La Marcia del Granchio vol. 2 – L’Impero dei Granchi – Recensione

Pubblicato il 26 Febbraio 2013 alle 11:00

Si possono affrontare tematiche filosofiche ed esistenziali narrando una strana vicenda di granchi? Certo che si può e colui che c’è riuscito è il geniale autore di Zombillenium: Arthur De Pins che propone il secondo volume di una intrigante trilogia intitolata La Marcia del Granchio!

La Marcia del Granchio vol. 2

Autore: Arthur De Pins (testi e disegni)

Casa Editrice: Bao Publishing

Provenienza: Francia

Genere: Umoristico

Prezzo: € 16,00, pp. 120, col.

Data di pubblicazione: ottobre 2012


Che Arthur De Pins sia uno degli autori di area francofona più inclassificabili è un dato di fatto come sanno tutti coloro che hanno avuto modo di leggere e apprezzare opere come Il Chiodo Fisso e Zombillenium. Però, benché quei lavori siano validi e peculiari, a mio avviso non sono paragonabili alla trilogia intitolata La Marche Du Crabe.

Bao Publishing ne propone ora il secondo volume che vede come protagonisti, analogamente alla prima uscita, alcuni granchi.
Non avrete a che fare però con animali antropomorfi visti in tantissime storie a fumetti. I granchi in questione infatti hanno il tipico aspetto da crostaceo, sebbene si esprimano e pensino come gli esseri umani. Oddio, tanto intelligenti non sono, perlomeno se dobbiamo prestare fede alle premesse della saga imbastita da De Pins.

L’autore si concentra su un particolare tipo di granchio, denominato Cancer Simplicimus Vulgaris. Una comunità di tali granchi, per motivi enigmatici, sembra impossibilitata ad evolversi e si sposta da tempo immemorabile senza mai cambiare direzione.

De Pins fa capire che, appunto, non sono intelligenti; ma un giorno uno di essi  si accorge che è possibile seguire un percorso differente e che non c’è nulla che glielo impedisca. Ed è qui che la situazione si modifica radicalmente: non solo gli altri granchi si fanno influenzare da lui ma l’intera specie dei Vulgaris va incontro a un processo di evoluzione non privo di conseguenze (e non tutte positive). Come se non bastasse, la fauna locale non apprezza questi sviluppi inattesi. Nascerà persino una fazione di granchi dalle concezioni di vita diametralmente opposte e ciò implicherà terribili conflitti. Inoltre, ci sono un’organizzazione ecologista che si oppone alla costruzione di un oleodotto e due documentaristi che avranno un ruolo rilevante nella trama.

De Pins imbastisce una serie di vicende spassose e divertenti ma il volume non è infantile nei toni. Con il pretesto di un fumetto allegro e sopra le righe, l’autore affronta tematiche filosofiche e potenzialmente ostiche, a cominciare da quella dell’evoluzione. Inoltre, il granchio che decide di non accettare le imposizioni della maggioranza e di distinguersi rappresenta metaforicamente l’anti-conformismo in una società come la nostra, appesantita da troppe regole.

Di conseguenza, la trilogia va intesa come un inno alla ribellione e all’individualismo. E non mancano i riferimenti alle problematiche ambientali e in questo caso De Pins non si esime dal criticare le contraddizioni dei movimenti verdi europei.

I testi hanno una leggerezza quasi calviniana e il volume si legge con piacere e i disegni sono di grande qualità e non dovrebbe essere una sorpresa per quei lettori che già conoscono De Pins.

Non era facile risultare visivamente imprevedibile con una storia che nella quasi totalità presenta granchi uguali nell’aspetto; ma ci è riuscito, inserendo piccoli dettagli (penso agli sguardi) che li caratterizzano piacevolmente. I personaggi umani, invece, hanno un’impostazione che rimanda in parte ai cartoon e in parte a soluzioni espressive della pop art e del design. In poche parole, La Marcia del Granchio è indubbiamente un lavoro che non lascia indifferenti.

Bisogna pure segnalare i colori utilizzati da De Pins che non sono mai scelti senza criterio. Prevalgono tonalità tenui e solo poche volte si rilevano sfumature più vivaci; ma tutto ha un senso ed è collegato all’atmosfera complessiva della storia. Il beige, il marrone e il giallo pallido evocano le idee della terra, della spiaggia e della sabbia; il verde e l’azzurro fanno venire in mente le profondità marine e così via. Mentre le sequenze ambientate in contesti più urbani (per esempio, quelle situate nel teatro e al mercato) sono volutamente più fredde e asettiche.

Insomma, questo è un fumetto che ha il pregio di divertire e di far riflettere e vale certamente la pena prenderlo in considerazione.


Voto: 7

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