Dragon Ball – i 10 migliori videogiochi

Pubblicato il 16 Febbraio 2021 alle 11:00

Di videogiochi a tema Dragon Ball non c’è di certo carenza. Nel corso degli anni l’opera di Akira Toriyama ha definitivamente sdoganato in occidente l’animazione giapponese (prima nota per altri titoli, specialmente a partire dagli anni ’70 ’80). Com’è ovvio nel panorama videoludico, non mancano però titoli che si sono distinti per qualità e livelli di produzione.

Abbiamo quindi scelto per voi i 10 migliori videogiochi dedicati a Dragon Ball. Non si tratta per forza dei più famosi o acclamati dalla critica, ma anche quelli che hanno dato ulteriore fama all’opera o hanno fatto da apripista per nuovi titoli ancora più apprezzati.

Dragon Ball: Final Bout

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La schermata di selezione dei personaggi.

Prima di introdurre la nostra decima posizione è bene chiarire una cosa: Dragon Ball Final Bout non è in assoluto il migliore dei giochi di questo franchise, ma è sicuramente quello più importante per l’inizio dello sviluppo dei giochi successivi. Non soltanto fu il primo gioco dedicato a Dragon Ball ad essere completamente tridimensionale, ma fu anche un gioco molto diffuso e famoso per la prima PlayStation (di cui il gioco è infatti rimasto esclusiva).

Final Bout ha un roster di personaggi proveniente da Dragon Ball GT, una serie che di per sé è sempre risultata molto controversa tra i fan, ma che per semplici motivi di popolarità del momento spinse la creazione di questo gioco. Uscito la prima volta il 21 agosto 1997 in Giappone e pochi mesi dopo in America ed EuropaFinal Bout si è subito ritagliato una fetta di pubblico notevole anche grazie ai vari segreti presenti e le trasformazioni dei personaggi in tempo reale, una feature davvero originale e mai vista prima nei titoli di Dragon Ball.

Final Bout fu sviluppato da Bandai e pubblicato da Atari nel resto del mondo. Nonostante i personaggi fossero solo 10, era possibile ottenere anche diversi lottatori e mosse segrete, come ad esempio la famosissima “Kamehameha x10” a lungo tempo creduta una leggenda metropolitana, specialmente tra i più piccoli. Insomma, un gioco che, sebbene non fosse assolutamente stato il primo, fu senza dubbio quello che sdoganò la saga su console e nel mondo videoludico.

Dragon Ball Z: Budokai

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Goku contro Vegeta in una schermata del gioco originale.

Come nel caso di Final Bout, anche questa posizione necessita di una premessa. Di tutta la saga di Budokai (e Budokai Tenkaichi), certamente il primo capitolo non fu quello più apprezzato o celebrato, così come non fu quello di maggior successo. L’importanza storica di Budokai sta principalmente nel fatto di aver fatto da apripista ad una fortunatissima serie di giochi, apprezzati in particolar modo su PlayStation 2, ma sbarcato anche su altre console.

Il primo Budokai aveva anche una caratteristica inedita e molto lodata che era la modalità Storia che ripercorreva addirittura i primi archi narrativi del celebre Dragon Ball Z, quindi Radish, l’arrivo dei Saiyan e la saga di Freezer ambientata principalmente su Namek. Oltre ciò, presentava anche tantissime modalità e la libertà di modificare le abilità per potenziare le mosse dei personaggi. Un gioco che ha fatto storia e che ha aperto la strada a dei veri e propri capolavori del genere.

Dragon Ball Z: Kakarot

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Dragon Ball Z Kakarot è uno dei giochi più recenti dedicati all’opera.

È vero, Dragon Ball Z: Kakarot raggiunge solo l’ottava posizione nella nostra lista, ma i motivi sono semplici. Il gioco, dopo un notevole hype iniziale, si rivelò essere principalmente un’operazione nostalgia, non sempre riuscita al massimo. Un roster di personaggi ristretto rispetto al passato, problemi di bilanciamento e una certa ripetitività di fondo ne hanno minato il giudizio complessivo.

