Prosegue la riproposta di un classico del fumetto italiano e cioè Kriminal, realizzato dal grande Luciano Secchi, alias Max Bunker, e dal compianto Magnus. In questa nuova uscita sono inclusi episodi originariamente pubblicati nel 1968, anno cruciale non solo per ciò che concerne i fumetti e le attività creative in generale ma anche e soprattutto per i contesti sociopolitici occidentali. E lo spirito di quell’epoca rivoluzionaria e libertaria si percepisce nelle vicende rocambolesche del terribile Anthony Logan. Con il pretesto di un thriller, infatti, Secchi intendeva analizzare in chiave critica e satirica le storture e le devianze della società italiana, sebbene le vicende fossero ambientate in terra britannica e generalmente straniera.
In ogni caso, in questi episodi Secchi allude spesso alle istanze post-beat del periodo. Basti pensare che appaiono locali tipicamente sessantottini con strascichi della Swingin’ London che affascinava le giovani generazioni. Ma la rappresentazione di una società corrotta e criminosa rimanda a quella nostrana. Nelle storie del volume, inoltre, Secchi inizia a delineare story-line più complesse e articolate con una continuity precisa. A volte le trame non si risolvono subito ma si dipanano nell’arco di più episodi. È il caso, per esempio, del mistero riguardante la perfida Lady Black, nemesi ricorrente di Kriminal. Chi è veramente la donna? Si tratta forse di Gloria, la compagna dell’ispettore Milton di Scotland Yard? Oppure è una persona che ha qualche legame con lei?
Inoltre, Secchi recupera l’enigmatico Mister Ypsilon e l’inquietante ipnotista Von Kirkhoff, giocando quindi con un riuscito pantheon di villain che non hanno nulla da invidiare a quelli dei fumetti Marvel e DC. Le atmosfere sono ovviamente basate sul noir con un ritmo narrativo indiavolato. Ma il thriller e l’hard-boiled vanno di pari passo con l’ironia grottesca che fa pensare a un altro capolavoro di Magnus & Bunker, Alan Ford. È evidente nella storia in cui vengono introdotti cinque giudici abbigliati in stile settecentesco che cercano di fare giustizia in maniera decisamente peculiare.
L’altro elemento tipico delle storie di Kriminal è l’ambiguità morale. Il protagonista è un criminale ma non privo di una morale, per quanto deviata. Per esempio, Anthony Logan non è razzista e se la prende con la terribile figura di uno schiavista. In ogni caso, non c’è una distinzione manichea tra buoni e cattivi e persino l’incorruttibile ispettore Milton fa una tregua e si adatta a collaborare con il Re del Delitto allo scopo di risolvere un caso. Secchi non è politicamente corretto e Kriminal, a tanti anni di distanza, continua ad essere un’opera anticonformista.
I testi sono, come sempre, graffianti ed efficaci, con dialoghi a volte intensi e introspettivi, a volte divertenti e spassosi. Quanto ai disegni del maestro Magnus, anche in questo caso la qualità non latita. Come ho avuto modo di scrivere in precedenti recensioni, il sommo artista era costretto a trascurare gli sfondi delle vignette a causa di una notevole mole di lavoro. Per ovviare alla situazione, Magnus costruisce figure utilizzando solo gli inchiostri. Il risultato è però di alto livello e i chiaroscuri di questi episodi contribuiscono a conferire al fumetto un’allure dark senz’altro appropriata. Per concludere, pure la tredicesima uscita dell’edizione Omnibus di Kriminal è da tenere d’occhio.