Dungeons and Dragons – i 5 migliori videogiochi

Pubblicato il 21 Marzo 2021 alle 12:00

In concomitanza con l’annuncio, di alcuni giorni fa, dello sviluppo di un nuovo titolo dedicato a Dungeons and Dragons, il gioco di ruolo più famoso del mondo, abbiamo pensato di raccogliere in 5 titoli, quelli che secondo noi sono i migliori videogiochi dedicati, così come quelli più influenti a livello videoludico mediatico, facendo avvicinare anche dei neofiti a questo mondo.

Poiché Baldur’s Gate III non è ufficialmente ancora stato completato, ci siamo esentati dall’includerlo, nonostante le qualità indiscusse del titolo.

Dunque non perdiamo ulteriore tempo e diamo un’occhiata da vicino a quali sono i migliori 5 videogiochi dedicati a Dungeons and Dragons. 

Dungeons and Dragons: Chronicles of Mystara

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La nuova copertina della versione Xbox Live Arcade.

Vorremmo iniziare questa nostra carrellata con Dungeons and Dragons: Chronicles of Mystara. Esso non è un gioco di ruolo classico come gli altri in questa lista, bensì un picchiaduro a scorrimento sviluppato da Capcom.

Nella sua nuova versione pubblicata nel 2013 per PS3, Xbox 360, Wii U PC, il gioco conteneva sia Tower of Doom (del 1994) che Shadow over Mystara (del 1996).

Entrambi i giochi non si limitavano ad essere dei picchiaduro nudi e crudi, ma implementavano degli elementi da gioco di ruolo per renderlo più vicino all’idea originale dell’esperienza cartacea. Sia chiaro: non stiamo parlando di un’esperienza ruolistica di prim’ordine, ma piuttosto della possibilità di raccogliere potenziamenti e, con il tempo, riconoscerli così da sapere cosa raccogliere e cosa no con un determinato personaggio.

Entrambi i titoli ebbero un grande successo per arcade, proprio perché furono originariamente distribuiti solo per le sale giochi (sebbene Shadow over Mystara fosse poi stato pubblicato anche per Sega Saturn).

La selezione dei personaggi prevedeva quattro eroi: il guerriero, l‘elfo (un arciere), il chierico e il nano. 

Con tanti bossi, tante combinazioni e con dei livelli altamente rigiocabili, questo picchiaduro risultò così ben riuscito da essere poi riproposto quasi due decenni più tardi per le console casalinghe di settima generazione. Capcom, nella sua epoca d’oro dei picchiaduro, riuscì a confezionare un eccellente gioco di Dungeons and Dragons.

Neverwinter Nights

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Neverwinter Nights e l’affinamento della grafica 3D nella serie.

Neverwinter Nights, datato 2002, fu a tutti gli effetti un affinamento delle tecnologie 3D per la serie di giochi ad ambientazione Dungeons and Dragons. Basato sulla terza edizione del gioco (attenzione, NON sulla 3.5), offriva una grandissima personalizzazione del personaggio dal punto di vista ruolistico, della classe e dello sviluppo ai livelli più elevati. Grazie poi alle sue eccellenti espansioni arrivate nel corso del 2003, Neverwinter Nights portò la serie su nuovi livelli.

L’inclusione di una modalità per DM permetteva di giocare in LAN tra amici e creare partite altamente personalizzate e personalizzabili anche in corso d’opera. Il gioco era poi molto modificabile, aprendo alle mod, una comunità che all’epoca era ancora di nicchia e non così sviluppata come adesso.

La trama abbracciava tematiche molto ampie ed era particolarmente sfaccettata e profonda. Vi sono all’interno molti personaggi con dilemmi morali e tante sottotrame politiche che hanno rapito i giocatori. Neverwinter Nights ha ricevuto una Enhanced Edition nel 2018, come era accaduto anche ad altri titoli della serie. Il gioco ha inoltre moduli ufficiali dallo sviluppatore fino al 2006, e ha poi dato vita anche ad un server amatoriale per giocare online come se fosse un MMORPGLarian.

Icewind Dale II

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Icewind Dale II, un gioco dalla forte componente ruolistica.