Resta però il fatto che Dragon Ball Z: Kakarot rimane tutt’ora il più grande atto d’amore all’opera di Toriyama. Il gioco ha infatti un gran quantitativo di contenuti, è fedelissimo all’opera originale e ai suoi archi narrativi e offre comunque dei combattimenti molto spettacolari, che infatti sono sempre stati il suo punto di forza. Insomma, per chi ama Dragon Ball Z, questo gioco è davvero imperdibile.

Vi ricordiamo che noi lo avevamo recensito qui.

Dragon Ball Z: Extreme Butōden

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Per essere un gioco portatile, era dotato di un’ampia selezione di personaggi.

Prima di arrivare all’eccellente FighterZArc System Works si era già cimentata in un picchiaduro classico a tema Dragon Ball. Il risultato di quell’esperimento fu Dragon Ball Z: Extreme Butōden, titolo poco conosciuto in esclusiva per il Nintendo 3DS uscito nel 2015. Potremmo realmente considerare questo titolo il prototipo di Dragon Ball FighterZ in quanto ci sono tutti gli stilemi che lo renderanno poi un eccellente titolo.

C’è davvero tutto: un gameplay frenetico, intuitivo, immediato e sprite dalla fluidità e grafica davvero incredibili. Insomma, si tratta di un gioco ingiustamente poco noto e che in realtà ha in sé una qualità di produzione davvero elevata e che dovrebbe avere più riconoscimento tra i titoli dedicati all’opera di Toriyama.

Dragon Ball: Raging Blast

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La schermata di selezione dei personaggi.

Dragon Ball: Raging Blast, al momento della sua uscita, fu un fulmine a ciel sereno per la saga videoludica. Dopo qualche anno di giochi non più all’altezza dei titoli PS2 si era da tanto auspicato un ritorno a quel sistema di gioco che lo aveva reso un vero successo. Il titolo per PS3 Xbox 360 riuscì a conquistare per via di quel ritorno alle “origini” che avevano reso tanto apprezzata la serie videoludica.

Pur non presentando un roster del livello dei capitoli precedenti, Raging Blast tirava fuori i muscoli per quanto riguardava la storia (che ripercorreva tutto Dragon Ball Z), una grafica che fino a quel momento era la migliore per quel che riguardava la fedeltà all’anime e tanta personalizzazione. Il gameplay rapido e frenetico e la spettacolarità delle battaglie ricalcava bene i momenti che aveva rese celebre l’opera.

Dragon Ball Z: Budokai 3

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Goku in versione SS4 contro Li Shenron.

Possiamo affermare senza (quasi) paura di essere smentiti che tra tutti i titoli della “vecchia guardia” di Budokai, e più in generale di Dragon Ball Z, il terzo capitolo è quello che più di tutti ha lasciato un segno indelebile nella saga. Il titolo risultò essere il Budokai più fluido e avanzato sia dal punto di vista del gameplay che della grafica.

Era possibile una libertà d’azione elevata, esplorare il mondo, rivivere gli archi narrativi e scegliere tra un cast di personaggi davvero grande. Inoltre presentava una serie di scelte non solo da Dragon Ball Z, ma anche da GT e addirittura dai film dedicati al franchise, una novità davvero non da poco e che permetteva di accontentare davvero ogni tipo di fan. L’introduzione di Bardak era infatti stata accolta con grande entusiasmo all’epoca della pubblicazione.

Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi

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La schermata di selezione dei personaggi.

Completata la serie di BudokaiBandai si gettò subito al lavoro su quella che sarebbe poi diventata una serie ancora più famosa della precedente. Budokai Tenkaichi (conosciuto semplicemente in Giappone come Dragon Ball Z Sparking!) fu l’apripista di una nuova rivoluzione all’interno dei giochi dedicati all’opera di Toriyama, tanto che ne furono sviluppati fino a tre capitoli, proprio come Budokai.

Ma cosa differenziava Tenkaichi dai capitoli precedenti? È presto detto: il nuovo capitolo apportava delle pesanti modifiche al gameplay, rendendolo più dinamico grazie alla telecamera libera, una grafica di molto superiore ai giochi precedenti e una cura spropositata nell’inserire ogni mossa speciale per ogni personaggio. A migliorare ancora di più il livello qualitativo c’era la distruttibilità degli ambienti e anche il peggioramento dell’aspetto estetico dei personaggi con ferite, armature rotte e quant’altro.

