Le 7 peggiori serie animate basate su videogiochi

Pubblicato il 9 Maggio 2020 alle 11:00

La scorsa volta abbiamo visto le migliori serie basate su un fighting game (QUI); oggi vedremo invece gli esperimenti che non sono stati coronati dal successo, nonostante si tratti di franchise di grande impatto anche al di fuori dell’ambito videoludico; tutti comunque realizzati da studi occidentali…

The Super Mario Bros. Super Show!

Mario è la mascotte di Nintendo e si suppone che nel concedere i diritti per farne una serie animata ci si premuri di garantirsi della buona qualità del prodotto finale.

Ma non è questo il caso: The Super Mario Bros. Super Show! è una serie televisiva a cartoni animati di DiC Animation City del 1989 e basata sui primi due videogiochi della omonima serie. È stata trasmessa in Italia nel 1989 su Canale 5 e Italia 1 con il titolo Super Mario.

La caratteristica principale è che oltre ai cartoni animati vi erano anche dei segmenti in live-action in cui Mario e Luigi, interpretati da Lou Albano e Danny Wells, svolgevano le loro avventure da idraulici a Brooklyn.

I segmenti animati seguivano invece Mario e Luigi nel “Regno dei Funghi”, un surreale mondo parallelo governato dalla Principessa Amarena (Peach), coadiuvata dal suo servitore Ughetto (Toad) nell’affrontare il malvagio e tirannico re Attila (Bowser).

Amarena, quindi, chiede loro di aiutarla a raggiungere la capitale e di sconfiggere Attila, e in cambio la principessa li farà tornare a casa.

Live-action e animazione, anche se separati, in uno show unico non è sempre una buona idea e se ci aggiungiamo una realizzazione non particolarmente brillante il gioco è fatto; se poi ci sommiamo l’adattamento italiano, aiuto!

Donkey Kong Country

Quando Donkey Kong Country di Rare uscì nel 1994 per Super Nintendo fu una vera rivoluzione grazie alla sua grafica che cercava la terza dimensione.

Purtroppo la serie televisiva animata al computer franco-canadese ispirata al franchise Nintendo non ha rispettato i fasti della serie di videogiochi.

Trasmessa per la prima volta in Francia il 4 settembre 1996, in Italia è stata già doppiata per Mediaset, ma è attualmente ancora inedita; e, date le premesse, credo rimarrà tale…

Donkey Kong Country è stata una delle prime serie televisive ad essere interamente animata con tecnologia motion capture, con gli evidenti limiti del tempo ed anche di budget, a quanto pare.

Donkey Kong è una scimmia cui capita di trovare una noce di cocco magica, la Crystal Coconut, che concede desideri ed è in grado di rispondere alle domande poste. Donkey Kong ne diviene il protettore, dato che il prezioso oggetto è ora ospitato nella cabina di Cranky Kong.

Ma re K. Rool e i suoi servi vogliono rubare il cristallo per governare l’isola di Kongo Bongo. Ovviamente non ci riescono.

La serie si caratterizza anche per diversi brani musicali originali, in quanto ogni episodio presentava due brani interpretati dai personaggi.

In ogni caso, nonostante una animazione CG da anni Novanta che l’ha fatta invecchiare malissimo e una trama che non aveva nulla a che vedere con i giochi, la serie è andata avanti per due stagioni.

Sonic Underground

Sonic Underground, conosciuta in Francia come Sonic Le Rebelle, è una serie animata coprodotta da DIC Productions, L.P. e Les Studios Tex S.A.R.L.; sarà l’ultima serie basata sul porcospino di SEGA prodotta dalla casa americana.

Per la serie DIC segue una trama separata dato che Sonic ha due fratelli, Sonia e Manic, un tempo membri di una famiglia reale guidata dalla regina Aleena; ma ora il loro pianeta è sotto il giogo del perfido Robotnik.

È stata trasmessa per la prima volta in Francia nel 1999 su TF1, ma è durata solo per una stagione di quaranta episodi. In Italia è stata presentata su Italia 1 nel medesimo anno.

L’oracolo di Delphius ha assegnato ai tre fratelli potenti “medaglioni” che possono trasformarsi in strumenti musicali e possono anche essere usati come armi. Il medaglione di Sonic è una chitarra elettrica, il medaglione di Sonia una tastiera e il medaglione di Manic è una batteria. Tutti i medaglioni possono essere usati come pistole laser. I tre usano gli amuleti anche come strumenti per la loro rock band underground, “Sonic Underground”.

Purtroppo una colonna sonora di poco spessore (errore evitabile per una serie in cui la musica è alla base anche della trama) e una trama spesso confusa hanno portato i fan, già scontenti di una sceneggiatura che nulla aveva a che vedere con la serie di videogiochi, a condannare la serie senza appello.