Icewind Dale II, uscito nello stesso anno di Neverwinter Nights, ma sviluppato da un altro studio, fu un altro grande successo per il mondo videoludico di Dungeons and Dragons. Presentando una maggior componente di ruolo, il gioco migliorava sotto ogni punto di vista l’esperienza del suo predecessore e mettendo i combattimenti al centro dell’esperienza.

Prendendo molti elementi da Baldur’s Gate, Icewind Dale II permetteva di creare un intero gruppo che poteva ospitare fino a sei personaggi. Anche qui la generazione del proprio alter ego era estremamente dettagliata e il gioco si basava anch’esso sulla terza edizione di D&D. Uno dei punti di forza del titolo era da ricercarsi proprio nella libertà d’azione e di personalizzazione, potendo scegliere tra un numero di razze elevato.

L’interazione stessa con il mondo aveva visto grossi miglioramenti, con personaggi non giocanti che ad esempio si rivolgono al personaggio più vicino a loro, facendo sì che il giocatore debba tener conto delle sue abilità per, ad esempio, tiri sulla diplomazia. 

Baldur’s Gate

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Baldur’s Gate è ancora ricordato oggi con grande affetto dai fan.

Baldur’s Gate, all’interno dell’universo videoludico di Dungeons and Dragons, è ciò che potremmo chiamare un classico. Uscito originariamente nel 1998 per PC, fu sviluppato in collaborazione tra BioWare Black Isle Studios (rispettivamente Neverwinter NightsIcewind Dale). Sebbene per certi versi (a volte tecnologici, a volte di mero gameplay) il 2 gli sia superiore, abbiamo deciso di includere solo il primo capitolo per via dell’impatto che ha avuto all’interno del medium.

L’interazione con il mondo, la profondità dei personaggi e del lore, la personalizzazione della propria avventura lo resero un capostipite dei giochi di ruolo e uno dei migliori mai realizzati non solo della sua epoca, ma anche degli anni a venire. Concentrandosi su una trama molto classica dal punto di vista del genere fantasy, erano i rapporti tra i personaggi e la profondità del lore generale che la facevano spiccare dandole un grande contesto.

Con tanti personaggi reclutabili in base al proprio allineamento, Baldur’s Gate vanta anche uno dei cast più numerosi della serie, con alcuni davvero memorabili come Minsc, ma anche tra quelli non reclutabili con Elminster o l’iconico Drow Drizzt Do’Urden.

Planescape: Torment

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Un classico intramontabile.

Pochi giochi, nella storia videoludica, sono stati influenti come Planescape: Torment. Datato 1999, e sviluppato dai Black Isle Studios, il gioco fu uno straordinario successo di critica e divenne presto un gioco culto tra l’utenza. Era basato su AD&D (ovvero la seconda edizione del gioco di ruolo) e metteva al centro della vicenda il Nameless One, un alter ego non personalizzabile dal punto di vista estetico, ma del tutto “nostro” sotto il profilo ruolistico.

Egli si risveglia all’interno di un obitorio, privo di memoria, dei propri averi e privo addirittura della propria identità. Compito del giocatore era quella di ricostruire la sua storia millenaria, attraverso le varie vite che egli ha vissuto e scegliere che via intraprendere per questa sua nuova avventura. Planescape: Torment fu rivoluzionario anche per il modo in cui permetteva di modificare il proprio allineamento strada facendo, invece che scegliendolo man mano.

Le proprie caratteristiche mentali permettevano inoltre, se potenziate, di ricordare cose più velocemente e di avere un personaggio più consapevole di se stesso. La grande libertà d’azione e il modo unico in cui le vicende del gioco si susseguono e riservano grandi colpi di scena hanno aiutato questo gioco ad entrare nell’immaginario collettivo. I combattimenti sono, tra l’altro, incredibilmente ridotti al minimo della serie fino a quel momento e in alcuni casi sono in realtà completamente opzionali, potendo risolvere le situazioni in altri modi.

Evitando di darvi alcuno spoiler, non possiamo che consigliarvi di recuperare Planescape: Torment nel caso non lo abbiate mai giocato. Oltre che ad essere disponibile su Steam GOG, il gioco ha anche avuto una Enhanced Edition su PS4.

Recupera subito Planescape: Torment & Icewind Dale Enhanced Edition per PlayStation 4!

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