò l’autore britannico.
In ogni caso, Skizz fu pubblicato a puntate su 2000AD, mesi dopo l’uscita della pellicola, e suscitò l’entusiasmo dei lettori. Malgrado il concetto narrativo tra Skizz ed E.T. sia simile, esistono differenze sostanziali. Innanzitutto, l’opera di Moore è caratterizzata da un acre sarcasmo e un’attitudine irriverente e contestataria lontanissima dalle dolciastre e melense atmosfere del film di Spielberg. Con il pretesto di una storia di fantascienza, infatti, Alan attacca il potere giudiziario e militare, con uno spirito punk. I personaggi che fanno parte della serie sono inoltre strampalati e sopra le righe.
Ci sono, per esempio, Roxy, una bella adolescente che, suo malgrado, entra in contatto con il confuso e timido Skizz, lo ospita a casa sua, cercando di fargli capire qualcosa sul mondo dei terrestri, e finisce in un mare di guai; Cornelius, un minorato dalla forza erculea; Bazzer, bassista di una rock band australiana e poi poliziotti violenti, scienziati privi di scrupoli e spietati agenti dei servizi segreti convinti di dover affrontare un’imminente invasione aliena. Questi ultimi danno ad Alan Moore l’opportunità di denunciare i metodi discutibili del potere.
La saga di Skizz si compone di tre story-arc ma solo la prima è scritta da Alan Moore. I suoi testi sono, come al solito, intensi e poetici, ricchi di inventivi giochi di parole, e la trama è piena di situazioni assurde e volutamente paradossali. Di fatto, leggerla è come avere a che fare con una vicenda di fantascienza scritta dai Monthy Pyhton. I testi delle altre due sequenze sono invece firmati dal disegnatore Jim Baikie che delinea un’avventura nello spazio e in dimensioni extraterrestri e solo in parte ambientata sulla terra, dimostrando di essere meno ironico e trasgressivo di Moore. Le sue storie sono quindi meno coinvolgenti di quelle del Bardo di Northampton ma sempre interessanti.
Peraltro, fa apparire pure Judge Dredd, personaggio simbolo di 2000AD. I disegni dei tre cicli narrativi sono tutti appannaggio di Jim Baikie e possiamo dire che è senz’altro migliore come penciler che come scrittore. Il suo stile è dettagliato e naturalistico e rappresenta in maniera impeccabile le ambientazioni fantasiose della serie. Gli episodi di Moore sono in bianco e nero e qui Baikie si concede chiaroscuri suggestivi che contribuiscono a valorizzare lo script.
Le sequenze scritte da Baikie sono invece a colori e in questo caso lo stile è lievemente diverso, sempre dettagliato e naturalistico, ma più plastico e dinamico. Per giunta il lay-out è composto da inquadrature di dimensioni più grandi di quelle delle storie in bianco e nero e vanno segnalati i colori vividi e psichedelici dello stesso Baikie, altro dettaglio che fa di Skizz un fumetto di grande qualità.
Nel complesso, il volume è consigliabile non solo ai fan di Alan Moore e del fumetto di area British, ma anche a coloro che vogliono leggere un’opera di fantascienza non banale che diverte e fa pensare nello stesso tempo.