Animal Man di Peter Milligan n. 1 – Recensione

Pubblicato il 8 Gennaio 2013 alle 13:51

Arriva la run di Animal Man scritta da Peter Milligan! Cosa accade a Buddy Baker quando si sveglia da un coma profondo? Scopritelo in questo volume illustrato da Chas Truog e da Steve Dillon!

Animal Man di Peter Milligan n. 1

Autori: Peter Milligan (testi), Chas Truog, Steve Dillon (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Provenienza: USA

Genere: Supereroi

Prezzo: € 14,95, 16,5 x 25,2, pp. 144, col.

Data di pubblicazione: dicembre 2012

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La lettura di questo tp mi ha suscitato alcune perplessità. La prima ha a che fare con la RW-Lion e con le sue scelte editoriali perché non capisco che senso abbia proporre i nn. 27-32 della serie di Animal Man scritti da Peter Milligan successivi alla run di Morrison prima di quest’ultima. A quanto affermano i responsabili della casa editrice, i ventisei episodi iniziali saranno pubblicati e allora mi domando: non era logico incominciare con quelli e poi occuparsi della gestione dell’autore di Shade? Boh! È vero che il presente materiale era inedito nel nostro paese; ma un lettore che non ha avuto modo di leggere nemmeno una storia di Animal Man e si avvicinasse a questo volume potrebbe goderselo fino a un certo punto.

Milligan non fa riferimenti diretti agli avvenimenti narrati dal predecessore però stravolge le ambientazioni e le situazioni tipiche delle vicende di Buddy Baker. Coloro che le conoscono troveranno quindi molto più scioccanti e dirompenti gli orrori che il supereroe animalista sarà costretto ad affrontare. Gli altri meno. Ma tant’è.

Un’ulteriore perplessità riguarda i testi di Milligan. Intendiamoci, la story-line è valida e intrigante, anche se non è da annoverare tra le cose migliori da lui realizzate. Ma ho scritto tante volte che l’autore è discontinuo: realizza capolavori come Shade The Changing Man, Enigma, The Extremist o X-Statix; e roba trascurabile come Elektra.

Nello specifico di Animal Man, l’opera si colloca a un livello medio, con momenti interessanti ma non paragonabili agli esperimenti rivoluzionari ed eversivi di Morrison. Tornando ai testi, Peter non ha mai nascosto la sua ammirazione nei confronti di William Burroughs, uno dei padri storici (benché riluttante) della Beat Generation e fonte di ispirazione di numerosi scrittori, artisti, cineasti, musicisti e, last but not least, fumettisti.

La sua tecnica del cut-up, ricavata dall’assemblaggio arbitrario di testi di svariata provenienza, ideata da lui e da Brion Gysin, ha suggestionato Peter e gli echi di tali esiti creativi permeavano la serie di Shade. In questo caso, però, Milligan ricorre pienamente al cut-up, cercando di avvicinarsi il più possibile all’estetica burroughsiana. Buddy Baker, alias Animal Man, si sveglia in un letto d’ospedale dopo essere stato in coma. Tutto sembra tornare alla normalità, se non fosse che la moglie Ellie si comporta diversamente, è più fredda ed aggressiva e se la fa con altri uomini; la figlia Maxine pare non riconoscerlo ed è intimorita da lui. E il mondo non è come Buddy se lo ricorda: per esempio, Hitler è stato processato a Norimberga e il cantante soul Marvin Gaye è vivo e per giunta nel bagno di casa Baker c’è una giungla preistorica!

Nella vita di Animal Man entra un supereroe, Nowhere Man, uomo temporalmente dislocato che si esprime utilizzando, appunto, il cut-up di Burroughs. E qui Milligan si dimostra superficiale, non intuendo che il cut-up non è semplicemente un mix di frasi e parole tra loro miscelate ma una vera e propria forma comunicativa che intende esprimere concetti sensati e non incomprensibili. Milligan gioca con immagini burroughsiane come vermi e millepiedi ma omette due elementi essenziali: la droga e l’omosessualità. Se non li si prende in considerazione significa che la poetica burroughsiana non è stata pienamente compresa e i riferimenti presenti nello script si riducono a un’eccentricità risaputa e fine a sé stessa.

Nowhere Man coinvolge Buddy in una missione pericolosa per conto del governo. Devono infatti difendere il Presidente degli Stati Uniti dagli attacchi di Prima Pagina e dell’Uomo Ipotetico, assurdi e bizzarri villain che sembrano usciti da un libro di fantascienza; e soprattutto dalle terribili macchinazioni della Banda Angel, tre sadici bambini dagli immensi poteri (forse un omaggio alla Banda Nova e ai Wild Boys di Burroughs?). Ma cosa sta succedendo nell’universo impazzito di Buddy? Perché è affetto da allucinazioni e si comporta da selvaggio? Per quale ragione tutto ciò che credeva di conoscere è mutato? Le risposte si potrebbero forse trovare nelle teorie quantistiche.

Quello di Milligan non è un pessimo lavoro ma l’autore ha fatto di meglio altrove. Si sbizzarrisce con situazioni stravaganti e folli, riuscendo ad equilibrare azione e riflessione e inserendo enigmi e misteri in grado di creare suspense. Però restano le perplessità da me rilevate. I disegni di Chas Truog sono accettabili ma il penciler non ha particolare inventiva e ottiene risultati efficaci solo grazie alle chine di Mark Farmer. Diverso il caso del bravo Steve Dillon, noto a tutti per Preacher, che illustra un episodio con la consueta maestria. L’Animal Man di Peter Milligan è interessante ma non indispensabile. E andrebbe letto dopo gli eccezionali episodi di Grant Morrison.


Voto: 6 1/2

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