Captain N: The Game Master

Captain N: The Game Master è una serie televisiva animata americano-canadese trasmessa in televisione dal 1989 al 1991 su NBC. In Italia è stata presentata con il titolo Un videogioco per Kevin.

Se hai a disposizione personaggi del calibro di Mega Man e Simon Belmont e ambientazioni prese da franchise come Final Fantasy e Dragon Quest, oltre a tutti quelli di Nintendo, che cosa potrebbe andare storto e produrre una serie mediocre?

Captain N è la risposta: nonostante si sia riusciti a introdurre molte citazioni delle console Nintendo, tra cui la pistola Zapper e anche un Game Boy (!), la serie ha scontentato i fan, modificando pesantemente il design ed il carattere anche dei personaggi coinvolti.

Ma probabilmente il crimine più grande è come è stata ritratta Mother Brain, l’antagonista principale della serie Metroid… meglio non andare oltre. Senza contare un adattamento italiano non particolarmente rispettoso del background videoludico che la serie, nel bene e nel male, si portava comunque dietro.

Street Fighter: The Animated Series

Street Fighter ci ha dato la serie anime più bella basata su un videogioco, Street Fighter II V, ma purtroppo anche una delle peggiori, Street Fighter: The Animated Series, prodotta da InVision Entertainment e trasmessa per la prima volta dal 1995 al 1997 per ben due stagioni.

Lo spettacolo è basato sulla serie Street Fighter II, ma con prese in prestito anche dal film live-action di Street Fighter nonchè dai primi due giochi Street Fighter Alpha e altri giochi Capcom.

La trama, come quella del film live-action, vede protagonista il colonnello William F. Guile, il capo degli “Street Fighters”, una forza di pace internazionale sotto copertura, che si batte contro lo spietato generale Bison e il suo impero criminale Shadaloo. Le loro parole d’ordine sono “disciplina”, “giustizia” e “impegno”.

Purtroppo una realizzazione tecnica di basso livello anche per i tempi, una trama poco convincente e dialoghi dimenticabili condannano questa serie all’oblio (per fortuna sua e nostra). La serie è inedita in Italia.

Mortal Kombat: Defenders of the Realm

Mortal Kombat: Defenders of the Realm (anche nota come Mortal Kombat: The Animated Series al di fuori degli Stati Uniti) è una serie animata americana basata sulla serie di videogiochi Mortal Kombat.

Prodotto da Threshold Entertainment e Film Roman, è andata in onda per una stagione di tredici episodi da settembre a dicembre 1996 (in Italia ha debuttato su Italian Teen Television nel 2003).

La serie è un sequel alternativo al primo film di Mortal Kombat e anticipa gli eventi di Ultimate Mortal Kombat 3.

Lo spettacolo si concentra su un gruppo di guerrieri riuniti da Raiden (scritto Rayden nella serie…) per difendere Earthrealm dagli invasori di varie altre dimensioni. I guerrieri sono Liu Kang, Stryker, Sonya Blade, Jax, Kitana e Sub-Zero, con Nightwolf che fungeva da supporto tecnico.

I personaggi e il loro background sono stati per lo più mantenuti fedeli, sebbene siano stati introdotti molti personaggi originali in esclusiva per il programma. Le trame hanno poca relazione con quelle dei giochi, sebbene i disegni dei personaggi siano basati sui loro sprite.

L’aspetto più notevole dello spettacolo è stato il fatto che ha fatto da debutto a Quan Chi, che sarebbe diventato un grande antagonista nella serie di giochi.

Defenders of the Realm è stato cancellato dopo solo una stagione. E non c’è da stupirsi: se conoscete la serie saprete che la violenza la fa da padrona; qui invece non solo non c’era violenza, ma si impartivano lezioni di morale come nella migliore tradizione delle serie Filmation. Non si fa!

The Legend of Zelda

La saga di The Legend of Zelda è un gioiello delle console Nintendo, che ha accompagnato i giocatori fin dai tempi del primo episodio su NES regalando capitoli mitici come Ocarina of Time e A link to the past.

Quindi è molto triste dover parlare di questa serie, The Legend of Zelda, arrivata anche sugli schermi italiani con il titolo Un regno incantato per Zelda.

Si tratta di una serie animata prodotta nel 1989 dalla DIC Entertainment e basata sul primo episodio della serie, con alcuni minimi riferimenti a Zelda II: The Adventure of Link.

La serie narra il classico canovaccio di un episodio della serie: Link e Zelda devono difendere il regno di Hyrule dal malvagio Ganon e dai suoi scagnozzi, i cui scopi sono quelli di rubare la triforza della saggezza, rapire Zelda e quindi conquistare il Regno.

Ciò che rende la serie assolutamente da evitare sono la pochezza dei dialoghi (“Well, excuse me, Princess!” è la frase più ripetuta da Link nei tredici episodi della serie) e una realizzazione tecnica da dimenticare… un passo falso per Link alla pari degli episodi per CD-i!

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