Inoltre, il cast di personaggi era sterminato, comprensivo anche delle varie trasformazioni per ognuno di loro che ne presentava una.

Dragon Ball Xenoverse 2

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Xenoverse 2, il degno seguito di un gioco già molto apprezzato.

Un esperimento e un concept davvero interessante quello di Xenoverse. Esso è stato il primo titolo a dare completa libertà al giocatore nella creazione di un personaggio e la possibilità di esplorare liberamente l’ambientazione di Dragon Ball in maniera più o meno libera. Seguendo una trama, delle missioni o dei combattimenti è davvero possibile perdersi dentro questo gioco immenso e ricco di contenuti.

Non mancano ovviamente personaggi iconici e momenti notevoli e le battaglie sono molto interessanti e immediate, oltre che puntare sulla spettacolarità. L’aspetto ruolistico non è poi da sottovalutare, in quanto potremo personalizzare le mosse e le abilità del nostro alter ego come meglio di aggrada. Xenoverse 2, in definitiva, amplia e migliora praticamente tutto ciò che c’era già di buono nel suo predecessore e risolve anche alcuni suoi problemi, rendendolo un titolo molto più longevo e meno ripetitivo.

Per tutti questi motivi Xenoverse 2 entra nel podio e si posiziona alla nostra terza posizione.

Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3

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Una schermata di gioco di una versione moddata. Da notare l’usura dei vestiti di Goku.

A nostro parere Budokai Tenkaichi 3 rappresenta il picco massimo mai raggiunto dalla saga su PS2. Con un cast di 162 peronsaggi, 30 ambientazioni e il sistema di evoluzione dei personaggi, possiamo affermare che Budokai Tenkaichi 3 è entrato nel cuore dei fan come il capitolo più completo dell’epoca, nonostante rivaleggi tutt’ora con giochi più recenti e dello stesso stampo.

Il titolo è pieno zeppo di modalità e accontenta davvero ogni fan sfegatato. I giocatori possono scegliere tra praticamente qualsiasi personaggio, anche i più insignificanti o addirittura dimenticati, giocare e sbloccare mosse e abilità speciali per ognuno di loro. La modalità storia subì un ridimensionamento non da poco, facendo rivivere solo i punti salienti. Non per questo motivo però è risultata meno curata.

Al tempo della sua uscita, insomma Tenkaichi 3 risultò essere il gioco di Dragon Ball definitivo. Per tutti questi motivi Tenkaichi 3 si becca il secondo posto.

Dragon Ball FighterZ

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L’immagine di copertina del gioco.

Uscito nel 2018 per PS4, Xbox One, PC Nintendo SwitchDragon Ball FighterZ è, per nostra modesta opinione, il migliore se non uno dei migliori titoli dedicati all’opera di Akira Toriyama. Riprendendo l’esperimento del titolo per Nintendo 3DS, Arc System Works dà vita ad un picchiaduro classico dal grande spessore, carisma e qualità.

I punti di forza del titolo sono molteplici. Prendendo spunto dalle saghe storiche dello sviluppatore, FighterZ attinge in pieno da mostri sacri come Guilty Gear Blazblue sia dal punto di vista grafico che di gioco e crea un mix esplosivo e dà vita ad un gameplay frenetico, tecnico ma anche adatto a chi si avvicina per la prima volta al genere o ai giochi di questo studio.

Il roster è certamente ridotto rispetto ad altri titoli, ma non per questo meno curato, con un sistema di classifica delle caratteristiche di ogni personaggio, che lo rendono più adatto per combatterne altri. Unica pecca delle selezione dei personaggi la si può forse ritrovare in troppe aggiunte tramite i DLC, che però aumentano di almeno il doppio i guerrieri selezionabili.

 FighterZ ha anche il pregio di raccontare una trama originale che ruota intorno all’Anroide n° 21, che appare come principale antagonista del gioco in una serie di scontri sempre più difficili e intensi. Fin dalla sua uscita FighterZ è stato uno dei migliori giochi dedicati a Dragon Ball, soprattutto a livello di vendite e di hype generato.

Noi lo avevamo recensito qui.

E invece secondo voi quali sono i migliori giochi di Dragon Ball?

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